Roma, i soccorsi non parlano inglese e arrivano tardi: muore 25enne tedesca

L’avvocato: “Tutto sta nel verificare se il ritardo, così come raccontato dal compagno, corrisponde a quanto riportato dai medici”

Janna Gommelt

Janna Gommelt

Il 20 gennaio scorso, a Roma, a pochi metri dal mare di Focene, la 25enne tedesca Janna Gommelt è deceduta a bordo del suo furgone camperizzato, dopo aver perso i sensi. I soccorsi, chiamati dal suo compagno irlandese, Michael Douglas, sono arrivati solo dopo 43 minuti e non hanno potuto fare nulla per salvare la ragazza.

Janna Gommelt
Janna Gommelt

Come riportato da La Repubblica, Douglas ha effettuato la prima chiamata al 118 alle 15:39. “Mi hanno subito messo in attesa per trovare un operatore in grado di parlare inglese – ha spiegato – . Poi, sempre faticando nelle comunicazioni, mi è stato detto di tenere acceso il gps così che l’ambulanza ci potesse trovare”.

Alle 16:10 un’altra telefonata, ma i soccorsi ancora non arrivavano. Successivamente, è stato Michael a individuarli e a raggiungerli con il suo mezzo a quattro isolati di distanza. La donna, solo a quel punto caricata in ambulanza, è stata trasportata dopo 15 minuti presso l’ospedale Grassi di Ostia, in cui non c’è stato nulla da fare.

“Se i soccorsi fossero arrivati in tempo Janna sarebbe ancora viva”

“Si è inchinata per prendere una cosa in frigorifero e ha detto solo ‘sto svenendo’ – ha proseguito Douglas-. Non ho esitato nemmeno un secondo prima di chiamare l’ambulanza. Se i soccorsi fossero arrivati in tempo Janna sarebbe ancora viva”.

Janna, in seguito, è stata portata all’obitorio comunale del Verano e ne è stata disposta l’autopsia (già completata). L’esito di quest’ultima, tuttavia, ancora non è stato consegnato all’avvocato della famiglia, Manuele Piccioni, e nel frattempo è stato aperto un fascicolo alla procura di Civitavecchia contro ignoti per istigazione al suicidio.

L’avvocato: “Nella scheda anagrafica è stato scritto male il suo nome”

“Sono passati oltre 70 giorni e la famiglia di Janna Gommelt non ha ancora saputo per quale motivo è venuta a mancare la donna. Non mi è mai capitata una situazione del genere”, commenta Piccioni sempre a La Repubblica. Autopsia? Generalmente le relazioni del medico legale vengono depositate in tempi più spediti. Stavolta invece le cose stanno andando avanti per le lunghe.

Ci sono stati ritardi fin dall’inizio, perché per due volte, nella scheda anagrafica della donna deceduta, è stato scritto male il suo nome, e questo ha creato delusione e rabbia alla famiglia. Immagino che anche adesso ci sia un motivo. Sarebbe davvero imbarazzante se tutto questo stesse avvenendo solo per sciatteria.

Fascicolo sull’istigazione al suicidio? Ho avuto solo spiegazioni informali. È normale che in casi come questo, la morte improvvisa di una persona giovane, si avvii un procedimento penale. Non ci sono elementi per giustificare il perché di questa specifica imputazione, ma quello che deduco è che il pm abbia assegnato un titolo di reato ‘al buio’ per completare gli accertamenti necessari in tempi rapidi”.

“Se c’è nesso tra ritardo e morte allora è omissione di soccorso”

“È paradossale, e c’è un altro aspetto poco chiaro. Il nullaosta per la cremazione è stato concesso a metà febbraio. Questo vuol dire che le cause della morte sono accertate e che è già chiaro che non ci sarà l’esigenza di ulteriori accertamenti sul cadavere, dato che appunto, può essere cremato. Per questo non mi spiego il motivo di questa lunga attesa

Se c’è un nesso causale tra ritardo dei soccorsi e morte, allora questo è un classico esempio di omissione di soccorso. “43 minuti dalla prima chiamata? È un tempo mostruoso. Ripeto, tutto sta nel verificare se il ritardo, così come raccontato dal signor Douglas, corrisponde a quanto riportato dai medici”.