Vivere in provincia: Calcata, angolo di paradiso amato dagli artisti

Calcata è un luogo d’incontro tra persone desiderose di provare un nuovo stile di vita, lontano dal caos delle città

Calcata

Abitare fuori Roma diventerà sempre più un’esigenza o per risparmiare o per vivere meglio. Calcata offre soluzioni molto diverse. Destinata ad essere considerata borgo stravagante, centro culturale e artistico, è diventata un modello di villaggio medievale proiettato nel futuro.

Calcata, un set cinematografico naturale

Proseguiamo nella ricerca delle migliori località in cui andare a vivere attorno alla Capitale, sia come investimento, sia come soluzione al tentativo di cercare un luogo che a parità di prezzi consenta una migliore qualità della vita. Giacché non sempre cercare casa fuori Roma automaticamente significa trovare abitazioni a buon mercato.

Magari si trovano migliori, con più vani, con terrazze e giardini, con viste lago o viste mare o con paesaggi incantevoli, vicine al centro storico, immerse in un parco, in piena campagna. La vita diventa tutta un’altra cosa rispetto a chi è costretto a trovare casa in una metropoli come Roma. Come nei precedenti articoli vi fornirò una serie di elementi affinché possiate trarne un giudizio al riguardo ma ci aspettiamo delle conferme o delle critiche costruttive da parte di chi già vive o ha vissuto in questi luoghi.

Calcata, dall’abbandono alla rinascita

Dopo il terremoto di Messina, nel 1908, i paesi che erano minacciati da frane furono ritenuti poco sicuri. Una legge favorì l’abbandono di questi luoghi e la demolizione delle case a rischio.

Calcata venne inserita tra i paesi pericolanti. Se tutti se ne fossero andati sarebbe diventata una città fantasma e presto tutto si sarebbe deteriorato. Di fatto il decreto consentì che non si facessero interventi sull’abitato che rimase com’era. Questa incuria ha creato le premesse del successo di Calcata negli anni successivi.

Molti residenti si trasferirono nella vicina Calcata Nuova, più in basso, in un luogo più sicuro. Via via vennero abbandonate le abitazioni del vecchio borgo medievale. Così nella seconda metà degli anni ’60, complice il movimento culturale del ’68, molti artisti e la comunità hippy romana e non solo, cominciò a popolare il vecchio borgo abbandonato, occupando letteralmente le case vuote. Iniziarono quindi a restaurare le abitazioni e a costituire una comunità artistica che avrebbe rilanciato la cittadina.

Calcata diventa un luogo d’incontro tra persone desiderose di provare un nuovo stile di vita, lontano dal caos delle grandi città, a contatto con la natura, tra luoghi semplici e autentici. Calcata diventa il “buen retiro” per molti artisti, musicisti, pittori e persone del mondo del cinema in cerca della propria fonte di ispirazione.

Questa tendenza è continuata. La città ha una fiorente comunità artistica che è stata descritta dal New York Times nel 2007 come quello che «potrebbe essere il villaggio più alla moda d’Italia, sede di una stravagante comunità di circa 100 artisti, bohémien, hippy anziani e tipi New Age».

Città dell’arte e degli artisti

Su un fronte del tutto opposto il valore diCalcata, un comune in provincia di Viterbo di meno di 1.000 abitanti, a 50 km dal centro di Roma. Arroccata su uno sperone tufaceo nel Parco Naturale Regionale del Treja, il fiume che le scorre nella valle sottostante, è considerata uno dei borghi più suggestivi posti sulla via Francigena verso Roma. Essendo posta in alto le sue tortuose viuzze si affacciano sempre su panorami naturali affascinanti.

Sembra di vivere in un borgo medievale, perché tale è la sua conformazione, fuori dal tempo. Calcata viene visitata ogni anno da migliaia di turisti che vengono a vivere l’aria retrò del borgo e a godere di tanta bellezza. Nascoste sotto archi ricoperti d’edera, s’incontrano botteghe di restauro, artigianato del cuoio, ceramica e vetro. E poi studi d’arte e creazioni di monili. Tutt’intorno sale da the, caffetterie e ristorantini dove assaggiare buon vino e piatti tradizionali.

È anche Bandiera Arancione del Touring Club Italiano

È anche Bandiera Arancione del Touring Club Italiano per lo sviluppo turistico ambientale ed è stata riconosciuta da Times come Villaggio Ideale d’Italia. Da questo punto di vista vivere qui non significa isolarsi, tutt’altro, sarebbe più che un sogno, una scelta di vita, un immergersi nell’arte e nella cultura, frequentando e conoscendo artisti appartenenti a mondi internazionali.

Per raggiungere Calcata ci sono due possibilità. La più breve è la Salaria. Dopo aver superato il bivio per Campagnano, a Settevene c’è la deviazione per la SP37 verso Mazzano Romano e subito dopo c’è Calcata. In tutto sono 50 km da Roma, percorribili in meno di un’ora. L’altro tragitto passa per la Flaminia. Dopo Rignano Flaminio c’è la deviazione sulla SP78 per giungere a Faleria e poi a Calcata. Questo tragitto è di 52Km ma è molto più lento per le curve e il traffico e occorrono almeno un’ora e 12’ per compierlo tutto.  Chi volesse raggiungere Calcata coi mezzi pubblici può usufruire del treno per Viterbo fino a Saxa Rubra e poi dei bus che vanno verso Roma Nord. Ugualmente al contrario da Calcata verso Roma.

Una popolazione amata da scrittori e pittori

A Calcata si sono trasferiti nel tempo personalità come l’architetto Paolo Portoghesi, il coreografo americano Paul Steffen, la pittrice Simona Weller e lo scultore Costantino Morosin. Ha pochi abitanti ma è culturalmente vivace grazie alla sua storia e alle associazioni che la tengono sempre viva con l’avvicendarsi di eventi speciali, concerti, spettacoli teatrali e mercatini stravaganti.

Il musicista Roberto Ciotti ricorda: «Ho conosciuto Calcata negli anni `70 e sono rimasto subito affascinato dalla sua bellezza romantica e suggestiva. È sempre stata per me fonte di ispirazione e di sfogo. È qui che ho composto molte delle mie canzoni e le colonne sonore di Marrakesh express e Tournè di Gabriele Salvatores…».

Citata anche in molti romanzi. Tra le righe di Ulisse di James Joyce, nel romanzo Il Vangelo secondo Gesù Cristo di José Saramago, in “Un delitto a regola d’arte” di Donald Bain, in Passeggiate Romane di Stendhal e nel libro “Le chiavi di San Pietro” di Peyrefitte. 

Costi contenuti e affitti bassi per un angolo di paradiso

Nonostante tanto clamore e tanta bellezza, a settembre 2023 per gli immobili residenziali in vendita nel comune di Calcata sono stati richiesti in media 822 € al metro quadro, con una diminuzione del -17% rispetto a settembre 2022 (988€/m2). Per gli affitti la richiesta è di 5,01€/mq a Calcata.

Facendo un raffronto nel Lazio, nel mese di settembre 2023, nella provincia di Viterbo, nel comune di Montalto Di Castro è stato registrato il prezzo medio richiesto per gli immobili in vendita più alto, pari a 2.434 € al metro quadro, mentre nel comune di Onano è stato richiesto il prezzo medio più basso, 368 € al metro quadro. Nello stesso mese, il prezzo medio richiesto per gli immobili in affitto è stato più alto  nel comune di Montalto Di Castro, con 19,83 € al mese per metro quadro, mentre  nel comune di Faleria, vicino a Calcata, è stato registrato il prezzo medio più basso, pari a 3,11 € al mese per metro quadro.

Calcata fa parte della provincia di Viterbo e non ha strutture sanitarie proprie facendo riferimento a quelle di Civita Castellana. In paese c’è una farmacia ma altre sono nei borghi dei dintorni, a Mazzano, a Faleria e a Rignano Flaminio.

Monumenti e opere d’arte stupefacenti

Il territorio circostante Calcata è segnato dalla presenza dell’uomo sin dal periodo preistorico. Conserva tracce di importanti città e necropoli etrusco-falische quali: Pizzo PiedeMonte Li Santi e Narce.

Nella piazzetta i monumenti che caratterizzano il borgo: la Chiesa, i tre troni di tufo, opera dell’artista Costantino Morosin, e il Palazzo Baronale Anguillara, dotato di una torre merlata. È stato per secoli la residenza della famiglia Anguillara e risale all’anno mille. Fino all’esodo degli abitanti di Calcata, il palazzo ha ospitato alcuni servizi del paese, come l’ufficio postale e la scuola. Inoltre, nella sala principale si svolgono tutt’ora molti eventi, mostre e convegni soprattutto. Dopo essere stato abbandonato, è stato restaurato dall’architetto Paolo Portoghesi ed utilizzato come sede degli uffici del Centro Visite del Parco Valle del Treja.  

La chiesa del Santissimo Nome di Gesù viene edificata intorno al 1300 per volere della Famiglia Anguillara. Nel 1793 viene ristrutturata ad opera della famiglia Sinibaldi. È una chiesa molto piccola: è costituita da un’unica navata e ha un soffitto a capriate. Al suo interno, è conservata una fonte battesimale e un’acquasantiera che risalgono al XVI secolo.

La leggenda del Santo Prepuzio che tutti rivendicano

Secondo una leggenda, nel 1527 a Calcata viene catturato un lanzichenecco che aveva preso parte al sacco di Roma e saccheggiato il Sancta Sanctorum di San Giovanni in Laterano, rubando il Santo Prepuzio di Gesù. Tenuto prigioniero in una cella all’interno della chiesa, il soldato nasconde lì il reliquiario e questo viene scoperto solo 30 anni dopo, nel 1557.

Diviene subito oggetto di venerazione e ai pellegrini che si recano lì a pregare sono concessi 10 anni di indulgenza. Nei primi anni del Novecento, la Santa Sede proibisce però la venerazione minacciando di scomunica chiunque ne parli soltanto.

Nel 1983, il reliquario sparisce. Secondo alcuni a causa di un furto, forse organizzato da una setta satanica che si riuniva, nelle caverne di Monte Soratte. Secondo altri viene fatto nascondere proprio su richiesta della Santa Sede.
Il Santo prepuzio è stato, dunque, legato a molte polemiche: addirittura nel Medioevo sono diciotto le città che vantano di possederlo e sono molti i miti che gli ruotano attorno.

Si narra che, questo ritrovato a Calcata, sia quello donato da Carlo Magno a Papa Leone III il 25 dicembre 800, giorno in cui viene incoronato Imperatore. Il Papa decide poi di custodirlo nel Sancta Sanctorum nella Basilica di San Giovanni in Laterano, e lì vi rimane fino al giorno del suo furto. Secondo un’altra leggenda, però, Carlo Magno ha in realtà donato il Santo Prepuzio all’Abbazia di Charroux che ne reclama l’autenticità. È a seguito della diatriba nata dalle due Chiese che la Chiesa di Roma decide di emanare un decreto e vieta a chiunque di parlarne.   

Il Parco del Treja per trekking e passeggiate

A Calcata si può visitare il Parco Regionale della Valle del Treja, affluente del Tevere. È un parco istituito da pochi anni, e si estende per qualche centinaio di ettari tra Mazzano e Calcata, ovvero tra le province di Roma e Viterbo. Il Parco è caratterizzato dalle forre verticali scavate dai fiumi, tipiche della Tuscia, e dalle colline coltivate. Nel Parco si incontra l’insediamento abbandonato di Santa Maria e le mura ciclopiche pre-etrusche sulla collina di Narce.

Un set a cielo aperto per cinema, tv e pubblicità

Calcata è stata il set di numerosi film e video musicali. Hayoo Miyazaki la visitò nel 1990 e ne prese spunto per l’architettura del Glibli Museum e per il film “Laputa – Castello nel cielo”. Ritroviamo la sua originalità in “Decameron” di Pier Paolo Pasolini, in “Amici Miei” di Mario Monicelli, in “Le avventure di Pinocchio” di Luigi Comencini, in “Nostalghia” di Andrej Tarkovskij, in “Mary” di Abel Ferrara, in “La mazzetta” di Sergio Corbucci, in “Ardena” di Luca Barbareschi e in “All the money in the world” di Ridley Scott o di alcuni video musicali, come Una storia sbagliata (1980) di Fabrizio De Andrè.

Il 16 settembre si celebrano i Santi Patroni, Cornelio e Cipriano, e la Festa Celtica. A novembre si festeggia invece la Festa dell’Albero al Parco del Treja.

*Immagini dalla pagina Facebook Comune di Calcata