Fabio Canini, con la sua Panda a fare tamponi per i Castelli Romani. È Cavaliere al merito

Canini è stato insignito del titolo di Cavaliere al Merito per il suo lavoro ad alto rischio svolto all’inizio della pandemia

Fabio Canini, Cavaliere al merito con la sua collega

La nostra intervista esclusiva al Dottor Fabio Canini, Dipartimento Prevenzione Asl Roma 6 Responsabile Tecnici della Prevenzione, insignito del titolo di Cavaliere al Merito per il suo lavoro ad alto rischio svolto all’inizio della pandemia da Covid-19.

Fabio Canini, Cavaliere al merito con la sua collega

“L’onorificenza che ho ricevuto nasce dal lavoro svolto all’inizio della pandemia, in quanto in quel periodo -mentre c’erano comprensibili resistenze, paure e riserve- noi ci siamo buttati dentro l’emergenza, a capofitto: andavamo infatti a fare tamponi a domicilio. In quel periodo non conoscevamo cure, tasso di letalità, non avevamo neppure i dispositivi di protezione adatti nei luoghi sanitari.

Io e la mia collega Iulia Forte abbiamo svolto per circa tre mesi, quasi incessantemente, tamponi a domicilio. All’inizio abbiamo cominciato con delle piccole utilitarie. Una situazione incredibile. In vetture piccole come la Panda dovevamo starci noi, l’attrezzatura e anche il contenitore per rifiuti speciali.

Avevamo molta paura perché il virus non si conosceva. Non sapevamo neppure se potevamo infettarci con il materiale da gettare. Dopo qualche giorno ci fu fornito un camper. Ci dava più spazio e quindi maggiore sicurezza. Nella trasmissione Italia Sì è stato mostrato un servizio svolto durante il lockdown, con la nostra attività in diretta. Abbiamo mostrato quasi tutto il nostro lavoro, la preparazione, la vestizione ecc.

Per questo mi è stato attribuito il riconoscimento di Cavaliere della Repubblica per merito.

“Diverse testate hanno dato molto risalto a questo Camper d’Italia, come lo hanno definito. Arrivavamo a 130 tamponi al giorno. In tutti i paesi tra Velletri, Genzano, Ciampino nei Castelli Romani. Non avevamo acqua, docce o spogliatoi a disposizione. Il lavoro più duro era forse nelle Rsa dove scoppiavano cluster tra gli anziani, lì davamo istruzioni per evitare il contagio. Proprio lì si sono verificate le situazioni più gravi e più drammatiche.

Insomma questo riconoscimento mi incoraggia per il futuro e sono onorato e lusingato di aver potuto dare il mio contributo sul campo. La cerimonia si è svolta a Roma ma si è svolta anche una seconda celebrazione nella sala del sindaco di Velletri con le massime cariche istituzionali e mediche come il capo della Procura di Velletri, la dirigente del Tribunale, direttori generali e sanitario della Asl la rappresentanza di tutte le forze dell’ordine”.

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