Amara, in scena dal 27 al 29 gennaio. Ambrogi: “la Roma cattiva del dopoguerra”

In scena, dal 27 al 29 gennaio ore 21, presso il Teatro Garbatella di Roma, “Amara” con Nadia Rinaldi, Stefano Ambrogi, Martina Zuccarello, Germana Cifani e Michele Capuano.

Locandina Amara con Stefano Ambrogi

In scena dal 27 al 29 gennaio ore 21 (domenica ore 17) presso il Teatro Garbatella di Roma, “Amara” con Nadia Rinaldi, Stefano Ambrogi, Martina Zuccarello, Germana Cifani e Michele Capuano.

Scritto e diretto da David Mastinu, lo spettacolo è prodotto da Stefania Curci (Golia Srl) con i costumi di Alessio Pinella e la scenografia di Cristian Carcione.

Locandina dello spettacolo teatrale "Amara"

Amara: Stefano Ambrogi in scena a Roma

Siamo nei primi anni ’50. Le esplosioni e le bombe della seconda guerra mondiale sono ancora vive nelle menti dei romani, ma è tempo di rialzarsi, di ripartire, di lasciare spazio al progresso. E stavolta ad esplodere è lo sviluppo: nuovi palazzi, nuove costruzioni, nuova vita. Ma nelle borgate che circondano Roma il tempo si è fermato, strascico dei tempi che furono, e l’Aniene, i suoi scoli, le baracche di legno e lamiera, fanno da cornice alla povertà. Tra le vie in mezzo al fango ha inizio ‘’Amara”.

Uno spettacolo raccontato come “un intreccio di vite, di sogni, di speranze e rassegnazione, donne e uomini che lottano per non affogare nella meschinità del proprio destino come in un film di Pasolini”.

Amara con Stefano Ambrogi: l’intervista

Abbiamo intervistato Stefano Ambrogi attore di grande esperienza nel cinema, teatro e televisione. Ambrogi è protagonista, insieme a Nadia Rinaldi, dello spettacolo “Amara”.

Stefano Ambrogi, una lunga e splendida carriera, ma quando hai iniziato a lavorare come attore?

A Tarda età, a 30 anni, galeotta fu una mia fidanzata attrice

Ora, dal 27 al 29 gennaio sarai in scena, insieme a Nadia Rinaldi, con “Amara” al Teatro Garbatella di Roma. Ci racconti di cosa si tratta?

E’ uno spettacolo amaro, crudo, cattivo, una fotografia senza fronzoli di una Roma nell’immediato dopoguerra tra le baracche di una periferia romana, dove tutto intorno è un proliferare di gru e palazzi in costruzioni, tutto cambia e una nuova Roma si affaccia al mondo, tranne le baracche di periferia dove gattopardoscamente niente cambia, tutto rimane com’era, tra fame, povertà , disperazione, cattiverie e degrado, dove un lurido padre padrone sfrutta e umilia le persone a cui dovrebbe dare amore. Con un risvolto, però inimmaginabile. Da non perdere, secondo me, scritto con sapienza e conoscenza del periodo storico e del conflitto sociale di allora.

Puoi svelarci quali saranno i tuoi progetti futuri?

Ho appena finito di girare la seconda serie di Vita da Carlo, con Carlo Verdone, magnifica esperienza al fianco di un dio della commedia all’italiana, grande uomo, generoso, generosissimo. Due film in programma di cui però non posso dire nulla al momento.