Istat: nel Lazio 635mila stranieri residenti, il 30% romeni. Distribuzione nelle 5 province

L’Istat ha diffuso il censimento permanente della popolazione nel Lazio

finto centurione romeno

Romeno travestito da centurione a Roma

Popolazione straniera residente sulla base della dinamica demografica di fonte anagrafica (saldo naturale e saldo migratorio) intercorsa nell’anno 2020, combinata alle risultanze derivanti dai “segnali di vita amministrativi” (saldo tra sopra e sotto copertura anagrafica degli stranieri), la popolazione straniera del Lazio ammonta a 635.569 residenti, con un aumento di 6.398 persone (+1%) rispetto al Censimento 2019.

Lazio, censimento stranieri nelle province

Lo fa sapere l‘Istat, che oggi ha diffuso il censimento permanente della popolazione nel Lazio. L’incremento della popolazione straniera ha, seppur di poco, attenuato il declino della popolazione complessiva (-25 mila persone).

L’aumento degli stranieri ha interessato la provincia di Roma (che con un incremento dell’1,4% raggiunge quota 516.297 unità) e quella di Latina (+2,9%); la diminuzione degli stranieri in termini relativi è più rilevante a Frosinone (-5,7%), seguita da Viterbo (-2,6%).

Popolazione straniera più giovane rispetto a italiani

Nel Lazio la popolazione straniera è mediamente più giovane rispetto alla componente di nazionalità italiana. L’età media è di 36,4 anni, 10 anni in meno rispetto agli italiani, e la presenza maschile è lievemente maggiore (il rapporto di mascolinità misura 94 stranieri ogni 100 straniere, contro il valore di 93,3 per la popolazione italiana).

Rispetto ai valori medi regionali e nazionali, la provincia di Latina è quella con la popolazione straniera più giovane (età media di 33,7 anni) e prevalentemente di genere maschile (120,6 stranieri ogni 100 straniere).

Circa tre cittadini stranieri su quattro hanno meno di 50 anni (contro uno su due degli italiani): più della metà (56,3%) ha un’età compresa tra 20 e 49 anni (34,3% gli italiani), mentre la quota di persone sotto i 20 anni è pari al 19,4% degli stranieri e al 17,5% degli italiani; in particolare i bambini da 0 a 4 anni sono il 5,3% del totale (3,6% per la popolazione italiana).

Viceversa, gli over 60 sono solo il 9,3% tra gli stranieri e quasi un terzo (31,6%) per la popolazione italiana. La distribuzione per età della popolazione è più simile nella classe 10-19 anni: 9,5% per i cittadini italiani, 8,8% per i cittadini stranieri.

Indicatori demografici di struttura

Questa asimmetria si riflette negli indicatori demografici di struttura: nella popolazione straniera si osservano valori decisamente più bassi dell’indice di vecchiaia (31,6 contro 194,4) e dell’indice di dipendenza (rapporto tra popolazione in età non attiva e popolazione in età attiva: 25,7 per la componente straniera e 60,0 per quella italiana.

L‘indice di vecchiaia della popolazione straniera più elevato si registra a Rieti (38,9), quello più basso a Latina (17,1). Rieti è anche la provincia con l’indice di dipendenza della popolazione straniera più basso (23,5), cui si contrappone il più alto valore dell’indicatore per gli italiani (64,6).

Provenienza stranieri

Quanto alla distribuzione per cittadinanza, nel 2020 poco più della metà (51%) dei cittadini stranieri dimoranti in regione proviene dall’Europa, 28,3% dall’Asia, 12,6% dall’Africa e 8,1% dall’America. Sono residuali le presenze dall’Oceania (6 per 10 mila stranieri) e gli apolidi.

In virtù della nuova metodologia che ha fatto emergere quote di stranieri presenti da tempo sul territorio italiano, tutti i continenti registrano valori più elevati rispetto al 2019, ad eccezione dell’Europa, che conta circa 18 mila unità in meno.

Gli stranieri conteggiati nel 2020 provengono da 193 paesi del mondo ma sono concentrati in un numero abbastanza ristretto di collettività: le prime dieci, infatti, totalizzano il 68,1% della presenza straniera, solo le prime tre (cittadini provenienti da Romania, Filippine e Bangladesh) sono il 43,8% del totale.

La comunità rumena, prima in regione per numero di individui dimoranti abitualmente, rappresenta il 30,4% degli stranieri censiti, con un peso percentuale decisamente più alto del valore nazionale (20,8%). Seguono la comunità filippina (7%) e quella proveniente dal Bangladesh (6,5%), con un’incidenza più che doppia rispetto alla media nazionale (in Italia sono rispettivamente il 3,2% e il 3,1% del totale degli stranieri residenti).

(Enu/ Dire)