Atlas 2030, arriva in Italia il primo esoscheletro per bambini. È al San Raffaele di Roma

Arriva a Roma il primo esoscheletro a misura di bambino. Si apre una nuova prospettiva nel percorso riabilitativo dei piccoli pazienti

Daniele e Atlas 2030

Daniele e Atlas 2030

Daniele ha cinque anni, è il primo bambino a indossare Atlas, il nuovo robot arrivato all’ospedale San Raffaele di Roma per aiutare i pazienti affetti da ischemia midollare perinatale.

Atlas, come Atlante che in anatomia è la prima vertebra cervicale della colonna vertebrale.

Alla presentazione di Atlas 2030, oggi mercoledì 9 novembre, oltre al ministro della Salute Orazio Schillaci, anche il presidente del Comitato tecnico scientifico del San Raffaele Enrico Garaci e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti insieme all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato.

Con Atlas, Daniele (e tutti i piccoli pazienti che ne avranno bisogno) potrà giocare, correre e calciare un pallone come i bambini della sua età, grazie a un esoscheletro che consente a chiunque di muoversi liberamente e la cui unicità risiede nella tecnologia elastica che si adatta al corpo di chi lo indossa.

Le caratteristiche

Un esoscheletro con otto motori: due sull’anca, uno al ginocchio e uno alla caviglia su ciascuna gamba.

Il robot Atlas 2030 è stato progettato dall’azienda spagnola Marsi Bionics, esperta in “abilitazione del cammino umano” e fa parte di RoboKId, il progetto di ricerca che ora valuterà la fattibilità, l’intervento e l’impatto di un approccio pronto a rivoluzionare la vita di piccoli pazienti.

“La ricerca è indispensabile per una sanità migliore, e gli Irccs sono il luogo dove si può fare ricerca e innovazione ad alto livello”, ha commentato il ministro Schillaci, convinto che trovare soluzioni avanzate nell’applicazione di cure ai pazienti più piccoli e fragili debba essere un’area in cui investire e a cui rivolgere maggiore attenzione.

L’obiettivo degli esoscheletri

Daniele e una paziente adulta con esoscheletro

“La neuroriabilitazione” ha spiegato Marco Franceschini, direttore del Laboratorio di Ricerca Clinica in Riabilitazione Neuromotoria dell’Irccs romano, “è lo strumento che permette di riprogrammare le funzioni cerebrali attraverso il meccanismo della plasticità sinaptica. Nei bambini con le patologie neurologiche, molti dei quali non hanno mai avuto la possibilità di camminare, questo meccanismo assume un ruolo ancora più importante: i piccoli, in questo caso, non devono riapprendere ma imparare da zero. Permettere loro di camminare in modo fisiologico con ripetibilità e intensità è un’opportunità terapeutica di fondamentale importanza”.

Atlas 2030 potrà essere utilizzato per la riabilitazione di bambini di età compresa tra 4 e 10 anni affetti da patologie come paralisi cerebrale infantile, atrofia o distrofia muscolare, miopatie e diverse altre malattie neuromuscolari.

La possibilità del gioco

“Un salto di qualità notevole” conferma il Prof. Marco Franceschini, Direttore del Laboratorio di Ricerca Clinica in Riabilitazione Neuromotoria dell’IRCCS San Raffaele. “ora abbiamo la possibilità di personalizzare il robot in maniera specifica sul corpo del bambino e con un sistema di appoggio fornirgli stabilità e autonomia”.

La maggior parte dei ragazzini che lo sta già utilizzando presso il reparto del San Raffaele, non ha mai camminato in autonomia. Con Atlas può farlo e può svolgere anche diverse attività come calciare una palla e disegnare, cose che non avrebbe mai pensato fossero possibili. Pertanto il robot ha un importantissimo impatto sulla sfera cognitiva, emotiva e sociale per il bambino e la famiglia.

*Immagini dalla pagina Ufficiale Facebook del San Raffaele