Valle del Sacco, bonifica in 5-7 anni grazie ad una pianta

A sostenerlo i ricercatori dell’Orto Botanico dell’università Tor Vergata di Roma

L’INQUINAMENTO DELLA VALLE DEL SACCO Per lunghi sette anni, dopo l’esplosione del caso Valle del Sacco, con la scoperta di fusti tossici per anni interrati illegalmente e il ritrovamento di un pesticida nei terreni e nel latte dei bovini, ci si è interrogati su come bonificare l’area inquinata.

VICINI AD UNA SVOLTA? Forse finalmente oggi una risposta c’è. A darla i ricercatori dell’Orto Botanico dell’università Tor Vergata di Roma che sostengono di poter bonificare la Valle del Sacco nel giro di 5-7 anni grazie ad una graminacea che è in grado di assorbire gli inquinanti presenti nell’acqua e nei terreni limitrofi.

BONIFICA IN 5-7 ANNI “L’elevata velocità di crescita della pianta – spiega Antonella Canini, direttore del dipartimento di Biologia, intervistata da ‘Il Corriere della Sera’- permette una bonifica efficiente. La pianta accumula i pesticidi e li trasforma in cristalli detossificando i siti. Questa pianta può creare una economia locale, soprattutto nel campo della biomassa”.

AREE RIUTILIZZABILI La Canini ammette che l’investimento iniziale è economicamente rilevante ma ciò consentirebbe tra cinque-sette anni “un riuso delle aree, restituendole alla loro vocazione agricola e ambientale”.
La sperimentazione è a buon punto, la bonifica della Valle del Sacco sembra essere finalmente vicina ad una svolta.

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