Vigneti del Lazio attaccati dalla peronospora, raccolto quasi del tutto compromesso

Un chek up dalle vigne delle province di Rieti e Viterbo, passando per i Castelli Romani, fino ai vigneti della Ciociaria e di Latina

Vigneto

Vigna nel territorio laziale

Le violente precipitazioni delle scorse settimane, che si sono alternate a ondate di caldo e siccità, non hanno risparmiato il settore vitivinicolo, creando un ambiente fertile per la diffusione della peronospora. Questa malattia fungina può causare gravi danni alle viti e compromettere la capacità produttiva dei vigneti.

“Sostegno immediato alle aziende”

“E’ stato compromesso il raccolto delle viti nel Lazio – spiega il presidente della Federazione regionale di Coldiretti, David Granieri – a causa delle forti piogge. La situazione è preoccupante e il raccolto è quasi completamente compromesso. E’ necessario intervenire con un sostegno immediato alle aziende agricole e non solo alle cantine”.

Vigna italiana sotto attacco

Molte aree di vigna italiana sono sotto attacco della peronospora, la malattia della vite che a causa delle abbondanti piogge di primavera e di inizio estate sta recando danni considerevoli in diverse regioni italiane in vista del prossimo raccolto. Lo affermano l’Osservatorio vendemmiale di Assoenologi, Ismea, e l’Unione italiana vini (Uiv), dopo una ricognizione nelle campagne.

Il fenomeno sta interessando in particolare le aree della dorsale adriatica, a partire da Abruzzo e Molise, con perdite fino al 40%, ma anche molte zone di Marche, Basilicata e Puglia per cui si prevedono cali nell’ordine del 25-30%. Difficile anche la situazione in Umbria, Lazio e Sicilia e, in parte, in Toscana. In grande sofferenza sarebbe anche il vigneto biologico – che rappresenta quasi il 20% dei filari italiani – che risulta in diverse aree in gran parte compromesso.

Assoenologi

Poco attaccate le altre aree. “Le abbondanti e continue piogge che hanno caratterizzato la primavera e l’inizio estate, sono state causa di malattie patogene in vigna, a iniziare dalla peronospora, e in alcune zone dell’Italia, in particolare del centro-sud, anche se pur circoscritto ad alcune zone si annuncia un calo della produzione con punte del 40-50%, in alcuni casi addirittura del 60%”, dice Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi.

La pioggia pomeridiana, l’umidità della notte e il sole della mattina sono state le condizioni climatiche “perfette per far sviluppare la peronospora che ha attaccato tutti i vigneti e in particolare le varietà più sensibili. Ma i danni possono essere comunque limitati da un punto di vista qualitativo con una attenta conduzione scientifica del vigneto”.

Adesso, aggiunge Cotarella, “dobbiamo ancor più ricorrere alla viticoltura di precisione per salvare i grappoli sani, perché non ci resta che adattarci a questo clima pazzo che cambia di anno in anno, cercando nuovi sistemi scientifici che ci permettano di governare i cambiamenti climatici. Resto convinto, comunque, che anche in una stagione così complicata, avremo sì una quantità di prodotto ridotta, ma il lavoro degli enologi, scientifico, professionale e passionale garantirà vini di alta qualità”.

Peronospora della vite

La peronospora della vite, causata dal patogeno Plasmopara viticola, è la malattia crittogamica più grave della vite; è in grado di attaccare tutti gli organi verdi della pianta, principalmente le foglie, i germogli e i grappoli, causando ingenti danni se non gestita correttamente.

Vigneti del Lazio colpiti dalla peronospora

Ai Castelli Romani sono andati distrutti i raccolti di oltre 900 ettari di terreno che hanno compromesso i vitigni della Malvasia, del Trebbiano, Sangiovese e Montepulciano e, tra le altre, le produzioni di vino Doc Frascati, Doc Castelli Romani, Doc Minori e Igt Lazio. In quest’area la distribuzione dell’infezione è ancora in evoluzione e il bilancio potrebbe essere anche peggiore di quello stimato tra il 20 e il 90%.

Stesse percentuali stimate a Rieti tra Magliano Sabina e le aree limitrofe, dove sono stati distrutti 100 ettari di vitigni Malvasia, Cabernet, Merlot, Sangiovese e Montepulciano, per la produzione del vino Colli della Sabina Doc. 

Anche Latina ha risentito delle conseguenze della Peronospora sui vitigni Merlot, Abuoto, Sangiovese e Trebbiano, ma anche la Malvasia con punte che vanno dal 50% tra Minturno e Itri fino a salire al 60% di Terracina e al 75% di Sabaudia, per arrivare all’80% di Aprilia, Cori e Cisterna di Latina. 

E’ del 50% il calo stimato a Frosinone per il Cesanese del Piglio e Atina e Cabernet nelle zone di Piglio, Serrone, Anagni, Atina e Alvito. 

A Viterbo si arriva al 90% di danni per l’Aleatico a Montefiascone, dove il Sangiovese cala al 70%, il Merlot al 50% e al 60% sia la Malvasia che il Trebbiano, mentre si stimano al 50% i danni per il Grechetto a Teverina, dove calano anche Chardonnay e Malvasia, entrambi al 40% e l’Aleatico al 50%, mentre a Vignanello cala del 60% il Ciliegiolo, il Greco e il Trebbiano, del 70% per il Sangiovese. 

(Red/ Dire)