Itinerario di casa nostra: l’antica Cerillae tra Ulisse e Annibale

Abitata in età preistorica, poi da Ausoni, Focesi, Greci, Romani, l’antica Cerillae è ancora lì a distanza di migliaia di anni di storia e di eventi

Le conseguenze della guerra annibalica furono anche in Lucania di grande rilievo. I profondi cambiamenti nelle strutture dell’economia dell’Italia meridionale, un fatto storico incontestabile, hanno spesso condotto gli studiosi a tracciare dell’intera Lucania un quadro di desolazione simile a quello che si è abituati ad attribuire alla Magna Grecia.

La Lucania interna dovette sottoporsi a pesanti confische, ma le interazioni fra l’estensione delle confische in varie parti della Lucania e in genere lo sviluppo politico, amministrativo ed economico restano abbastanza oscure in più d’un punto.

L'uso, in piena età storica e in ambiente italico, di una pratica di iniziazione giovanile in base alla quale i figli dei Lucani, raggiunto il periodo della pubertà, venivano affidati a dei pastores, pastori. È Strabone che ci permette di identificare quei pastores con il popolo dei Bruzi, i quali, sempre secondo il suo racconto, erano pastori vassalli al servizio dei Lucani; a loro venivano affidati, quindi, i giovani Lucani per essere addestrati nell’arte bellica. Strabone non è l’unico a parlare dei Bruzi nella loro funzione di educatori, infatti, Giustino ne riprende e ribadisce il concetto

La Lucania si spingeva più a sud di quello che è l’attuale confine ed era interessata da commerci abbastanza floridi sia dal versante ionico che dal versante tirrenico caratterizzato dalla presenza di numerose città tra le quali Blanda, Laos e il piccolo centro di Cerillae già caratterizzato da presenze nel paleolitico, poi dalla presenza greca ma la sua piccola importanza la ottenne durante il periodo romano.

Il sito romano presso l’attuale frazione di Cirella, nel comune di Diamante, costituisce uno dei principali insediamenti di cui abbiamo attestazione tramite la Tabula Peutingeriana, che altro non è se non una copia del XII-XIII secolo di un'antica carta romana che mostra le vie militari dell'Impero romano, sulla quale è riportata l’esistenza di Cerillae. Il centro viene, inoltre, menzionato da Strabone in merito alla linea di demarcazione tra il territorio dei Lucani e il territorio dei Brettii; confine che fu introdotto da Augusto. A Cerillae si riferisca anche Plinio il Vecchio, nella sua opera Naturalis Historia, nel parlare del Portus Parthenius, il porto partenio che Plinio attribuisce ai Focesi.

I Focesi erano gli abitanti dell’antica città greca di Focea, in Asia Minore, i quali, essendo abilissimi navigatori, si guadagnarono nell’antichità la stima dei più grandi storici del tempo. Erodoto e Strabone ne tesserono le lodi, infatti, come esploratori e mercanti. Nella loro peregrinazione, dovuta a vari motivi, lungo le coste del Mediterraneo fondarono Marsiglia così come anche l’importante città di Ἐλέα, Elea, la romana Velia, attualmente nel comune di Ascea.

Il Portus Parthenius fece di Cerillae un punto di riferimento certo nel complesso e fiorente reticolo commerciale, sia marittimo che terrestre, dell’antichità.

Vale la pena fare riferimento ad un testo epigrafico rinvenuto nella chiesa di S. Prassede a Roma in cui è indicata una tabula di pretoriani nel cui elenco si fa riferimento ad un pretoriano originario di Cerillae; si parla di un bucinator,ossia un trombettiere di nome Caius Verus proveniente da un centro abbreviato in CERI che altro non può essere che Cerillae, non esistendo nessun altro sito in tutto l’Impero romano che inizi con le medesime quattro lettere; dal momento che i centri di provenienza dei pretoriani, noti dalle molte liste rinvenute, hanno tutti consistenza amministrativa, trattandosi di colonie o municipi, non si esclude che anche Cerillae avesse quindi rango municipale.

L’iscrizione è databile all’epoca di Commodo per cui si è in condizione di meglio contestualizzare questo centro nell’ambito delle relazioni con la capitale dell’impero anche per il tramite di un personaggio il cui status potrebbe accordarsi con le attività produttive connesse con le produzioni ittiche o vitivinicole che le nuove testimonianze materiali fanno supporre.

Merita, quindi, attenzione speciale il C. Marzio Vero, bucinator, arruolato tra i pretoriani nel 183 d.C., originario della località calabrese di Cerillae, del quale colpisce il cognome Vero, attestato tra i Marcii solo nel caso di P. Marzio Vero. Cerillae municipio romano anche in considerazione della sua fedeltà a Roma nel corso delle guerre puniche. Silio Italico, infatti, nel libro VIII della sua opera Le Puniche elenca gli alleati di Roma che inviarono uomini per rafforzare le truppe romane e indica anche Cerillae; sulla sua espressione, et exhaustae mox Poeno Marte Cerillae, sono nate due differenti teorie legate alla traduzione: la prima vorrebbe valido il dato storico dello spopolamento negli anni della guerra punica appunto per la partenza in guerra degli uomini; l’altra versione vorrebbe Cerillae distrutta da Annibale nel suo passaggio lungo il versante tirrenico.

In questo scenario, tuttavia, non bisogna dimenticare che il territorio del vicino Cilento, la Lucania e la Calabria era quello sul quale si erano stanziati gli Enotri che Dionigi di Alicarnasso vuole provenienti dall’Arcadia, zona del Peloponneso centrale; nello stesso territorio erano già presenti gli Ausoni i quali erano stanziati in Calabria già intorno al XVI secolo a.C. avendo fondato verosimilmente un approdo a pochi chilometri da Cirella, nell’attuale sito di Diamante, più precisamente alla foce dell’attuale torrente Corvino il cui molo e l’area commerciale annessa sorgevano dove ora si trova Villa dei Mercanti, una accogliente struttura ricettiva turistica che, appunto, prende il nome dai mercanti che dall’antichità fino al medioevo prima e poi dal ‘500 in poi hanno caratterizzato il sito dove ora sorge Diamante e in cui i Sanseverino nel ‘500 fecero costruire una fortificazione che avrebbe dovuto difendere i contadini e i pescatori dalle incursioni saracene dando vita al borgo marinaro di Diamante.

I ruderi di Cirella, l’antico mausoleo romano e tanto altro, di cui parleremo in seguito, c’è da vedere a Cirella e chissà che Ulisse non sia sbarcato anche qui come vuole la leggenda. Vale la pena, pertanto, visitare questa località turistica di casa nostra.

 

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