Valmontone, “Passi di donna”, le donne contro il tumore al seno

Associazione Il Girasole, le donne contro il tumore al seno, venerdì 26 settembre con “Passi di Donna”

Mirella Morgia ha occhi scuri intensi, è una bella donna, ma se la guardi bene sul volto ha i segni del dolore. Qualche anno fa, a Valmontone (Roma), ha fondato l’Associazione Il Girasole che si occupa di mettere insieme tutte quelle donne, che come lei, hanno sofferto o soffrono di cancro al seno.  Un’associazione che ha l'aspirazione di non far sentire sole le donne nella malattia, specialmente in un paesino come quello casilino, dove tutti si conoscono e pochi ti offrono un caffè.

È difficile descrivere  l’enorme entusiasmo, la voglia di mettersi in gioco, che ho respirato quando ho accettato l’invito di Mirella, un pomeriggio, e ho incontrato tutte queste donne, eterogenee, delle più svariate età. Ti accolgono, ti sorridono, ti abbracciano. Mi ringraziano, non ho fatto nulla per loro, sono io che quando parlo con ciascuna le ringrazio per questo spaccato di vita, di dolore, di emotività così diversa dalla mia, che pure di dolori, come tutti, ne ho attraversati.

Sono qui, perché Mirella ha organizzato, per il secondo anno consecutivo, venerdì 26 settembre, presso il Palazzo Doria Pamphilj di Valmontone, un evento volto alla prevenzione e informazione oncologica, denominato  "Passi di Donna", in cui  lei e le sue amiche sfileranno  come delle vere modelle,  indossando degli abiti che loro stesse hanno cucito, ricreato da abiti dismessi che nessuno usava più: “ Ci sentiamo come un vecchio vestito e allora ci riprendiamo la vita e lo riadattiamo”, dicono Mirella e Claudia F.. La metafora esistenziale delle loro vite: come rendere bello anche qualcosa che non lo è, reinventarsi cercando un’altra se stessa con tutta la forza di cui si è capaci, come queste donne ci insegnano.  All’evento,  parteciperà anche un gruppo di amici, bikers con le loro moto scintillanti: l’ “Associazione I Ribelli”, composta da uomini e donne.

L’Associazione Girasole oltre a fare informazione e prevenzione a Valmontone, ma sempre più spesso in giro per l’Italia, si occupa anche  di attività come ‘ricicrea’, ovvero il riutilizzo di oggetti, abiti vecchi che sono spesso inutilizzati e che queste signore giocano a ricreare. Inoltre, per dare supporto medico alle associate, esistono corsi di psicoterapia di gruppo e individuale coordinati dalla Dott.ssa Nadia Bonuglia, che si svolgono presso le sale del centro culturale di Valmontone, sito in via del Pero. C’è anche un corso di ‘movie therapy’, la terapia del cinema in cui si visionano film e si discutono dinamiche e problemi attraverso questi, tenuto dal Dott. Domenico Carbone.

C’è un po’ di commozione nel raccontarmi le loro storie. Mi confidano che anche le cose più semplici quando hai un tumore al seno, dopo la fase successiva alla mastectomia, quando hai pure affrontato la ricostruzione del seno, in quegli anni in cui ancora non puoi dirti ‘guarita’, non puoi fare ginnastica, non puoi sollevare i manubri per il famigerato tricipite femminile perché spesso le metastasi arrivano fino a lì e devono asportare tutto e quindi la parte è delicatissima dopo gli interventi subiti, non puoi correre, non puoi metterti unghie finte come va di moda ora. Sono ‘cose piccole’, certo, ma danno subito la misura di quanto la tua vita non sia più ‘normale’.

"E’ una lotta, tutti i giorni” mi guarda dritto negli occhi Mirella, e poi continua Claudia F. con lo sguardo emozionato: “Ci siamo trovate. Mirella ha reso il suo dolore, una possibilità,  una gioia comune per tutte noi, un dono condiviso”.  E ancora l’altra Claudia, alta bruna, giovane: “Quando ho scoperto di avere il cancro al seno, l’uomo che frequentavo mi ha lasciato, aveva paura, lo capisco.  In più, per il lavoro che svolgevo, non  ho ricevuto nemmeno l’invalidità quando  ne ho fatto richiesta, secondo la legge 104 del 1992 era prevista, ma non ho potuto fare nulla. Manco avessi avuto una semplice febbre…”. Già, magari avesse avuto la febbre. E c’è anche una signora che in testa ha un turbante che le copre la calvizie dovuta alla chemioterapia e fa persino dell’autoironia: “Alla sfilata mi farò una bella acconciatura, mi legherò i capelli all’insù”. E giù tutte a ridere di gusto.

C’è di più ancora, tutte le donne del Girasole hanno posato come modelle per un calendario femminile a favore della prevenzione contro il tumore al seno voluto da Mirella e dall’associazione stessa, le foto allegate al presente articolo ne sono una testimonianza. Purtroppo, non tutte le storie hanno un lieto fine. Di recente, ho saputo che una ragazza giovane e bella che avevo conosciuto molti anni fa,  è morta proprio a causa di questa malattia, che a volte è ancora mortale. Volevo dedicare questo articolo a lei, e a tutte le donne che come lei non ci sono più, ovunque esse siano.

Posso soltanto concludere che dagli altri, dallo sguardo dell’altro, impariamo qualcosa che dimentichiamo troppo spesso: il valore della vita, dell’amore, dell’amicizia.  Nessuno è immune, cinicamente sarebbe bene ricordarselo. Associazioni come ‘ Il Girasole’  aiutano a non sentirti sola col tuo dolore, con la tua malattia e cercano di fare  prevenzione oncologica, uno strumento necessario per le donne. Dopo averle conosciute,  sono sempre più convinta che l’unico antidoto alla morte, anche se fosse solo per un istante, è l’amore in qualunque forma, come cantava John Lennon: ‘l’amore è la risposta’.

*Articolo già pubblicato su Le Città delle Donne

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