Valmontone. Alberto Latini, Coronavirus: “le comunicazioni sul sito del Comune”

Il primo cittadino: “i social scatenano, in alcune persone, reazioni ingiustificate e inaccettabili”

Alberto Latini

Alberto Latini, sindaco di Valmontone, nei giorni scorsi, tramite un post social Facebook, aveva dichiarato di non voler più postare gli aggiornamenti di eventuali nuovi contagiati da Coronavirus. Lo abbiamo contattato e intervistato. Ecco cosa ha risposto ai nostri taccuini.

Come mai ha preso la decisione di non comunicare più il triste aggiornamento numerico dei contagi nel Comune di Valmontone? Come si pone in quanto primo cittadino rispetto al fatto che i sindaci sono tenuti a informare per legge la cittadinanza del numero di contagi e decessi sul loro territorio?

<<A Valmontone, al momento ci sono cinque persone risultate positive: quattro sono in isolamento a casa in buone condizioni ed uno soltanto ricoverato in ospedale, senza particolari problemi. Ho espresso a tutti la mia vicinanza, personale e da sindaco, e gli auguri per una pronta guarigione. L’obbligo della comunicazione dei dati del contagio è in capo alla Regione Lazio che, ogni giorno alla stessa ora, dirama un bollettino con le cifre dell’emergenza Covid-19 suddivise per Asl, con dati aggregati, senza distinzione tra i comuni. Fino a qualche settimana fa, noi sindaci neanche venivamo informati dei contagi e delle persone in quarantena sul nostro territorio, nonostante i sindaci debbano poter disporre attività di vigilanza e controllo e, laddove servisse, assistenza alle persone che non possono uscire>>.

Se tali comunicazioni non verranno più condivise sulla sua pagina Facebook, verranno diffuse solo per mezzo di canali istituzionali?

<<La questione che mi sono posto non è se comunicare gli eventuali contagi, bensì se renderlo social oppure no. Purtroppo i social scatenano, in alcune persone, reazioni ingiustificate e inaccettabili. E’ per questo che continueremo ad indicare sul sito web del Comune di Valmontone i dati dei contagi, mentre non li metterò più sul mio profilo. Ero convinto che far sapere che il virus è in mezzo a noi avrebbe aiutato a tenere le persone a casa. Invece, purtroppo, si continua ad uscire per ogni sciocchezza e l’unico effetto, appena si comunicano i numeri, è la caccia al contagiato, la smania di saperne il nome o, in qualche caso, addirittura di inventarlo. E ne sa qualcosa un nostro sacerdote, finito per un giorno nel mirino delle chiacchiere. Per non parlare di quei concittadini che si sono sentiti presi di mira, calunniati, trattati con sospetto e paura perché ritenuti “positivi”. Un comportamento che, oltre ad essere triste e vergognoso, ci espone al rischio che qualcuno, magari per evitare cose simili, si spaventi e cerchi di nascondere eventuali sintomi, con serie conseguenze sulla diffusione del virus. Lo sciacallaggio non posso permetterlo. Ho provato, più volte, ad esortare tutti a non fare la caccia all’uomo, ma è inutile. Il contagio non discrimina nessuno, chiunque non sta a casa si espone al rischio. Il Comune, attraverso il sito web, la App e la pagina social cerca di comunicare tutte le cose che i cittadini devono sapere per limitare i disagi durante questo difficile periodo e stare a casa. Stare a casa!>>.

C’è chi sostiene che sapere il nome del malato serve a stare giù tranquilli?

<<Quando si individua un paziente positivo è la Asl ad attivare tutte le misure sia nei confronti del malato che, dopo un’indagine sui contatti avuti nei giorni precedenti, ad isolare in quarantena le persone a rischio. Noi, come Comune, vigiliamo affinché queste persone non lascino la propria abitazione, con gravissime conseguenze penali. A tutti gli altri non cambia nulla, ai fini pratici, sapere quanti e chi siano i contagiati. In ogni caso la regola è sempre e soltanto una: evitare ogni contagio, muoversi solo per motivi di reale necessità. Ovvero, e lo ripeto: restare a casa! Quando si capirà questo avremo fatto un importante passo avanti. Per essere vicini ai cittadini abbiamo attivato molte iniziative, che sono presenti sul sito e sui social. Tra queste segnalo il “conto corrente solidale”, attivato dai servizi sociali per continuare ad essere vicini alle famiglie in difficoltà. Approfitto per invitare tutti a donare, anche una piccola somma, al conto IBAN: IT83J0510439480CC0070524100, intestato a Comune di Valmontone su Banca Popolare del Lazio>>.  

*Intervista a cura di Manuel Mancini e Giulia Bertotto

*Foto di Roberto Benedetti

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