Gli squali nel litorale laziale, in aumento gli avvistamenti

L’attività della pesca sarebbe la principale causa che spinge gli squali in cerca di cibo verso la coste laziali

squalo Bianco

Squalo Bianco. Foto di Remo Sabatini, fotografo e studioso della specie

Gli avvistamenti di squali nei mari italiani esistono e sono molti soprattutto nel periodo estivo, però gli squali in Italia ci sono tutto l’anno.

C’è anche il Grande Bianco tra gli squali presenti nel Mediterraneo. Meno di 50 specie abitano nei nostri mari: una piccola comunità rispetto alla vasta popolazione nelle acque del pianeta. In tutto il mondo, infatti, esistono più di 500 specie di squali (come noi siamo abituati a conoscerli).

Sebbene gli squali nel Mediterraneo siano una piccola realtà, esistono e i loro avvistamenti sono sempre più frequenti. Ecco alcune tra le specie più affascinanti dei mari italiani.

Grande Squalo Bianco

I temutissimi squali bianchi sono una realtà nelle acque italiane. In particolare, l’aera compresa nel canale di Sicilia, Malta e Tunisia è una specie di “nursery”, dove i grandi bianchi si riproducono. Quelli avvistati in Sicilia, infatti, sono giovani esemplari. A differenza di altre specie di squalo, il grande bianco è a sangue caldo, anche se non mantiene costante la temperatura corporea e deve mangiare molta carne per essere in grado di regolare la sua temperatura.

I grandi squali bianchi sono i più grandi pesci predatori: nuotano fino a 24 km/h, pesano 2 tonnellate e crescono fino a una lunghezza di 4,5 metri circa. Tuttavia, sono stati scoperti esemplari anche di 6 metri. Nonostante la sua stazza massiccia, lo squalo bianco è in grado di compiere spettacolari evoluzioni. Il cosiddetto “breaching”, comportamento tipico dei cetacei, che consiste nel compiere salti e acrobazie fuori dall’acqua. Almeno tre specie di squali ne sono in grado: il mako, lo squalo pinna nera del reef e, appunto, il grande squalo bianco.

Mako

Presente, ma non comune nel Mediterraneo, lo squalo Mako è un predatore del mare tanto affascinante quanto pericoloso. Citato nel 1952 da Ernest Hemingway ne “Il vecchio e il mare”, è una vera star cinematografica: la sua faccia è stata utilizzata da Steven Spielberg per la locandina del film “Lo Squalo” ed è il protagonista del fanta-film “Blu Profondo”. Si tratta di uno degli squali più veloci del mondo.
Grazie alla sua agilità riesce a raggiungere i 70 km/h, riuscendo a coprire lunghe distanze i poco tempo.

Bello e affascinante quanto letale. Il Mako rientra nella rosa dei 5 squali più pericolosi del mondo, insieme al Grande Squalo Bianco, il Leuca, lo squalo Tigre, e il Longimano. Ogni anno si registrano diversi attacchi all’uomo non provocati. L’ultimo episodio è avvenuto in Egitto, dove due turiste hanno perso la vita in seguito alle ferite riportate dall’attacco di un mako.

Verdesca

Tra tutti gli squali nel Mediterraneo, la Verdesca, o squalo azzurro, è una delle specie più prolifiche nelle nostre acque, in particolare nell’Adriatico. Rispetto ad alcuni suoi simili non è pericoloso, ma attacca solo se spaventato. Si tratta di una specie a rischio estinzione a causa delle sue pinne, pietanza base di alcune ricette orientali. La verdesca raramente morde gli esseri umani. Dal 1580 fino al 2013, è stato coinvolto in 13 incidenti, quattro dei quali mortali. Si stima che ogni anno vengano uccisi dall’uomo almeno fino ai 20 milioni di esemplari.

Squalo Elefante

È il secondo pesce esistente più grande al mondo, dopo lo squalo balena. Ma non fatevi ingannare dalle sue dimensioni: lo squalo elefante è tanto grande quanto innocuo. Si ciba di plancton, che cattura aprendo la sua enorme bocca. Comunemente raggiunge i 9 metri di lunghezza, ma sono stati avvistati diversi esemplari anche di 12 metri. Resta un animale alquanto misterioso. Solitario ed elusivo, è stato inserito nella Lista Rossa delle specie a rischio di estinzione dell’IUCN.

Squalo Martello

Riconoscibile per la tipica conformazione del muso, lo squalo martello comune è stato ripetutamente osservato in grandi gruppi dai sub attorno a Lampedusa, nel canale di Sicilia. È considerato potenzialmente pericoloso per l’uomo, sebbene il numero di attacchi segnalati sia molto basso. Esistono diverse ipotesi sul perché la natura gli abbia conferito la testa a martello. Al momento, quella maggiormente accreditata è che l’ampiezza migliori la capacità di localizzazione elettrica. Tuttavia, si tratta solo di ipotesi. La vera utilità della testa a martello resta ancora un mistero.

Squali nel Lazio

Avvistamenti di squali al largo del litorale del Lazio non sono infrequenti, avvengono ogni anno. Sembra che ultimamente sino aumentate le incursioni verso la costa laziale. Il motivo dell’avvicinamento è allo studio dei ricercatori che dovranno stabilire il rischio che tale presenza comporta per i bagnanti.

Gli studiosi del fenomeno sono concordi nel ritenere la pesca il responsabile principale degli avvistamenti lungo la costa laziale, che sta depredando i fondali di risorse ittiche, lasciando gli squali senza cibo e affamati.

Squalo a Fiumicino, la disavventura di un idraulico

E’ successo il 21 maggio 2021 a un miglio fuori da Fiumara Grande, a Fiumicino. Un idraulico 49enne, ha vissuto una brutta esperienza. “Erano le 11.30 di venerdì, ero uscito con il mio fuoribordo di cinque metri, 40 cavalli di motore… Mi ha salvato la mia agilità e l’arrivo di quei due angeli…”, sono le parole del protagonista della disavventura. Lui com’era? “Lo squalo? Grande. Sui 4-5 metri, marrone-grigiastro, con una pinna dorsale alta, tosta e massiccia, da paura… Molto silenzioso, furbo… Era appostato qualche metro sotto, in attesa che io andassi giù, per farsi un bel pranzetto… Era più lungo della mia barca, astuto, in agguato… Sai cosa significa trovarsi in mezzo al mare, da solo, faccia a faccia con uno squalo, mentre la tua barca fa acqua?”, ricordava due giorni dopo l’accaduto, ancora sotto choc il 49enne.

Il racconto dell’idraulico

Così rivive l’esperienza l’idraulico: “Per errore, avevo chiuso male il tappo sul fondo ed è cominciata a entrare acqua. La riva era a neanche un miglio. Avevo appena buttato la cannetta da pesca quando mi sono accorto che la barca si inclinava e sotto c’era lo squalo. Ho iniziato a gridare. Ho visto un veliero lontano. Per fortuna il peschereccio è stato rapidissimo. Mi sono aggrappato al parapetto, con le gambe penzoloni, urlando, e in quell’istante la pinna dello squalo è uscita di scatto dal pelo dell’acqua, e ha colpito la mia barca, ribaltandola… Mamma mia!”.

Questo il racconto dell’uomo che ha tratto in salvo il pescatore: “Una scena da incubo. Sono corso a salvarlo perché ho visto la barca inclinata. Quando sono arrivato, a marcia indietro, con il motore allegro per fare in fretta, lui si è lanciato per aggrapparsi e in quel mentre ho visto bene tutto”.

Poi ha aggiunto: “Lo squalo stava fermo sott’acqua e all’improvviso ha fatto un guizzo e tirato fuori una pinna enorme, che ha dato la codata finale al fuoribordo, facendolo girare. La pinna era lunga almeno un metro e mezzo, quindi l’esemplare deve essere di almeno 4 metri. Era bianco sotto e grigiastro sopra.”

Avvistamento a Santa Marinella

Un pescatore 60enne, ai primi di giugno 2021, esce in barca per una battuta di pesca in compagnia della moglie. Proprio la moglie ha ripreso con mano tremolante i movimenti di uno squalo, che ha tentato di liberarsi dall’amo e poi è andato sotto la barca. La donna, spaventata, ha chiesto al marito: “Ma che ci stanno pure gli squali qua? Io ho paura”. Le immagini sarebbero state registrate alcuni giorni fa al largo di Santa Marinella, verso Capo Linaro.

“L’avvistamento avvenuto a Santa Marinella di uno squalo mako dalle pinne corte non deve assolutamente spaventare – spiegano gli esperti – I mako come le verdesche, sono squali molto comuni nelle nostre acque, ma la loro pesca è assolutamente vietata”.

Avvistamenti a Gaeta nel 2022

Il 5 settembre 2022 è stato condiviso il video dell’avvistamento di uno squalo verdesca (prionace glauca) a Gaeta, località vacanziera situata nel basso Lazio, ai confini con la Campania. Nel filmato, condiviso su Facebook dall’utente Roger Barrymore, si vede un giovane squalo azzurro che nuota nelle acque antistanti via Docibile, probabilmente in cerca di cibo o piccole prede.

Il 15 settembre 2022, sempre nelle acqua del Golfo di Gaeta, è stato avvistato nuovamente uno squalo verdesca. (Dal portale “Il meglio di tutto”)

Ischia. Sant’Angelo, squalo capopiatto

Su TikTok è stato condiviso il video di uno squalo capopiatto avvistato a giugno 2022 ad Ischia, presso Sant’Angelo, vicino alla costa. Si tratta di uno squalo morto e, dall’imbarcazione, qualcuno cerca di avvicinarlo con un bastone. L’utente ci ha tenuto a chiarire di aver trovato lo squalo già privo di vita; sulle prime sperava di poterlo aiutare ma poi non ha potuto far altro che mettersi in contatto con la Capitaneria per segnalare la carcassa in acqua.

Sette anni fa, un altro squalo capopiatto era stato trovato spiaggiato (e con un amo in bocca) nella stessa area di Sant’Angelo. (Dal portale “Il meglio di tutto”)

Squali pericolosi per l’uomo

“Delle circa 540 specie di squali ad oggi conosciute, solo cinque sono potenzialmente pericolose per l’uomo, ossia squalo bianco, squalo tigre, longimano, squalo leuca e squalo martello maggiore, ossia meno del 1%. Inoltre, ogni anno e in media, gli squali uccidono dieci persone in tutto il mondo, mentre l’essere umano uccide, ogni anno e in media, 100 milioni di squali”, concludono i ricercatori.

Cause dell’aumento degli avvistamenti

Il fenomeno dell’aumento del numero degli avvistamenti di squali “è legato all’accrescimento negli ultimi dieci anni del traffico nautico delle imbarcazioni da diporto e dalla pesca sportiva, che comporta la pasturazione, ossia al rilascio delle esche nel mare, quindi di fatto vengono attirati dal cibo”, sostiene il biologo marino Daniele Ventura, contattato da Fanpage.

“Un altro fattore di fondamentale importanza lo riveste la pesca di tipo industriale, ormai nota per aver saccheggiato le risorse ittiche, che negli anni ha portato ad un calo delle specie di pesci delle quali gli squali si nutrono, così, non trovando più da mangiare al largo, si spingono sottocosta, come ad esempio la foce del Tevere”, spiega l’esperto.