Terremoto Marche, il geologo Troncarelli: “Le zone a rischio nel Lazio”

Le provincie di Rieti e Frosinone sono a rischio di sismicità 1, un fattore che può essere preoccupante

Roberto Troncarelli

Roberto Troncarelli

Nelle Marche la terra ha tremato con una intensità tale da far tornare alla mente i terribili giorni di Amatrice. Sulla scia delle “Novembrate” abbiamo chiesto al Dottor Roberto Troncarelli, ex Presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio e membro del Consiglio Nazionale dei Geologi, se esiste un legame tra il caldo anomalo dovuto al cambiamento climatico e cosa potrebbe attenderci per il futuro.

Dottor Troncarelli, innanzi tutto ci dica se la Capitale potrebbe essere interessata da fenomeni sismici legati alle scosse delle Marche

No, il terremoto avvenuto nella regione Marche è legato a meccanismi che sono ubicabili a territori che si trovano in zone definite propriamente sismiche, zone cioè dove può nascere terremoto, nelle quali troviamo gli epicentri per intenderci.

Nell’area di Roma e nelle zone limitrofe non abbiamo notizie di sismi di particolare intensità. Il terremoto che percepiamo, risulta essere un fenomeno che arriva da zone sismiche, le più vicine a Roma sono naturalmente le zone appenniniche. Lo abbiamo visto con Amatrice.

Gli effetti sismici che interessano la capitale hanno origine almeno a circa 7 km di distanza, distanza particolarmente efficace nell’attutire le scosse.

Se Roma è fuori pericolo però non possiamo dire lo stesso della Regione Lazio. Quali sono nella nostra regione i punti più a rischio terremoto?

Premettiamo che ad oggi, abbiamo una cartografia sismica molto dettagliata per la nostra regione, recentemente aggiornata alla luce degli effetti delle scosse nel Centro Italia (Amatrice e Accumoli ndr.)

Le zone a criticità 1, il livello più a rischio secondo la classificazione delle mappe sismiche, sono quelle del reatino che si avvicina all’Abruzzo e tutta la zona del frusinate, la “Ciociaria” orientale soprattutto. Tutta la parte della Regione che prosegue lungo la propaggine sud occidentale della catena appenninica. Ecco, direi che le provincie di Rieti e Frosinone sono a rischio di sismicità che può essere preoccupante.

Il cambiamento climatico, il caldo anomalo, può incidere sui terremoti?

No, mi sento di escluderlo in maniera quasi categorica. Non abbiamo elementi per pensare ad una correlazione e tantomeno risultano studi che vanno in quella direzione.  

Subito dopo la scossa delle Marche, si è temuto per un’allerta Tsunami (poi fortunatamente rientrata). Potrebbe accadere anche nel litorale romano un terremoto in mare, tale da far scattare l’allerta?

No nessun pericolo, il litorale romano non ha placche o vulcani sottomarini che possano originare scosse di quel tipo.

Altro discorso sarebbe se parlassimo del Mar Tirreno, ma lì la sismicità è diversa. Il mare (Tirreno ndr.) si sta aprendo, diciamo oceanizzando, e nel suo fondale si trovano numerosi vulcani attivi. Ora, sarebbe complesso entrare nella tecnicità del discorso, ad ogni modo per tornare alla domanda, la zona del litorale romano è piuttosto tranquilla. Potremmo includere anche il litorale laziale, partendo da Latina e arrivando fino al viterbese.