Miele nel Lazio, produzione 40% in meno a causa dei cambiamenti climatici

“Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”, sosteneva Einstein

Apicoltura nel Lazio

Apicoltori laziali

Il miele è un prodotto naturale e molto apprezzato in tutto il mondo. La produzione di miele è influenzata da molti fattori, tra cui il clima, la stagione e la presenza di fiori adatti alla produzione di miele di alta qualità. Il clima è uno dei fattori più importanti che influenzano la produzione di questo prodotto.

La temperatura, l’umidità e la pioggia possono influire sulla quantità e qualità del nettare prodotto dai fiori, che a loro volta influiscono sulla produzione di miele. In generale, le regioni con un clima mite e umido sono quelle più adatte alla produzione di miele.

In Italia la produzione di miele è influenzata anche dalla stagione. La maggioranza del miele viene prodotto in primavera e in estate, quando un grande numero di fiori è in fiore e i favi sono pieni di nettare. Durante l’autunnoe l’inverno, la produzione diminuisce notevolmente, poiché ci sono meno fiori disponibili per la formazione di nettare.

Il miele prodotto nel Lazio

Il Lazio è una regione italiana che gode di un clima favorevole alla produzione di miele. La regione è caratterizzata da un clima mediterraneo, con inverni miti e umidi e stati calde e secche. Questo clima favorisce la crescita di numerose varietà di fiori, tra cui la lavanda, il timo, il rosmarino e il girasole, che sono tra i principali produttori di nettare utilizzati per la produzione di miele.

La produzione di miele nel Lazio è concentrata soprattutto nelle zone collinari e montuose, dove i terreni sono ricchi di piante e fiori adatti alla produzione di nettare. Le api raccolgono il nettare dai fiori e lo trasformano in miele all’interno dei favi. I produttori di miele del Lazio utilizzano tecniche tradizionali per la racoolta del miele, che viene poi lavorato e connfezionato per la vendita.

Il miele prodotto nel Lazio è di alta qualità e molto apprezzato per il suo sapore e le sue proprietà benefiche per la salute. Il miele di lavanda, ad esempio, è molto popolare per il suo aroma intenso e il suo sapore dolce e aromatico. Il miele di timo, invece, è noto per le sue proprietà antinfiammatorie e antisettiche, mentre il miele di rosmarino è utilizzato per le sue proprietà digestive e tonificanti.

Giornata internazionale delle api

Nella giornata internazionale delle api istituita il 20 maggio nel 2017 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in onore di Anton Jansa, pioniere nel XVIII secolo delle tecniche di apicoltura moderne, Coldiretti Lazio, stima nella nostra regione una resa produttiva del 40% in meno rispetto allo scorso anno.

I dati sono stati elaborati dalla federazione regionale di Coldiretti su rilevazione dell’Osservatorio Nazionale Miele. Una diminuzione determinata della fioritura già scarsa degli agrumi e in ritardo, ma soprattutto dalle condizioni climatiche con temperature fredde rispetto alla norma e le abbondanti piogge.
Il calo delle produzioni nazionali di miele determinato dai cambiamenti climatici ha lasciato spazio alle importazioni dall’estero che nel 2022 sono cresciute del +12% per un quantitativo di oltre 26,5 milioni di chili, provenienti anche da Paesi che non sempre brillano per trasparenza e sicurezza alimentare.

È quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Istat in occasione della giornata mondiale delle Api nel sottolineare che secondo l’indagine ‘From the hives’ del Centro Comune di Ricerca (Ccr) della Commissione europea fra i campioni di miele importati nella UE fra il 2021 e il 2022, quasi 1 su 2 (46%) è sospettato di adulterazione. Per questo i giovani della Coldiretti Lazio si sono mobilitati con la campagna ‘God save the bees – Meno api meno futuro’ a sostegno del #mieleitaliano.

Aziende apicole nel Lazio

“Nel Lazio sono presenti oltre 39.200 alveari e gli apicoltori più di 1.100– spiega Danilo Scenna, delegato Giovani Impresa Coldiretti Lazio- Un settore che dà lavoro a tanti nuovi giovani e che traina anche lo sviluppo di nuove professioni, come il sommelier del miele che guida i consumatori a riconoscerne le caratteristiche, arrivando anche a capire da quale pianta o fiore è stato prodotto”. In crescita la presenza di giovani con le aziende apicole condotte da under 35 che sono aumentate del 9% negli ultimi cinque anni secondo un’analisi Coldiretti su dati Unioncamere.

Api, un indicatore dello stato di salute dell’ambiente

“Le difficoltà delle api- prosegue Scenna- sono un pericolo grave per la biodiversità, considerato che quelle domestiche e quelle selvatiche, sono responsabili del 70% della riproduzione di tutte le specie vegetali e rappresentano un indicatore dello stato di salute dell’ambiente”. Le api servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori.

Infatti ben 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni secondo la Fao. Il ruolo insostituibile svolto da questo insetto è confermato da Albert Einstein che sosteneva che: ‘se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita’.

In media una singola ape visita in genere circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di esplorazioni floreali per produrre un chilogrammo di miele e sono in grado di salvare il 75% dell’agricoltura italiana.
(Com/Adi/ Dire)