Pesaro, ancora bullismo: spintonano il prof e provano a dargli fuoco

I due studenti sono stati sospesi e ripeteranno l’anno. La preside: “I genitori dei figli peggiori li giustificano sempre”

Un altro episodio di bullismo, uno dei tanti (anche se in pochi denunciano), si è recentemente verificato presso la scuola professionale Benelli di Pesaro, che forma giovani tecnici meccanici: uno dei docenti è stato aggredito in una classe quarta da due studenti maggiorenni ripetenti, che brandendo un accendino mimavano di dargli fuoco e lo spintonavano, mentre l’intera classe li esortava a farlo e riprendeva la scena con gli smartphone. Tra le risa.

L’insegnante, forse impaurito, sicuramente amareggiato e scosso, non ha riportato l’accaduto alla preside Annamaria Marinai; che però ha saputo tutto in questi giorni, grazie a un video inviatole su whatsapp. La responsabile scolastica ha quindi convocato d’urgenza il consiglio d’istituto e i due studenti responsabili degli spintoni e della scena incendiaria sono stati sospesi fino alla fine dell’anno scolastico. Di fatto, obbligandoli a ripetere l’anno.

Anche un altro ragazzo, uno dei più facinorosi che incitavano i due a appiccare le fiamme, ha rimediato una lunga sospensione fino al 19 maggio (il suo anno scolastico è salvo) mentre il resto della classe è stato sospeso con l’obbligo di frequenza.

Queste le parole della preside, riportate da Il Resto del Carlino: Non abbiamo avuto solo questa spiacevolissima e incredibile aggressione al docente, il quale merita il massimo rispetto ma che evidentemente agli occhi degli studenti appare debole e destinatario di ogni tipo di scherno. Abbiamo bocciato altri due studenti che durante la gita scolastica di quinta sono rimasti coinvolti in una rissa, hanno adescato ragazze in malo modo, sono stati irriguardosi verso gli accompagnatori infischiandosene di orari e regole. Non saranno ammessi all’esame”.

Ovviamente i genitori dei ragazzi indisciplinati sono d’accordo… Anzi, provvederanno anche loro a punire i propri figli. O no…?

Di solito no: “Sono continuamente minacciata di querele, richieste danni, e anche di ritorsioni fisiche. Mi dicono se io ho dei figli, se sono consapevole di quello che potrebbero farmi nel caso uno degli studenti bocciati si gettasse dalla finestra, se penso al mio futuro. I genitori dei figli peggiori li giustificano sempre. Per loro, ciò che dice il figlio è sacro. Il resto è falso. Ma io non sono una preside che gira la testa da un’altra parte come fanno tanti miei colleghi. Io affronto e cerco di risolvere” confessa amareggiata la dirigente.

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