Taxi sotto attacco: aumentano le aggressioni ai tassisti, vittime di campagne contro

Sono tornate le rapine e aggressioni nei confronti dei tassisti, a tal proposito sentiamo cosa dice il rappresentante nazionale di Fast Confsal Taxi Raffaele Salina

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Sono tornate le rapine e aggressioni nei confronti dei tassisti. Lo esprimono in un comunicato le rappresentanze sindacale del mondo Taxi. A tal proposito sentiamo cosa dice il rappresentante nazionale di Fast Confsal Taxi Raffaele Salina.

Questa escalation di rapine e aggressioni ha una motivazione ben precisa?

Le rapine nei confronti di colleghi ci sono sempre state. Da nord a sud il tassista, lavorando autonomamente, è bersaglio facile di malviventi che si accontentano anche di bottini magri. Ricordiamo che nel corso degli anni ci sono state anche rapine che hanno avuto esiti drammatici come la morte. Il fatto nuovo è l’ aumento delle aggressioni. La demonizzazione nei confronti del tassista da parte dei media, di influencer e personaggi vari che vogliono popolarità parlano male della nostra categoria, sta portando verso un vero e proprio odio sociale. Questo soprattutto dopo lo stralcio dell’art 10 del ddl concorrenza a causa della caduta del governo Draghi.

Aggressioni ai tassisti, il taxi è un servizio essenziale

Quindi il tutto ha un nome e cognome?

Basta leggersi l’inchiesta si Uber file uscito sull’espresso nel mese di luglio per capire l’ operatività di questa multinazionale per entrare prepotente, contro ogni regola, nel mercato del tpnl.

Quindi anche gli NCC?

No. Quelli che operano nel rispetto delle regole no. Purtroppo nelle città più importanti d’Italia, operano ncc irregolari che espletano il proprio lavoro da tassista operando, per l’appunto, con l’app di Uber tramite algoritmi.

Ricordiamo sempre che il Taxi è un servizio essenziale, con obbligo di prestazione e tariffa e turni amministrati, mentre l’ncc deve partire dalla propria rimessa effettuare il servizio e tornare nella propria rimessa.

È proprio per questo motivo che, a breve, chiederemo di incontrare il nuovo governo per definire, attraverso quei decreto attuativi licenziati nel 2019, ma mai messi in pratica. In questi decreti, ricordiamolo bene, c’è la netta distinzione fra l’operatività del taxi e degli ncc e la regolamentazione delle piattaforme tecnologiche.

Aggressioni ai tassisti, le immagini distorte dalla Tv

Che suggerimenti dà perché si riduca questa visibilità distorta del taxi?

Semplice, parlando delle migliaia di azioni positive svolte dai singoli tassisti a dispetto delle pochissime azioni negative svolte da pochi, ma evidenziate come azioni quotidiane da cui difendersi.

Sulle tv sono passate le immagini dell’aeroporto di Ciampino, sono state scritte parole pesanti sul mancato utilizzo del POS e sulle aggressioni verbali dei tassisti nei confronti dei clienti, ma ho visto pochissima rilevanza nei confronti del collega che ha salvato la vita al turista irlandese grazie al suo pronto intervento con il defibrillatore, al collega che durante il lockdown ha portato un bambino in Calabria dopo essere stato dimesso dall’ospedale Bambino Gesù perché non poteva utilizzare altri mezzi al di fuori dell’auto e i genitori non avevano le possibilità economiche per far fronte a questo viaggio, quei tassisti fuori l’ospedale Forlanini di Roma durante il lockdown che offrivano gratuitamente gli spostamenti di operatori sanitari in altre strutture ospedaliere, poi dato a titolo oneroso agli ncc. Basta rovesciare la medaglia.

Pochi servizi e poco supporto per le sentinelle del territorio

I comuni nei vostri confronti come si comportano? Come vi difendono?

Ci sono comuni che hanno preso le difese dei taxi nella diatriba del art. 10 del ddl del luglio scorso e hanno messo a disposizione della categoria importanti servizi. Altri comuni sono marginali o addirittura assenti.

Facciamo il caso di Roma, dove il tassista per espletare quelle funzioni fisiologiche fuori dal centro, deve ricorrere a bar, che spesso hanno i bagni fuori uso o ricorrere a soluzioni di fortuna.

Cosa suggerisce anche qui e quali potrebbero essere le soluzioni?

Per quanto riguarda l’argomento fisiologico, mi perdoni se insisto su questo, quando io iniziai questo lavoro c’erano i così detti vespasiani dislocati in vari punti della città dove operatori del Tpnl e Tpl potevano ricorrere per espletare queste funzioni.

Capisco che erano poco igienici, ma si potrebbe pensare a qualcosa del genere. Per il resto sapete benissimo come la penso, ci sono delle associazioni taxi che, a proprie spese, corsi BLSD per l’uso dei defibrillatori munendo, sempre a proprie spese, vetture con questo strumento salvavita.

Qui potrebbero essere più presenti aiutando queste associazioni economicamente, per fornire più preparazioni e più strumenti per la salvaguardia di cittadini e turisti visto che operano 24 ore su 24 nel territorio.

A tal proposito, come ben sapete, mi batto perché il taxi venga utilizzato come sentinella sul territorio vista la sua operatività di 24 ore. Come? Fornendo un numero preferenziale ed emergenziali collegato alle forze dell’ordine, agli operatori sanitari e alla protezione civile in casi di emergenza.