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Massimo Boldi si racconta: “prima del successo lavoravo in fabbrica”

di Redazione
Sul primo incontro con Christian De Sica: "Non ci incontrammo come attori, ma come musicisti"
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Massimo Boldi è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici".

Il popolare attore milanese è tornato a parlare dei suoi esordi: "Da bambino non sognavo di diventare un attore, pensavo di fare tutt'altro lavoro, ho studiato per fare il vetrinista, pur sempre una professione artistica, pensavo di fare gli arredi nelle vetrine d'abbigliamento in posti tipo grandi magazzini. Poi mi sono messo ad imitare i Beatles, con il caschetto e i capelli lunghi, e nel 1965 ha iniziato a diventare una professione, un lavoro. In quel periodo lavoravo in una fabbrica di plastica, facevo il turnista, dalle 8 alle 14 oppure dalle 20 alle 6 del mattino. Il sabato e la domenica andavo a suonare, poi sono finalmente arrivato al Derby di Milano e lì magicamente ho conosciuto degli artisti straordinari, i geni della comicità, gente come Dario Fo, Enzo Jannacci, Cochi e Renato, è iniziata una confidenza, una simpatia, e a un certo punto mi hanno proposto di salire sul palcoscenico, non come musicista ma come comico. Nel 1984 ho fatto "I 2 carabinieri", con Verdone e Montesano. Il film che mi ha lanciato come protagonista. Avevo già fatto delle partecipazioni in altri film, ma quello di Verdone fu il lancio definitivo nel mondo del cinema. Mi sono dedicato a fare il comico cinematografico, è la professione che preferisco".

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Sull'arrivo in televisione: "Cochi e Renato mi proposero nel 1974 di fare con loro Canzonissima, con Raffaella Carrà. Io accettai in modo sconsiderato, senza rendermene neanche conto, invece abbiamo creato insieme un personaggio che ha avuto successo. La mia carriera televisiva è cominciata lì. Poi ho presentato su Antenna 3 Lombardia, in un programma con Teo Teocoli, il Telegiornale Privè. Lo scrivevo io. Poi siamo passati su Canale 5 e l'abbiamo fatto anche lì. Poi ho smesso di farlo, perché ho iniziato a fare il cinema e dopo qualche tempo Antonio Ricci fece 'Striscia la Notizia'. E' andata così. Ne parlai all'epoca con Berlusconi, gli dissi 'Silvio, qui stanno facendo il telegiornale', lui fece una telefonata, si informò e mi disse 'vabè, facciamoli divertire tre mesi'. Sono passati trent'anni".

Sul primo incontro con Christian De Sica: "Non ci incontrammo come attori, ma come musicisti. Io col mio gruppo suonavo il sabato e la domenica in un ristorante molto prestigioso di un posto vicino a Milano. Un giorno arrivò un impresario fortissimo e ci disse che ci avrebbe portato il figlio di Vittorio De Sica, Christian De Sica, perché era un bravissimo cantante. Lo portarono e provammo a suonare insieme. Suonammo insieme per qualche mese, fino al 1974, quando andò a Ginevra a trovare il papà. Ci siamo ritrovati dieci anni dopo sul set di Yuppies, Sergio Corbuti e Carlo Vanzina capirono che metterci in coppia era una cosa giusta, ma anche De Laurentis ci ha creduto. Impossibile dire qual è il film a cui sono più legato. Voglio tanto bene ad Amici come Prima, l'ultimo che abbiamo fatto, ci siamo ritrovati dopo tanti anni ed è stato un successo travolgente. Ma è stato proprio bello perché sul set sembrava che tra noi non fosse successo niente. Nel 1995 nel mio episodio di Vacanze di Natale ho girato con Luke Perry, ci capivamo, anche se lui recitava in inglese. Era un vero divo americano".

Sulle donne: "Ho lavorato con le donne più belle del mondo. Difficile dire chi sia stata la più bella. La donna più bella era la mia povera Marisa. Ero molto innamorato di lei.  Ho sempre avuto una certa simpatia, se ce l'hai è più facile stare in compagnia delle donne. Non sono stato mai timido nel frequentare le ragazze. E il successo per me non ha cambiato le cose".

Sul #metoo: "Quel metodo esiste sia nel cinema che nella televisione. Capita, ma è un discorso difficile, lungo.A me però non è mai successo. Ho fatto il presidente della giuria in Miss Italia, prima degli anni '80. Posso assicurarvi che in quell'edizione era strepitoso vedere le mamme che ti portavano le proprie figlie raccomandate. Avrebbero fatto qualunque cosa pur di vedere la propria figlia sul palcoscenico". 

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