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Adescamento e aggressione

Roma, trappole a luci rosse: annunci online e finte escort per rapinare uomini soli

di Simone Fabi
Scoperta una rete di adescamento e aggressione, messa in piedi da due uomini e una donna, tutti italiani, ora in carcere
Carabinieri e agenti di Polizia di Stato intervenuti nell'operazione
Carabinieri e agenti di Polizia di Stato intervenuti nell'operazione

Una strategia criminale architettata con lucidità

Dietro all’apparenza di un comune annuncio online si celava una vera e propria rete di adescamento e aggressione, messa in piedi da due uomini e una donna, tutti italiani, ora destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. I tre avevano ideato un meccanismo collaudato per attirare le loro vittime: pubblicavano annunci su siti di incontri a sfondo sessuale, proponendo prestazioni intime in cambio di denaro. A rispondere erano soprattutto uomini soli, attratti dalla promessa di una breve evasione, ignari del tranello in cui stavano per cadere.

Il teatro delle aggressioni: l’appartamento a Casal Bruciato

La scena si ripeteva sempre con modalità simili, a sottolineare la premeditazione del gruppo. Una volta pattuito l’incontro, le vittime venivano indirizzate in un’abitazione situata nella zona di Casal Bruciato. Ad aprire la porta era la donna, in abiti provocanti, che le accoglieva con fare disinvolto. Appena consegnato il denaro per la prestazione concordata, l’atmosfera cambiava repentinamente. Il secondo uomo, uno dei complici, irrompeva nella stanza fingendosi il compagno geloso della ragazza, mettendo in scena una furia controllata, calibrata per seminare panico e costringere l’interlocutore alla fuga.

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Chi scappava lasciava dietro sé portafogli, telefoni, chiavi, oggetti personali. In alcuni casi, i rapinatori non si limitavano alle minacce: secondo gli investigatori, almeno in un episodio una vittima è stata immobilizzata, colpita con calci e pugni, mentre in un altro caso un tassista sarebbe stato oggetto di estorsione. Le aggressioni, ricostruite grazie a un lavoro coordinato tra i Carabinieri della Compagnia Roma Piazza Dante e la Polizia del V Distretto Prenestino, dimostrano una crescente escalation nella violenza del gruppo, a tratti spregiudicata.

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Un modus operandi che si espande oltre le mura domestiche

L’azione del trio non si è limitata alle mura dell’appartamento. In un episodio emblematico, uno degli indagati ha fermato un automobilista lungo la pubblica via, nei pressi di un semaforo, qualificandosi falsamente come poliziotto della sezione antidroga. Sfruttando la confusione e la fiducia istintiva dell’interlocutore, è riuscito a farsi aprire l’auto, per poi entrare insieme al complice e sottrarre oggetti di valore e documenti, colpendo la vittima al volto in caso di resistenza. Un altro caso riguarda l’aggressione fisica a una farmacista della zona, colpita con uno schiaffo violento senza alcun preavviso, un gesto che rivela quanto gli indagati agissero senza remore, anche in spazi pubblici e a rischio di essere identificati.

Indagini solide e un impianto accusatorio articolato

Il quadro accusatorio è frutto di un’indagine meticolosa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma. Nonostante lo stato preliminare del procedimento e la presunzione d’innocenza da riconoscere ai tre soggetti coinvolti, gli elementi raccolti appaiono gravi e dettagliati, supportati da testimonianze coerenti, riscontri materiali e ricostruzioni video e telefoniche.

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L’efficacia della sinergia tra Polizia e Carabinieri ha permesso di documentare non solo quattro rapine aggravate, ma anche reati ulteriori: estorsione, ricettazione, utilizzo illecito di strumenti di pagamento e persino l’appropriazione indebita di un’autovettura sottratta a una vittima. Elementi che disegnano il profilo di un gruppo non improvvisato, capace di organizzarsi, diversificare gli obiettivi e agire con una violenza calibrata al contesto, senza mai perdere il controllo della scena.

Il caso di Casal Bruciato solleva interrogativi importanti sul controllo dei contenuti online, sulle responsabilità di chi gestisce piattaforme di annunci e sull’efficacia della prevenzione nel contrasto alle truffe digitali che sfociano in crimini ben più gravi. Ma soprattutto, racconta la vulnerabilità di chi, anche solo per un momento, abbassa la guardia.

 

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