Roma cambia volto: cinque piani di finanziamenti per rinnovare la Capitale

Innovazione e sviluppo: sono questi gli obiettivi su cui vertono i cinque piani di finanziamento per Roma Capitale

Campidoglio di Roma

Boom di risorse per la Capitale. Sono previsti fino a un massimo di 19 miliardi di euro spendibili per rinnovare Roma. Questa esorbitante cifra è da rindirizzare a cinque piani attivi attualmente: Pnrr, Giubileo, Caput Mundi, rifiuti ed Expo 2030.

Le risorse per i cinque piani

La maggior parte delle risorse provengono dai finanziamenti per il Pnrr. Al momento il comune di Roma prevede di ricevere circa 3 miliardi di investimenti diretti da gestire. Oltre ai piani per le infrastrutture e la mobilità sostenibile, per i quali si attende un investimento di circa 6,5 miliardi, di cui 1,3 destinati al Giubileo, si aggiunge anche l’edilizia pubblica, che occuperà una grossa fetta della somma. Inoltre, rientreranno nei fondi previsti anche le missioni per lo sviluppo di zone come Cinecittà.

Per quanto riguarda, invece, i finanziamenti per Roma Caput Mundi saranno previsti circa 500 milioni per valorizzare i beni culturali. Mentre dalla candidatura Expo 2030 si prevedono l’arrivo circa 2 miliardi da investire sui siti per Expo e circa 1,5 miliardi da indirizzare a infrastrutture, mobilità e logistica di servizio al sito.

Infine, questa settimana il sindaco Roberto Gualtieri presenterà il piano per il Giubileo e quello per i rifiuti. Per il primo è prevista una somma di circa 1,3 miliardi, che potrà arrivare anche a 4,2 miliardi considerando ulteriori finanziamenti da fonti diverse. Il piano rifiuti, invece, prevede un investimento di 1,3 miliardi, di cui circa 700 milioni andranno al termovalorizzatore.

Gestione delle risorse: tra progettazione e macchina amministrativa

La somma di 19 miliardi di euro rappresenta l’orizzonte massimo di risorse che la città può raggiungere, ma secondo le stime prudenziali ad oggi si calcolano 8 miliardi effettivi.

Tuttavia, in entrambi casi, sia se si consideri il tetto attuale o il massimo, desta qualche preoccupazione la gestione di questi fondi.

Il calcolo delle cifre è basato sui piani di investimenti diretti, indiretti e collegati di cui la Capitale avrebbe bisogno, ciò nonostante, l’approvvigionamento di una somma così imponente nelle mani di un’amministrazione cittadina non trasmette sicurezza.

Si discute da anni sul fatto che la Capitale dovrebbe far fronte alle sue sorelle europee, dunque, la gestione di questi fondi potrebbe essere una buona occasione per cercare di equipararle: aumentando i servizi e riducendo i disservizi.

Questo però oltre che a presentarsi come un’opportunità è anche una sfida. Infatti, come riporta Giorgio Santilli, nel suo articolo sul Il Sole 24Ore, questo potrebbe mettere “a nudo una fragilità condivisa a livello nazionale – la progettazione – e una enorme criticità locale – l’apparato amministrativo sfinito e incapace da anni di gestire gli investimenti ordinari, figuriamoci quelli straordinari”.

La progettazione e la macchina amministrativa dovranno trovare il giusto incastro per la gestione di questi fondi. Indubbiamente con delle cifre così colossali non si può non tener conto anche delle possibilità di corruzione e criminalità con la gestione degli appalti e dei bandi pubblici.

Dunque, per avere una macchina ben oliata non solo si dovrà garantire una struttura gestionale efficiente, ma anche soggetta a continui controlli.

Manutenzione stradale affidata ad Anas

In questi giorni le strade di Roma in alcune zone si stanno rifacendo il manto. Infatti, la settimana scorsa è stato annunciato l’avvio della manutenzione stradale affidata a Anas, grazie a una convezione.

Questo tipo di intervento sembra essere la soluzione migliore per scrollare il peso dei nodi burocratici ed evitare carenze amministrative. La modalità gestionale affidata ad Anas, infatti, gli consente di gestire il lavoro in totale autonomia: dalla progettazione alla gestione. Questa però vale per i soggetti pubblici.

Tuttavia, un’altra soluzione per sopperire alle possibili difficoltà potrebbero essere i project financing a soggetti privati, che diventando partner e contributori del finanziamento potranno anche gestione l’opera in realizzazione.