Roma, all’asta un’opera realizzata da B:Zarro per Amatrice
Con queste motivazioni l’artista internazionale di origine amatriciana B.Zarro, all’anagrafe Mauro Conti, spiega la decisione di licitare, il prossimo 13 giugno alla Casa D’Aste Babuino di Roma
Martedì 13 giugno all’asta l’opera “I Have a Drink. Abbiamo sete di Speranza” realizzata da B.Zarro. L’artista amatriciano: “ho ceduto ad una attività commerciale dell’arte per sostenere la ricostruzione di Amatrice, affinché la sua storia non finisca il 24 agosto 2016”
Roma, 11 giugno 2017 – “Per la prima volta ho ceduto ad una attività commerciale dell’arte per sostenere la ricostruzione morale e materiale di Amatrice, affinché la sua storia non finisca con la data del 24 agosto 2016”.
Con queste motivazioni l’artista internazionale di origine amatriciana B.Zarro, all’anagrafe Mauro Conti, spiega la decisione di licitare, il prossimo 13 giugno alla Casa D’Aste Babuino di Roma, la sua opera “I Have a Drink. Abbiamo sete di Speranza” i cui proventi andranno al programma di ricostruzione del Patrimonio Artistico amatriciano indicato nel bando “Adotta un’opera”.
B.Zarro, lasciando Amatrice il 23 agosto, vide per l’ultima volta il casale di famiglia e i luoghi della sua infanzia prima che, alle 3.36 del giorno dopo, un terremoto “di rara potenza” devastasse la terra di Amatrice. Tragica notte nella quale tutti gli italiani hanno perso un frammento della propria identità culturale.
Noto alla scena internazionale grazie alle sue installazioni pubblicate nelle più importanti riviste d’arte l’artista, da quel momento, ha rivolto il suo lavoro alla Terra dei Nonni con accentuata energia dando vita a “I Have a Drink. Abbiamo sete di Speranza. Cola per la Matrice”. L’opera d’arte, quasi come un moderno Cavallo di Troia, inganna e nasconde al suo interno la tragedia. Sotto la carta color terra si delineano le curve ben note della bottiglietta della soft drink che, cinta da uno spago e marchiata dal rosso fuoco, custodisce al suo interno le macerie di Amatrice.
L’oggetto d’uso quotidiano conserva le nostre radici, la terra di un paese che ha testimoniato la storia abitativa e culturale della Penisola. Ma, più che ricordare ciò che la Natura ha spazzato via, intende riaccendere il senso di responsabilità ad agire, nella speranza che il patrimonio identitario di Amatrice, simbolicamente di tutti gli italiani, venga ricostruito, mattone su mattone.
B.Zarro, trasformando il contenitore della bevanda americana nell’espressione globale di un agire etico ed in uno strumento di utilità e speranza, converte la tragedia per diffondere auspici e iniziative di rinascita. Svuotato e riempito del simbolo identitario (la terra nativa), il contenitore è divenuto raccoglitore ecologico e divulgatore di chances.
Donatella Gimigliano Giornalista – Relazioni Pubbliche & Comunicazione
I HAVE A DRINK. Abbiamo sete di Speranza. Cola per la Matrice.
Alle ore 3.36 del 24 agosto 2016 un terremoto “di rara potenza” ha scosso il Centro Italia, devastando la terra di Amatrice. Quella tragica notte molti italiani hanno perso qualcuno o qualcosa.
Amatrice e le sue Ville, con tutto il portato di storia, cultura, conoscenze e tradizioni, rappresentavano una versione ideale del “modello italico” costituito dall’Italia dei paesi, dei borghi e delle micro-realtà diffuse, un modello che è la spina dorsale della “cultura italica”. Il baricentro della penisola, una sorta di ombelico d’Italia.
Quella tragica notte gli italiani hanno perso un frammento della propria identità culturale. B.ZARRO, artista di origine amatriciana, lasciando Amatrice il 23 agosto, vide per l’ultima volta i luoghi della sua infanzia e il casale di famiglia.
Noto alla scena internazionale grazie alle sue installazioni pubblicate dalle più diffuse riviste di arte specializzata, come dai quotidiani internazionali, l’Artista, da quel momento, ha rivolto il suo lavoro alla Terra dei Nonni con accentuata energia.
Sotto la carta color terra si delineano le curve ben note della bottiglietta della soft drink. Cinta da spago e marchiata dal rosso fuoco, essa custodisce al suo interno la terra di Amatrice, la stessa terra che aveva dato i natali a Nicola Filotesio (Amatrice 1480 ca. Ascoli Piceno 1547 ca.), artista noto come Cola dell’Amatrice, che aveva, tra l’altro, progettato la ricostruzione della cittadina quando cadde vittima del sacco degli spagnoli nel 1529.
B.ZARRO dà vita a un’opera dedicata al mantenimento della memoria delle proprie identità ed alla costruzione di un “meccanismo di speranza”. L’oggetto d’uso quotidiano conserva le nostre radici, la terra di un paese che ha testimoniato la storia abitativa e culturale della Penisola, ma più che ricordare ciò che la Natura ha spazzato via, intende riaccendere il senso di responsabilità ad agire, affinché la storia di Amatrice non finisca con la data del 24 agosto 2016, nella speranza che il nostro patrimonio identitario venga ricostruito, mattone su mattone.
Risulta facile ricondurre l’intervento di B.ZARRO ad Andy Warhol, quando, nel 1962, eleggendo la bottiglia di Coca – Cola a immagine protagonista della sua Opera, innalzò un oggetto tipico della cultura commerciale al rango di opera d’arte, testimoniando il carattere della società di massa che, ammaliata dal consumismo e dallo star system, aveva incalzato le immagini di santi ed eroi con le icone della nuova religione popolare.
Se la pop art ha lanciato un’arte fredda, anonima e di facile lettura, B.ZARRO recupera un brand così famoso celandovi l’impegno a non disperdere le radici culturali che si sono diffuse in tutta Italia a partire dalle terre dei Sabini. A un Andy Warhol che ironizza sull’oggetto del consumo, senza arricchirlo di valore spirituale, si contrappone B.ZARRO che trasforma il contenitore della bevanda americana nell’espressione globale di un agire etico ed in uno strumento di utilità e speranza.
Svuotato e riempito del simbolo identitario (la terra nativa), il contenitore diverrà raccoglitore ecologico e divulgatore di chances. L’opera d’arte (Cola per la Matrice) di B.ZARRO, quasi come un moderno Cavallo di Troia, inganna e nasconde al suo interno la tragedia. A questo passaggio segue però il riscatto: l’Opera di B.ZARRO trasforma la tragedia per diffondere auspici e iniziative di rinascita. Infatti, l’Artista sarà impegnato a concretizzare i risultati economici di tale operazione a favore di iniziative volte alla ricostruzione materiale e morale dell’identità locale.
È in tal senso che l’opera dell’Artista di origini amatriciane si avvicina maggiormente alla “Bruno Corà – Tee per la lotta continua vera” del 1975, quando Joseph Beuys sfruttò, in maniera del tutto casuale, la bottiglietta di Coca – Cola come recipiente per erbe e infusi naturali, simboleggiando l’instancabile lotta in nome dell’arte e della poesia.
La “Cola per la Matrice” di B.ZARRO si propone come un’efficace combinazione tra la reinterpretazione ideologica di un’icona identitaria e l’omaggio all’artista più famoso che Amatrice abbia mai dato alla luce.
Per la prima volta nella Sua carriera, un’opera dell’Artista viene battuta ad un’asta ufficiale (Casa d’Aste Babuino, Via dei Greci 2/A, in data 13 giugno 2017), in quanto l’Artista, da sempre in contrasto con l’attività mercantile dell’arte, cede alla operazione commerciale con un’opera che interpreta una grande funzione simbolica in un momento tanto delicato per il proprio Paese.