Artena, Vittorio Aimati risponde a Renato Centofanti

“Sono stato chiamato in causa dall’amico Renato Centofanti per dirimere una querelle che si prolunga da anni e che ingenera continuamente confusione”

Giorni fa abbiamo pubblicato una nota stampa di Renato Centofanti dal titolo “Artena comincia ad affrontare questioni inerenti alle prossime elezioni”; nella nota l’autore ha citato, ponendo anche dei quesiti, il giornalista e scrittore di Artena Vittorio Aimati. Quest’ultimo ci ha inviato la risposta a Centofanti che di seguito andiamo a pubblicare integralmente.   

"Sono stato chiamato in causa dall’amico Renato Centofanti – poeta e scrittore – per dirimere una querelle che si prolunga da anni e che ingenera continuamente confusione. Centofanti, nell’articolo che tratta programmi e progetti dell’eventuale nuova amministrazione che dovrà insediarsi nel nostro Municipio nel 2019, e pubblicato sul sito on line Il Quotidiano del Lazio, sollecita un dibattito sulla parte vecchia del Paese e  su come definirla.

Io credo che sia necessario chiarire subito un punto: Montefortino, come Città o come Paese non esiste. Non esiste più dal 1873! Nessun dato concreto riconduce a Montefortino. Non sussiste atto o iter amministrativo che ci può far affermare che la parte vecchia della Città possa definirsi Montefortino. Per chiudere ogni possibili fraintendimento: quello lassù, quel luogo così incantevole con le case una sull’altra, a strapiombo sulla valle; ecco, quello è il Centro Storico di Artena, non c’è altra definizione! Il resto è lasciato alla fantasia delle persone e alla convenienza di chiamarlo Borgo antico piuttosto che Montefortino. Le tante associazioni nate sotto il nome di Montefortino, le feste che si organizzano prendendo il titolo dal vecchio nome della Città, e ora la consuetudine di definire il Centro Storico come Montefortino, sono tutte espressioni che vogliono ricordare ciò che era Artena, ma che non è più, e quindi non hanno alcuna valenza ufficiale se non quella emozionale.

A Volte (molte) le emozioni contano molto di più degli atti ufficiali, ma non in questo caso. Artena resta Artena. Montefortino potrà anche scaldarci il cuore quanto vorrete, ma è presente solamente sui libri di storia e tale rimarrà. Se proprio devo dire il vero, mi spiace vedere gli artenesi (almeno alcuni) aggrapparsi a un titolo pensando che questo possa qualificarci in modo diverso, ci possa dare più rispetto, ci possa far entrare di diritto fra le pagine della storia locale. Il passato non va mai rinnegato e le tradizioni vanno, di più, rispettate, protette, anche poste in evidenza, ma se proprio dobbiamo fare un paragone tra due epoche o tra due nomi, la mia scelta sarebbe semplicissima: Artena.

E’un nome sbagliato, sono il primo a riconoscerlo, nato per soddisfare le vanterie di provenienze più o meno nobili: l’antica Artena cantata da Tito Livio. Ma è con il nome di Artena che la Città ha avuto il definitivo sdoganamento dal passato burrascoso che aveva caratterizzatoMontefortino per quattro secoli. E’ con Artena che vi è stata la nascita della coscienza politica, è Artena che è stata esempio per trenta anni, più o meno, per progresso e nuovi impeti culturali.

La Città tra il 1890 e il 1920, ha primeggiato tra tutte quelle della provincia romana: è stata la prima, ad esempio, ad installare la pubblica illuminazione attraverso un contratto stipulato nel 1910; è stata la prima che ha avuto una linea telefonica che serviva il Comune con la Stazione di Valmontone; è stata la prima ad avere un servizio idrico decente. E’stata la prima a rivendicare i diritti del lavoratori della terra, era il Primo Maggio 1905. E’ stata anche la prima ad avere una scuola infantile, quasi anteriormente della scuola elementare. E’ stata la prima Città, eccezion fatta per Roma, che ha avuto un cinematografo, nel 1912. Una serie di primati, insomma che la pongono come Città più in vista fra quelle della zona all’inizio del XX secolo.Fu il periodo più glorioso dell’intera storia della comunità, e fu il momento nel quale ci si dimenticò dell’oscuro passato di Montefortino.

Rivendicare Montefortino significherebbe rivendicare un passato di morte e desolazione, di oppressi e oppressori, di angherie e prepotenze, di guerre e di carceri, di colpe e colpevoli, di grassatori e assassini. E’ questo il nostro passato legato a Montefortino. E’ un passato che non può essere rinnegato, anche perché fu indotto da scelte non effettuate dalla comunità, ma da biechi padroni e dai loro aguzzini, che quasi scientificamente ridussero un popolo alla fame e alla miseria, approfittando della complicità di una Stato che ricercava gli artenesi (montefortinesi) solo per mandarli soldato o per le gabelle da pagare.E’ la nostra storia, quella del nostro Popolo, quella che, comunque, non va dimenticata, che è esperienza che aiuta a crescere, ma se devo operare una preferenza, la mia sceltaricadrà sempre su Artena.

Il secondo quesito che poneva Renato Centofanti nel suo articolo, riguardava l’abusata frase: “Artena ha il Centro Storico non carrabile più vasto d’Europa” Pensate se fosse davvero così, quanto sono stati irresponsabili gli amministratori locali che si sono susseguiti dal dopoguerra ad oggi, non approfittando di una così straordinaria qualità per rivendicare contributi europei. Mi spiego: abbiamo il Centro Storico non carrozzabile più vasto d’Europa, e l’Europa non lo sa! Perché è così: l’Europa non conosce Artena e quindi non sa di questa sua caratteristica. O forse non lo sa perché non è vero? O ancora. Non lo sa perché nessuno glielo ha fatto mai sapere? In entrambi i casi ci sono responsabilità amministrative davvero incresciose.

Tutti i sindaci e gli amministratori che si sono susseguiti dal 1946 ad oggi sono colpevoli, chi più e chi meno, di questo silenzio sull’unica cosa davvero importante che può ancora oggi, farci saltare l’asticella più alta: il turismo legato alla nostra cultura e al nostro Centro Storico. Eppure è l’unica cosa che pare conti meno delle altre, ed è sempre stato così!

Arrivando alla richiesta di Centofanti se Artena è davvero la Città con il Centro Storico pedonale più vasto d’Europa? La risposta è no! Ma se mi chiedete se è quello più ampio della Regione, la mia risposta sarà si.

Quest’ultima affermazione può essere confermata perché io stesso ho verificato attraverso le mappe topografiche di ogni città e paese del Lazio che presenta queste caratteristiche, e vi posso assicurare che Artena ha il Centro Storico pedonale più grande del Lazio.

Attenzione però, il dato è empirico e non ufficiale, nel senso che nessuno ha mai certificato questo primato. E’ stata avviata, però, una pratica affinchè Artena venga inserita nel novero dei Borghi più belli d’Italia e come motivazione è stata evidenziata la caratteristica della pedonalità del Centro Storico. Più palesemente: nessuno ha mai considerato l’ipotesi di farsi nominare Città con il Centro Storico non carrabile più vasto del Lazio. Non c’è un cartello che lo ricordi, ne un’insegna che ne dia notizia. E’ come il Pane (ho già scritto su questo argomento e tornerò a farlo): Artena è stata davvero la prima Città in cui il prodotto veniva realizzato con tecniche antiche e originali, ma adesso il primato spetta a Lariano e non perché il pane di Lariano sia migliore, nò; perché la Città confinante ha avuto amministratori più lungimiranti dei nostri e cittadini più ambiziosi.

Noi aspetteremo ancora, e vedrete che arriverà un’altra città a rivendicare il titolo di Centro Storico non carrabile più vasto della Regione.

Chiudo con un auspicio: nessuno ha mai misurato tutti i Centri Storici d’Europa, quindi nessuno può dire se Artena ha questo primato, ma nessuno può dire il contrario, quindi mi aspetto che si facciano tutti gli iter necessari affinchè si possa dare certezza ad un aspetto che sembrerà secondario, ma che per la Città sarebbe di vitale importanza".

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