Giaco Whatever, come incassare 1 milione e 200 mila euro con un coltellino

La storia di Giaco Whatever, una startup atipica che passa dal virtuale al reale e che ha creato un business in soli 30 giorni

Giaco Whatever

Giaco Whatever

Fare di necessità virtù, e questo è stato ciò che ha portato alla nascita del primo progetto di Giaco Whatever, il canale YouTube di Giacomo Di Muro.  

Una volta tanto il lavoro dal virtuale si è spostato al reale con prodotti che hanno ottenuto un grande successo come il coltellino che  ha registrato oltre un milione e 200mila euro di venduto a soli 30 giorni da lancio.

Circa 2 anni fa, ricevette in regalo un coltellino che usava in ogni occasione, ma che era scomodo da portare sempre con sé, perché ingombrante. Un giorno decise di realizzarne uno che rispondesse maggiormente alle sue esigenze, che fosse sì utile, ma anche comodo da portare sempre con sé e funzionale in ogni occasione. Dopo 3 mesi di duro lavoro, innumerevoli prototipi, test funzionali parziali, lunghe e frustranti notti, realizzò un coltello pratico, maneggevole basato sull’elettroerosione, una tecnica di taglio che utilizza un filo, non più spesso di un capello, caricato di elettricità per rimuovere lentamente il materiale.

– Come nasce Giaco Whatever?

Il mio lavoro è stato sempre nel virtuale, nulla che potessi toccare con mano. Tra le varie cose ho gestito il primo motore di ricerca italiano “Godado”, che fu anche il primo “pay per click” in Europa. Per fortuna ho capito in tempo che l’egemonia di Google non si sarebbe arrestata, anzi, il colosso si sarebbe ben presto affermato come l’unica alternativa sul mercato. Quindi, invece di iniziare una guerra persa in partenza contro Big G, ho analizzato la situazione, decidendo di trasformare la loro crescita da minaccia al mio business ad opportunità, e negli anni ho sviluppato diversi servizi e sistemi con ottimi risultati.

– E come è successo che dal “virtuale”, poi sia finito al tavolo di lavoro e al cacciavite?

La Silicon Valley era un sogno ma ad un certo punto l’esigenza di fare qualcosa che potessi toccare è esplosa senza che potessi prevederlo. Venivo da un lungo periodo di lavoro a Londra, ma non ero pienamente soddisfatto. Ho, quindi, deciso di rientrare nella mia Italia, con l’idea di prendermi un anno sabbatico per mettere in ordine le idee. Ho iniziato a mettere su casa e ho deciso che avrei realizzato io stesso i mobili, sulla base dei miei gusti personali e delle esigenze della mia casa. Passare a lavorare su cose materiali, che potevo toccare con mano e ammirarne il processo di creazione mi ha dato delle enormi soddisfazioni.

– E da subito i tuoi video sono diventati un successo, in qualche caso anche virale, come ci sei riuscito?

I video virali non sono stati una sorpresa, sapevo già di avere le competenze necessarie. Avevo l’esigenza di crescere ed in quel momento gli introiti pubblicitari sarebbero stati la linfa necessaria per poter poi fare quello che avrei voluto davvero. Questa startup è nata con 5.000 euro di budget e un limite auto imposto di non mettercene altri se non derivanti dagli introiti diretti. Ho studiato bene il panorama di YouTube e dopo un po’ di test e valutazioni, in un paio di mesi il mio primo video virale è arrivato: 27 milioni di persone mi hanno guardato far girare un fidget spinner. A quel punto, avevo gli introiti necessari per fare il passo successivo: realizzare il primo prodotto.

– Oggi hai lanciato questa startup, quali sono i primi prodotti che avete presentato e con quali risultati?

Il primo in assoluto è il Maker Knife, il coltellino migliore che potessi fare, quello che volevo usare ogni giorno. Come me, anche altre 20 mila persone hanno pensato che fosse lo strumento perfetto per le loro esigenze, che potesse trovare utilizzo concreto in tutte le situazioni della vita quotidiana. Ora però si inizia a fare sul serio. Ho acquistato un capannone di 3.500 mq e messo insieme il team dei sogni: persone volenterose, brillanti e umanamente eccezionali. Insieme possiamo fare tutto!

Remo Bulgari 

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