Pronto Soccorso Latina, la struttura sta implodendo. Le proposte dell’Usb

“Per i pazienti ordinari restano un’unica stanza e un’unica sala d’attesa interna dove vengono ‘ammassati’ all’inverosimile”

pronto soccorso latina

Pronto Soccorso Ospedale S. Maria Goretti, Latina

“L’enorme afflusso di questi giorni di pazienti Covid positivi (sospetti o confermati) che vengono veicolati al Pronto Soccorso di Latina sta creando seri problemi per la tenuta e la sicurezza della struttura. Pochi i posti letto convertiti nell’ospedale dall’azienda che non sono assolutamente sufficienti per decongestionare il PS”.

Così in un comunicato il sindacato Usb, Unione Sindacale di Base. “La capacità della struttura è oramai esigua nonostante l’apertura della nuova ala ex neurologica di 15 posti letto. Il 70% del PS è ormai appannaggio di pazienti sospetti e confermati covid positivi.

Fila ambulanze in attesa di posti letto liberi

Si continua a vedere la fila di ambulanze all’esterno, con soste interminabili in attesa che si liberi un posto letto in Pronto Soccorso.

A questo va aggiunto il flusso dei pazienti ordinari, non urgenti. Una buona parte degli spazi disponibili sono stati chiusi per lavori di ristrutturazione (ma era questo il momento?!!). Restano per questi pazienti un’unica stanza ed un’unica sala d’attesa interna dove vengono ‘ammassati’ all’inverosimile. E questo in barba a tutte le norme di distanziamento precauzionale previste dai DPCM e dalla linee guida nazionali.

Ritornando all’afflusso dei pazienti Covid si denota, rispetto alla prima fase dell’epidemia, che sono completamente saltate le indicazioni di trasportare in PS soltanto pazienti che necessitano di assistenza perché affetti da evidenti sindromi respiratorie.

Pronto Soccorso Latina, operatori sanitari contagiati

Nonostante l’esperienza della prima fase dell’epidemia che aveva evidenziato l’inefficienza del territorio, nulla è cambiato da allora, tant’è che la maggior parte dei pazienti con lievi sindromi parainfluenzali Covid viene veicolato in PS proprio dai medici di base.

In questo scenario chi rischia di pagare gli effetti di tale promiscuità e caos sono gli operatori che rispetto alla prima ondata in quest’altra fase sta evidenziando un aumento considerevole ed allarmante di affetti da Covid sintomatici”.

“Dulcis in fundo, la riconversione della nuova ala del Pronto Soccorso in area Covid ha determinato la chiusura dell’area di Pronto Soccorso pediatrico.

L’unica soluzione trovata a oggi sembra essere quella di riversare i pazienti pediatrici in una piccola area separata all’interno del triage dove sono già ‘ammassate’ decine e decine di pazienti.

La stessa sorte capita ai pazienti pediatrici sospetti Covid che vengono inviati negli spazi destinati agli adulti insieme a quest’ultimi”.

Come Usb “riteniamo che alcuni provvedimenti vadano adottati subito a tutela della salute di pazienti e lavoratori e, in particolare:

  1. Riconversione immediata del numero dei posti letto da destinare ai Covid che l’ospedale aveva nella prima fase della pandemia.
  2. Ripristino immediato dei percorsi separati e delle norme di distanziamento dei pazienti ivi comprese le sanificazione nelle 24 ore.
  3. Decongestionare il PS obbligando la medicina territoriale ai compiti designati dalle linee guida e dai Dpcm in materia di assistenza e osservazione dei pazienti affetti da Covid con sintomatologia parainfluenzale.

Disposizioni immediate e risolutive

  1. Disposizioni immediate e risolutive al fine di impedire l’invio di pazienti no tempo-dipendenti al PS di Latina da parte della centrale del 118 utilizzando per questi pazienti gli altri stabilimenti sanitari presenti sul territorio provinciale.
  2. Il trasferimento del Pronto Soccorso pediatrico in altra struttura veicolando in PS soltanto i pazienti pediatrici in codice rosso.
  3. Subito un‘Indennità di disagio per tutto il personale COVID.
  4. Assunzioni di personale a tempo indeterminato”. (Comunicati/Dire) 

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