Roma, al Comune è caos da Pronto Soccorso

Il Sindaco diceva di voler gestire il comune come una sala operatoria ma rischiamo di dover correre al pronto soccorso

Mentre è ancora in corso la telenovela del “rimpasto”, che dovrebbe dare nuova vitalità alla languente Giunta capitolina, per il sindaco Marino si prospettano nuovi problemi, persino per l’attuazione del suo programma.

Cominciamo con la prossima chiusura al traffico di tutta via dei Fori Imperiali. Come forse saprete, a partire dal prossimo 28 giugno tra Piazza Venezia e il Colosseo circoleranno solo i mezzi pubblici: ai taxi sarà permesso di arrivare fino a largo Ricci, poi dovranno imboccare via Cavour, mentre gli autobus potranno proseguire passando davanti al Colosseo. Quindi su via dei Fori imperiali non passerà più nessuna auto privata, ma non si capisce se le auto private ricomprendano anche le ‘auto blu’ e i bus turistici…

Questa chiusura, naturalmente, si rifletterà sul traffico dell’intero settore, a partire dal nodo, già congestionato, di piazza Venezia; gli effetti precisi che essa avrà non sono al momento prevedibili, ed è per questa ragione che il Campidoglio ha annunciato che anche questa sarà una chiusura sperimentale, esattamente come avvenne un anno fa per il primo tratto, in modo da vedere cosa succederà.

Per fortuna stiamo andando incontro all’estate e questo potrebbe agevolare sia la gestione di questa fase che gli eventuali problemi che dovessero derivarne.

Questa seconda fase dovrebbe però iniziare a dare un senso compiuto alla scelta, parziale e un po’ troppo approssimativa, che il sindaco fece appena eletto, anche se da parte di molti osservatori rimangono forti perplessità, sia per la mancanza di parcheggi di scambio, a monte e a valle di questa chiusura, sia per l’assenza, ormai ad un anno di distanza, di un progetto generale di sistemazione ed utilizzazione della via liberata dal traffico privato.

Una critica che ha fatto, in maniera nemmeno tanto velata, lo stesso assessore alla mobilità Improta, quando ha detto che spera che, prima o poi, l’assessorato all’Urbanistica e quello alla Cultura, si decidano a proporre ai cittadini un progetto più completo, che non si accontentino della soluzione della viabilità alla quale ha provveduto lui…

Insomma, gli scricchiolii dentro la Giunta sono sempre più evidenti e se la “sperimentazione” dovesse essere fallimentare le critiche saranno feroci. In bocca al lupo, signor sindaco.

​Ma veniamo ora alla seconda questione: con la buona stagione molti automobilisti si trasformano in centauri e tirano fuori le loro due ruote dal garage. Questo è un bene per il traffico, ma non è detto che sia anche un bene per loro, perché li attendono le strade di Roma che si sono conquistate ormai il titolo di “strade più disastrate d’Europa”.

Persino le vie del centro storico, che dovrebbero essere il biglietto da visita della città, sono piene di buche, crepe, avvallamenti e rattoppi di asfalto fatti alla meno peggio.

Proprio ieri un quotidiano illustrava la situazione, a dir poco scandalosa, delle strade del quartiere Prati, che per via di Castel Sant’Angelo e di San Pietro è uno dei quartieri più frequentati dai turisti. Ovunque si vedono voragini e avvallamenti, che sono pericolosissimi per i pedoni e i motociclisti.

Questa è davvero una vergogna per Roma e non si capisce come non si riesca porvi riparo. E’ pur vero che siamo in tempi di crisi economica, ma un’amministrazione seria dovrebbe cercare di salvare la faccia curando almeno la parte della cittàpiù visibile al resto del mondo.

Ma la vera chicca di questi giorni riguarda il tema degli animali. Qui sta succedendo qualcosa di davvero incredibile, con la distruzione di anni di paziente lavoro fatto delle precedenti amministrazioni di centrosinistra. Il “modello Roma”, prima demonizzato da Alemanno e poi messo in crisi dalla recessione economica, almeno sul versante degli animali ci aveva lasciato qualcosa di economicamente vantaggioso e di socialmente utile. Ora pare che quel poco di buono che era sopravvissuto stia per essere del tutto cancellato dai due Marino: il Sindaco e la sua omonima, assessore all’Ambiente. 

A partire dal preoccupante dietro front che si sta facendo sulla questione delle botticelle, cioè le tipiche carrozzelle romane che portano i turisti a spasso per la città. Le botticelle sono un ricordo dei tempi andati che però, ormai, si scontra sia con la tutela della salute degli animali che con la dura realtà del convulso traffico cittadino.

I cavalli, costretti a muoversi nel traffico intenso, in estate vengono spesso schiantati dal sole che arroventa l’aria irrespirabile e l’asfalto.

Il sindaco aveva promesso in campagna elettorale di limitarne l’uso alle ville storiche ma per il momento non sta facendo nulla. Anzi, non ha nemmeno ancora nominato il tanto annunciato garante degli animali che dovrebbe affiancare – dovremmo veramente dire surrogare – l’assessore Estella Marino che finora non ha dimostrato nessun interesse né per il benessere degli animali né per l’ufficio che se ne dovrebbe preoccupare.

L’assessore Marino, che sul problema delle botticelle si sta rimangiando tutte le promesse fatte dal Sindaco, sta anzi facendo di peggio. Il 22 maggio scorso ha fatto approvare dalla Giunta, la decisione di chiudere alcuni importanti canili e gattili comunali dove, con l’aiuto dei volontari, venivano curati e fatti adottare centinaia di animali. La delibera dice che le strutture non sarebbero a norma e che quindi vanno subito chiuse, distruggendo così il lavoro fatto delle precedenti amministrazioni.

Non solo, ma per risolvere il problema di dove collocare gli animali che sono ospitati in quelle strutture, pensano di affidarli ai canili privati convenzionati.

Questo fatto – al di là dell’amore che uno può avere per gli animali, le cui colonie verranno smembrate e deportate – rappresenterà un maggiore costo per la collettività, perché i privati, che sul numero di cani ospitati basano il loro business, non avranno alcun interesse a farli adottare, come invece facevano i volontari delle associazioni che affiancavano il Comune. 

Insomma, anche qui, anziché migliorare il servizio e puntare a efficienza e risparmio, ci si affida, come denunciano i rappresentanti delle associazioni animaliste, a decisioni prese da burocrati che non conoscono la materia e che, incaricando i privati, faranno lievitare il costo sulle spalle della collettività, mentre con gli stessi soldi potrebbero essere messe a norma le strutture che vogliono chiudere.

Le associazioni animaliste sono scese sul piede di guerra e parlano di danno erariale e di denunce alla Corte dei Conti. 
 

Il sindaco, in campagna elettorale, dichiarava di voler portare nell’amministrazione romana l’efficientismo che aveva imparato come chirurgo negli Stati Uniti. Diceva che avrebbe gestito il Comune come una sala operatoria; ma se continua così rischiamo di dover correre al “pronto soccorso”.

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