Carcere di Velletri, detenuto aggredisce agenti e tenta di aprire celle per fuga di massa

Il detenuto ha aggredito gli agenti con calci e pugni, Sappe: “Le carceri del Lazio sono in mano ai delinquenti”

Carcere di Velletri

Carcere di Velletri

Nel primo pomeriggio del 6 luglio nel carcere di Velletri, “un detenuto che pretendeva di fare una telefonata prima degli altri ristretti si è scagliato vigliaccamente, con calci e pugni, contro un agente di polizia penitenziaria. E solo grazie all’intervento degli altri colleghi si è riusciti a contenerlo, anche se tre poliziotti hanno rimediato contusioni guaribili con diversi giorni di prognosi”. A ricostruire le fasi dell’aggressione è, in una nota, il segretario nazionale Sappe per il Lazio Maurizio Somma.

Velletri, detenuto aggredisce agenti con calci e pugni

“Il fatto grave è che il detenuto aveva anche tentato di aprire le porte delle altre celle, evidentemente per fomentare gli animi degli altri ristretti e pensare ad una fuga di massa.

Il Sappe ha più volte denunciato le continue criticità della struttura penitenziaria del Lazio che risultano essere veri e propri ‘carceri di frontiera’ ove l’incuria nel tempo ha reso talune strutture obsolete e fatiscenti e i detenuti, poco inclini al rispetto delle regole, hanno tentato, in più occasioni, di prendere il sopravvento con la violenza”.

Non solo un episodio: “carceri del Lazio in mano ai detenuti”

Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria esprime solidarietà ai poliziotti feriti e torna a denunciare che “le carceri sono in mano ai delinquenti e l’Amministrazione Penitenziaria ha affidato e le politiche penitenziari ai Garanti dei detenuti, facendo venire meno la sicurezza delle strutture.

E’ una vergogna! Fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti: dalle Istituzioni, dalla politica e soprattutto da Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”.

Da qui la richiesta del Sappe, “ai vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione penitenziaria di dare vita ad un tavolo di confronto per affrontare gli eventuali interventi da adottare, in primis le tutele da garantire al personale in servizio”.