Orietta Berti batte il Fisco: l’Irap va rimborsata dal 1998

La presunzione che l’Orietta nazionale fosse circondata da una struttura stabile o che godesse di un valore aggiunto frutto dell’organizzazione e del lavoro altrui, è definitivamente caduta

La barca sì, ma le tasse no. La signora Orietta Galimberti, meglio nota come Berti, non ha lasciato andare i versamenti all’erario per pagare anni di Irap non dovuta. Ha preso il telefono, chiamato il commercialista, fatto ricorso alla commissione tributaria provinciale e ha perso. Ripreso il telefono, richiamato il commercialista e riperso a Bologna in commissione regionale. La terza volta è andata in Cassazione con l’avvocato Alberto Gambetti di Reggio Emilia, ed è stato un trionfo: saranno rimborsati tutti i versamenti Irap (fin dal 1998), l’Imposta regionale sulle attività produttive. Insomma, aveva pagato troppe tasse; decine di migliaia di euro.

La presunzione che l’Orietta nazionale, mezzo secolo di carriera con 11 partecipazioni a Sanremo, fosse circondata da una struttura stabile o che godesse di un valore aggiunto frutto dell’organizzazione e del lavoro altrui, è definitivamente caduta. Non esiste una Orietta Berti spa, ci sono lei e la sua ugola ed entrambe hanno brillantemente varcato la soglia della settantina. Tutto il resto (agente, segreterie ecc.) è occasionale. A Montecchio, il paesone di 10.600 abitanti tra Parma e Reggio Emilia, l’artista ha brindato per la seconda volta. La prima volta la commissione tributaria regionale le aveva dato ragione ma era stata l’Agenzia delle Entrate ad andare in Cassazione, perdendo. La seconda volta («per le stesse questioni», sottolinea l’avvocato Gambetti) due bocciature in commissione e la vittoria in Cassazione. Non è la prima volta che si alza fino alla suprema corte il contenzioso Irap dei personaggi dello spettacolo.

In molti casi (Michelle Hunziker, Bianca Balti, Luca Laurenti, Alba Parietti) il Fisco ha dovuto soccombere (Corriere della Sera).

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