Ospedali digitalizzati: opportunità e rischi della telemedicina

Ospedali digitalizzati e ‘connessi’, capaci di condividere dossier sanitari, effettuare visite in telemedicina, monitorare i pazienti cronici a distanza

Ospedali digitalizzati

Ospedali digitalizzati

Roma – Ospedali digitalizzati e “connessi” capaci di condividere dossier sanitari, effettuare visite in telemedicina, monitorare i  pazienti cronici a distanza. È la sanità digitale che l’Italia  insegue da tempo e che per diventare strutturale e organica  necessita di strategie e di professionisti  competenti. Perché l’enorme flusso di sensibilissimi dati  sanitari generati e condivisi dovrà viaggiare su binari sicuri,  cosi’ da garantire il rispetto della privacy dei cittadini. Si è discusso di questo durante il webinar dal titolo ‘Telemedicina‘organizzato da Anorc (Associazione nazionale operatori e responsabili della custodia di contenuti digitali). Evento moderato dal direttore dell’agenzia di stampa Dire, Nicola Perrone. Per vederlo: https://youtu.be/TJixpmG_1sE.

Ospedali digitalizzati e non solo


La sanità digitale vede al primo posto il fascicolo sanitarioelettronico – ha detto Massella Ducci Teri – dove dovranno essere registrati i dati che provengono dai dispositivi di telemedicina,in modo che possano essere a disposizione dei medici sia in caso di cura sia di emergenza. Il decreto Rilancio, emanato da pochi giorni, prevede che vengano attivati i fascicoli elettronici per tutti. E mentre prima era necessario dare il consenso, adesso tali fascicoli sanitari saranno aperti d’ufficio per tutti gli  assistiti d’Italia’. 
I dati sanitari espongono ‘i nostri diritti e le nostre libertà a dei rischi maggiori– ha detto Andrea Lisi, presidente Anorc- e bisogna capire se veramente quella tecnologia è utile e per quale motivo ci stiamo rivolgendo a lei.

Poi, nel momento in cui abbiamo deciso di sceglierla, perché è utile come strumento di prevenzione, controllo e analisi, quella tecnologia va comunque verificata. Questo affinché non impatti troppo sui nostri diritti e sulle nostre libertà. 

Rischio hacker e altre resistenze


Ma qual è, dal punto di vista della sicurezza dei dati, il punto di equilibrio tra la privacy e l’informatica? Franco Cardin, Anorc : ‘È molto instabile – ha detto- dipende dalla consapevolezza rispetto al fatto che digitalizzare tanti documenti sanitari significa porsi il tema dei rischi che sono insiti in questo processo. Esiste un rischio hacker’.
Ma quali sono i progetti innovativi che il ministero della Salute sta sviluppando per una sanità sempre più efficiente?
‘Nei mesi scorsi abbiamo fatto una mappatura di tutti i progetti di
telemedicina in corso sul territorio nazionale- ha risposto Cirillo del Ministero della Salute. E su questi progetti, che sono in totale 282, stiamo facendo una valutazione al fine di far emergere quelli più innovativi ed efficaci, anche nell’ottica di un aggiornamento delle linee guida che, come sappiamo, sono rimaste ferme al 2012′.

Tra i vantaggi: razionalizzazione della spesa

Il ministero della Salute è convinto che ‘attraverso l’utilizzo dei big data il sistema sanitario nazionale possa fare passi in avanti- ha detto Cirillo- sia in termini di programmazione, quindi di razionalizzazione della spesa, sia in termini di ricerca scientifica’.

A fine 2019, ha proseguito ancora Cirillo, per potenziare il fascicolo sanitario elettronico sono stati stanziati ‘piu’ di 200 milioni di euro’ e oggi ad utilizzarlo sono ‘circa 14 milioni di italiani’. 

Sulla App Immuni, grande successo


Sull’App Immuni, Cirillo ha poi risposto: ‘Chi parla di ‘flop’ sbaglia. Al contrario 4 milioni di download in tre mesi sono stati un grande successo”.

“In Italia la telemedicina comunque è a buon punto – ha detto Vittorino Gaddi, presidente della Società italiana di Telemedicina. Ma avrebbe potuto considerarsi ottimo se si fossero realizzate alcune circostanze un po’ più favorevoli, sia dal punto di vista della programmazione sanitaria sia di coerenza, ossia di capacità di fare sistema.

Dopo l’emergenza legata al Covid-19, infine, c’è stato un aumento di richieste di telemedicina, avvenuta però ‘purtroppo a macchia di leopardo. Ha fatto sapere Mirko Giulianini, amministratore GMED.

Così magari si veniva a creare un’esigenza sulla singola necessità, che veniva risolta istantaneamente. Non pensando però a tutta una serie di problematiche legate al tracciamento del paziente’.

Oggi, ad ogni modo, si sta prendendo coscienza della
necessità di avere una sempre più efficace telemedicina. Hanno partecipato: Andrea Lisi, presidente Anorc ed esperto in diritto dell’informatica e privacy; Enrica Massella Ducci Teri, responsabile Area Trasformazione Digitale – AgID (Agenzia per l’Italia digitale); Armando Cirillo, consulente del ministro della Salute; Antonio Vittorino Gaddi, presidente della Società Italiana di Telemedicina; Franco Cardin, coordinatore del consiglio direttivo Anorc, esperto di privacy in ambito sanitario e Mirko Giulianini, amministratore GMED.

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