Mercato di val Melaina, altro vergognoso degrado a Roma

Il cartello inquadra bene la situazione vergognosa in cui versa il piazzale laterale del famoso mercato di val Melaina, in via Conti

Rifiuti al mercato di Val Melaina di Roma

Il cartello “Zozzi. Mortacci vostri!!” inquadra bene la situazione vergognosa in cui versa il piazzale laterale del famoso mercato di val Melaina, in via Conti.

Rifiuti al mercato di Val Melaina di Roma
Il cartello di denuncia

Qui, ogni mattina, decine e decine di bancarelle vendono i prodotti più disparati e la gente si accalca letteralmente calpestando una discarica a cielo aperto.

C’è di tutto: materiali di risulta, vestiti, cartoni, elettrodomestici, materassi, poltrone, barattoli di vernice, rifiuti di ogni genere, di ogni forma e dimensione.

«La polizia municipale viene, guarda e se ne va. Nessun controllo, nessuna protezione. Qui vengono tutti a scaricare indisturbati, soprattutto di notte. È una vergogna», dice un operatore di una ditta in appalto che si occupa dello smaltimento degli scarti del vicino mercato.

A percorrere questo orrore vengono i brividi.

Si cammina tra liquami, lattine, bottiglie, plastiche, vetri, pezzi di ferro arrugginiti, legni con chiodi lunghi centimetri, materiale organico in decomposizione.

Il vento spinge i materiali più leggeri al centro dell’area dove i camion attendono gli squaletti che fanno spola tra questo luogo infernale e il mercato.

Montagne e montagne di rifiuti, alcuni probabilmente tossici, sono accatastati contro la rete che divide il piazzale da un rialzamento erboso del terreno al di là del quale si intravedono alcune case con terrazzi che affacciano sulla discarica.

A nulla sono servite le segnalazioni dei cittadini

A nulla sono servite le segnalazioni dei cittadini.
Le istituzioni tacciono e latitano.

Percorro la discarica per tutta la sua lunghezza.
Scricchiolii sinistri accompagnano i miei passi mentre cerco di evitare che le suole delle mie scarpe calpestino la distesa di rifiuti che degrada dolcemente dell’erba sull’asfalto.

Arrivo alla fine e mi volto, spalle al mercato.
Il piccolo cartello di cartone attaccato a un cancello al di là del quale si intravedono altre discariche è ancora visibile.

E visibile è anche il suo improperio pieno di rabbia scritto in stampatello.
Non è invece visibile chi dovrebbe proteggere luoghi e persone di una Città che stenta ad essere tale e si fregia del titolo di Capitale d’Italia.