Pasqua, Alemanno: Un selfie con agnello cucinato secondo la tradizione

“Nessuno pretenda di mettere sotto accusa chi continua a vivere secondo la tradizione, gli usi e i costumi del nostro popolo”

Coldiretti ha dato il via alla campagna #salvaunpastore in cui si sottolinea il fatto che portare la carne di agnello a tavola significa anche salvare il lavoro dei circa 4mila pastori terremotati che non hanno ancora abbandonato le aree colpite dal sisma di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria.

"I borghesi radical-progressisti possono guardare con la puzza sotto il naso queste persone, ma noi che crediamo nelle radici popolari li difenderemo fino in fondo e ci auguriamo che quegli usi e costumi vengano tramandati di padre in figlio. Infine c'è lo snobismo puro e semplice, la retorica buonista, il pietismo cretino.

Quella di chi ignora che la pastorizia, per sopravvivere al crollo del prezzo degli agnelli macellati, si rifugia nella super- produzione di formaggi e prodotti caseari, con il risultato di uccidere ancor prima gli agnelli per poter utilizzare fino in fondo il latte delle pecore. Oppure di tutti coloro che hanno sempre mangiato carne, ma che improvvisamente si commuovono di fronte alle forme aggraziate di un cucciolo. Intendiamoci: ognuno è libero di condurre come vuole la sua vita privata e la sua alimentazione.

Ma, per favore, nessuno pretenda di mettere sotto accusa chi continua a vivere secondo la tradizione,gli usi e i costumi del nostro popolo". Lo scrive il segretario del Movimento nazionale per la sovranità, Gianni Alemanno nell'editoriale di domani pubblicato su "Il Giornale d'Italia".

"Sono questi che devono fare scuola ed essere modello, senza demonizzare chi fa scelte alternative, che però non possono diventare regole di vita – scrive Alemanno – Quindi, il giorno di Pasqua facciamo tutti un bel selfie con l'agnello o il capretto cucinati secondo le regole delle nostre mamme e delle nostre nonne. Anche così si alimenta la grande battaglia contro l'oppressione del 'politicamente corretto', oggi diventato 'animalmente corretto'".

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