Roma. Il blitz della Polizia a Porta Maggiore, in un inimmaginabile degrado

Porta Maggiore e Piazzale Labicano sono da sempre il regno del degrado. Ai tempi dell’antica Roma questo era un luogo fondamentale per la vita dell’Urbe

Blitz della polizia a Porta Maggiore di Roma

Infine a Porta Maggiore arriva la retata. Sarà forse “merito” del video di stamattina in cui passeggiavo in un degrado che quasi mi faceva piangere. Due auto della polizia municipale con al seguito due squaletti AMA. Gli agenti si dispongono lungo i binari del tram cercando di farsi largo con i piedi tra tonnellate di immondizia e cianfrusaglie di ogni tipo.

Gli operatori AMA in tuta arancione scendono dai mezzi con scope e pale e cominciano a raccogliete ciò che rimane del mercatino abusivo che ogni giorno si svolge a Porta Maggiore. Tutto intorno è un fuggi fuggi generale. Nordafricani, per lo più, ma anche rom, uomini col volto nascosto in cappucci di felpe logore, donne con fazzoletti e lunghe gonne colorate che tirano enormi carrelli con quello che sono riuscite a salvare: pentole, vestiti, coperte, oggetti di ogni genere, dagli ombrelli agli auricolari per cellulari. Chi è in attesa del tram si allontana velocemente e guarda da lontano, con espressione sconsolata, la scena che si svolge davanti agli occhi in tutta la sua drammaticità.

Porta Maggiore e Piazzale Labicano sono il regno del degrado

E pensare che ai tempi dell’antica Roma questo era il luogo dove confluivano otto degli undici acquedotti che portavano l’acqua alla città eterna. Oggi questa grande piazza divisa in due dalla Porta e dalle Mura Aureliane, patrimonio UNESCO, è forse l’area più degradata di Roma. Montagne di rifiuti in ogni angolo, tra gli archi o addossati sulle antiche mura, perfino in mezzo ai resti archeologici.
Latrine ovunque usate dai numerosi senzatetto che vagano nella zona immerse in un fetore che annichilisce. Siepi utilizzate come deposito di cianfrusaglie e vestiti sporchi, bottiglie, sacchetti, scatolette, cartoni sparsi sui marciapiedi completano un orrore difficilmente descrivibile.

Il mercatino abusivo

E poi il mercatino abusivo. Tutti i giorni convergono qui venditori improvvisati di oggetti e vestiti che “espongono” la “merce” tra le rotaie del tram (che fa pure fatica a passare) accanto al marciapiede, in un pullulare di grida e miseria umana, pronti a nascondere la mercanzia in sacchi e teli che trascinano correndo al minimo segno di pericolo. È la fiera del degrado nel degrado. Un triste spettacolo che sa di resa.

Oggi mi trovavo lì quando è arrivata la polizia. Ho assistito alla fuga di orde di disperati la maggior parte dei quali ha abbandonato in loco i propri averi. E disperati erano gli operatori SMA costretti a usare anche le mani per raccattare tonnellate di immondizia sparse ovunque, sulle rotaie, sotto le panchine, nelle aiuole in mezzo all’erba. Sono stati riempiti due interi squaletti. I camion sono andati via e gli agenti sono rimasti per controllare la zona mentre su tutta la piazza è sceso un silenzio quasi innaturale. Anch’io sono andato via.

Con la morte nel cuore e la speranza di una città degna di questo nome sbriciolata insieme all’immondizia raccolta negli squaletti. Un ultimo sguardo alle maestose mura aureliane, un cenno come a chiedere scusa e via a casa, passando per viale Pretoriano dove altro degrado si aggiunge a questo degrado. A scrivere di una città ferita e di cicatrici che difficilmente si rimargineranno.