L’annosa vicenda del Colleferro Rugby spiegata in una conferenza stampa

Dopo il famoso bando, che ha visto vincere la società di Atletica, a discapito della società di Rugby, i vertici della società sportiva dilettantistica tracciano un excursus di quanto avvenuto negli anni

Una storia che affonda le sue radici molto lontano. La società nasce nel 1965 e oggi compie 53 anni. Anni intensi che hanno visto il Colleferro Rugby in serie A nel 1994, per questo motivo nel 1996 la gestione del campo sportivo Maurizio Natali è stata affidata al Colleferro Rugby. Una gestione che la società dilettantistica, formata da persone, appassionati, giocatori, famiglie dei giocatori, impegnarsi in maniera volontaria per lo svolgimento armonioso delle attività. Oggi le cose sono cambiate per via di un bando comunale vinto con un ribasso di 10 mila euro dall’associazione sportiva dilettantistica Atletica Colleferro Segni.

Martedi pomeriggio il presidente della Colleferro Rugby 1965, Roberto Benedetti, insieme a Sandro Tucci, già presidente della stessa e oggi dirigente, hanno tracciato un quadro accorato con il cuore e con la testa di cosa è stata la società fino ad oggi e del loro disappunto nei confronti di un modo di proseguire da parte dell’amministrazione non condivisa. “La convenzione per le strutture pubbliche gestite dalle società sportive sono scadute nel 2015 e abbiamo proseguito in derogaci spiega il presidentedopo due anni arriva la regolamentazione delle tariffe, per le quali abbiamo sempre manifestato, nelle sedi opportune, che non erano congrue alla situazione, con le tariffe la pubblicazione del bando per la gestione dell’impianto, che, ci era stato detto, doveva rappresentare per noi una pura formalità, vista la nostra storia e quello che il Rubgy ha sempre rappresentato per Colleferro”.

“53 campionati giocati con la presenza in serie A dal 1996 al 1998 – interviene Sandro Tucci – 75 giocatori convocati nelle varie nazionali, 72 gare internazionali organizzate a Colleferro, 6 nazionali ospitate, 1 stella al merito sportivo consegnata dal Coni, 77 giocatori stranieri che portano ancora oggi Colleferro nel cuore. La prima partita del 6 Nazioni in Italia è stata giocata a Colleferro nel febbraio del 2000, sempre in prima linea per il sostegno a chi ha avuto bisogno. Durante il terremoto dell’Aquila la locale squadra di Rugby ha ringraziato Colleferro su tutte le reti nazionali”. Un excursus che arriva dal cuore, da quel cuore grande, come sono grandi i giocatori che giocano questo sport, non solo con la palla ovale, ma con l’anima gentile e la mano sempre tesa verso l’avversario, per terminare il macth dal campo al terzo tempo, con un bicchiere di birra e un piatto di pasta. Questo viene insegnato ai ragazzi che si avvicinano al rugby. La società colleferrina vede le squadre dall’Under 6 all’Under 18, fino ad arrivare alla prima squadra. Ogni fin settimana si disputano 8 incontri e la squadra dell’Under 16  ha vinto il Campionato Regionale.

“Per tutti questi motivi dobbiamo rispondere con i dati  a chi in queste settimane ci ha detto che non sappiamo perdereproseguono – la prima cosa che insegnamo ai giovani che si avvicina al nostro club è proprio questa, stringere la mano all’avversario prima dell’incontro e dopo l’incontro, a prescindere dal risultato finale”.

Da che il bando doveva essere una formalità, pare che invece non abbia tenuto conto della storia di questo sport a livello cittadino. L’affidamento prevede la gestione in toto, con pagamento delle utenze da parte della società aggiudicatrice e un importo di gestione di 30 mila euro per il quale la società che avrebbe fatto un’offerta inferiore avrebbe preso un punteggio maggiore. Una delle tante cose che lascia perplessa la società del Rugby è la revisione del bando dopo una settimana dalla pubblicazione avvenuta il 4 agosto 2018. Infatti il 9 agosto 2018 viene pubblicata la versione aggiornata che denota una modifica sostanziale nei requisiti tecnici per l’aggiudicazione della gara, ci chiediamo come mai nella prima stesura alla voce: Radicamento sul territorio comunale si attribuivano 15 punti e nella seconda stesura alla stessa voce 5 punti.

Per quanto riguarda la parte economica rimandiamo alle immagine allegate a questo articolo, dalle quali i nostri lettori potranno capire come le gestioni e le spese siano nettamente diverse tra loro per ovvie ragioni. “Lo avevamo detto che le tariffe non erano congruecontestano Tucci e Benedettioggi il sindaco non può pubblicare un post nel quale dice di rivedere le tariffe, dopo il bando? Non ci pare corretto, ma poi il bando non doveva essere solo una formalità? Come lo spieghiamo ai ragazzi e alle loro famiglie che per 10 mila euro non possiamo gestire più l’impianto e dovremmo cercare un altro posto per allenarci e giocare il campionato, con la speranza che lo troviamo”. Ovviamente insieme all’impianto verrà meno anche la Club House, che si chiama così proprio perché è la casa del Club e in tutto il mondo esiste adiacente alle società di Rugby. A Colleferro è arrivata nel 2001, grazie all’amministrazione del tempo, ma grazie anche al contributo della società, per avere l’impianto completo come nei migliori club internazionali.

“Abbiamo sempre contribuito rispetto ai finanziamenti erogati dalle amministrazioni precedenti – si avviano alle conclusioni Tucci e Benedetti – tali contributi non ci sono stati regalati, ma concessi in cambio della pulizia, della custodia, della manutenzione e via dicendo. Oggi dovremmo entrare in quella che è stata casa nostra per oltre 20 anni e pagare, anzi strapagare secondo il tariffario applicato”. Non a caso anche nel bando del comune il Campo è stato denominato Campo di Rugby Maurizio Natali. “L’amministrazione ci ha sempre detto che il bando, oltre a essere una formalità, doveva essere fatto per gestire in maniera legale la convenzione – spiega Sandro Tucci – mentre ho notizia che il comune di Roma ha affidato in maniera diretta l’ex stadio delle Aquile senza alcun bando. MI sento di dire che un paese che non rispetta il suo passato non ha futuro”.

“Ci sono state regole uguali per tutti? Sono stati salvaguardati i diritti di Tutti? Sono stati  rispettati tutti i partecipanti?– le conclusioni del presidente Benedetti –  Per noi no!”.

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