Detenuto 30enne si impicca a Regina Coeli, il carcere romano maglia nera per i suicidi

Un altro suicidio in carcere nel Lazio, il 39esimo del 2024, una strage

dietro le sbarre

Dietro le sbarre

 “Aveva da poco compiuto 31 anni, era in carcere da settembre scorso per rapina e lesioni e ancora in attesa di primo giudizio. Ha posto fine alla sua esistenza, e alle sofferenze, ieri sera verso le 23.00 impiccandosi nella sua cella del carcere romano di Regina Coeli, a nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari.

È il 39esimo suicidio di un detenuto dall’inizio dell’anno, cui si aggiungono i 4 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che analogamente si sono tolti la vita. Non si attenua, dunque, la spirale di morte senza precedenti che investe il carcere nel sostanziale disinteresse della politica prevalente”, dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA, sindacato della Polizia Penitenziaria.

“Del resto il carcere capitolino di Regina Coeli, con circa 1.140 detenuti presenti a fronte di una capienza di 628 posti regolamentari e con poco più di 300 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria in servizio, quando ne servirebbero almeno il doppio, è l’emblema della disfunzionalità e della crisi del sistema carcerario italiano che, palesemente, invalida il percorso prioritario della giustizia penale”, continua il Segretario del Sindacato, commentando l’ennesimo suicidio avvenuto nell’istituto di pena capitolino.

Sovraffollamento detentivo ormai giunto al 130%, penuria di organici della Polizia penitenziaria a cui mancano almeno 18mila unità e l’enorme problema dell’assistenza sanitaria e psichiatrica costituiscono un mix esplosivo. Perché, non va sottaciuto che, mentre nel Paese si dibatte, giustamente, delle vergognose liste d’attesa nella sanità, nelle carceri la situazione è ben peggiore e, troppo spesso, ciò che si attende è la morte, come dimostra il numero dei decessi che nel 2024 ammontano complessivamente a 91”, conclude il sindacalista.

Mattia: “Su Regina Coeli allarme inascoltato”

Un altro suicidio in carcere nel Lazio, il 39esimo del 2024 come riporta il Garante dei detenuti, di nuovo all’Istituto Regina Coeli di Roma, in cima alla lista delle situazioni più insostenibili del sistema carcerario regionale, come dichiarato dallo stesso Provveditorato Lazio-Abruzzo e Molise, appena lo scorso 9 maggio durante le audizioni alla Pisana in I Commissione che avevo richiesto da mesi.

Emergenza carceri nel Lazio

Si tratta quindi della classica, l’ennesima, tragedia annunciata: lo sapevamo, lo avevamo registrato e denunciato, ancora una volta, meno di un mese fa. Ma nel frattempo nulla è stato fatto dalla Giunta Rocca, dal Governo Meloni e dalle Istituzioni competenti rispetto all’emergenza carceri nel Lazio, che ad oggi conta complessivamente 6.758 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 5.281, ovvero 1.477 in più, sempre sulla base di quanto riferitoci in Commissione dal Provveditorato Lazio-Abruzzo e Molise alla presenza delle tante direttrici e direttori di istituti penitenziari e Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (Rems), che ci hanno ricordato come sovraffollamento, sanità con focus su salute mentale e condizioni di lavoro degli operatori restino i nodi principali da affrontare.

Questo suicidio di un giovane detenuto, di appena 30 anni, tra l’altro ancora in attesa di giudizio, da quanto si apprende, ci richiama al dovere di non lasciare più soli detenuti e operatori del settore, che troppo spesso vivono un sentimento di impotenza davanti a questi drammi. La Giunta Rocca riferisca quali azioni stia mettendo in campo anche in ambito del confronto Stato-Regioni per sensibilizzare il Governo Meloni sulla questione”.

Così la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, Vicepresidente della I Commissione Affari Costituzionali alla Pisana, promotrice delle audizioni sull’emergenza carceri a Roma e nel Lazio.