La censura degli eco-fondamentalisti si abbatte sul prof. Prestininzi

Gli ambientalisti contro la nomina dell’illustre geologo a consulente del Governo per il Ponte sullo Stretto. La sua “colpa”? Preferire i dati scientifici al pensiero green unico

Censura green

Censura green (immagine di Clker-Free-Vector-Images da Pixabay)

La censura degli eco-fondamentalisti, come un moloch dall’appetito insaziabile, si appresta a colpire ancora. Ha infatti messo nel mirino il professor Alberto Prestininzi, ordinario di Previsione, Prevenzione e Controllo dei Rischi Geologici alla Sapienza di Roma. Colpevole di essere sì un esperto, ma di preferire la vera scienza ai teoremi dell’ideologia allarmista mainstream.

Censura green
Censura green (immagine di Clker-Free-Vector-Images da Pixabay)

Censura green contro il professor Prestininzi

L’insigne geologo, come scrive La Repubblica, recentemente ha ricevuto l’incarico di coordinatore del neonato Comitato tecnico scientifico per il Ponte sullo Stretto di Messina. Una nomina voluta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che ha pavlovianamente scatenato i greenculotti dell’eco-narrazione dominante.

Matteo Salvini
Matteo Salvini (immagine dalla sua pagina Facebook)

Capofila dei moderni inquisitori affermazionisti è il leader di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli che, come riporta La Stampa, ha già annunciato un’interrogazione parlamentare. «L’approccio scientifico» ha attaccato, «deve essere basato su dati, evidenze e consensi internazionali, non su opinioni personali che negano la realtà dei cambiamenti climatici».

Angelo Bonelli, censura
Angelo Bonelli (immagine dalla sua pagina Facebook)

Ora, tralasciamo pure il riferimento al consenso, che è quanto di più antiscientifico si possa immaginare. Tant’è che già Galileo Galilei affermava che «le verità scientifiche non si decidono a maggioranza».

Ritratto di Galileo Galilei
Ritratto di Galileo Galilei (1564-1642) di autore sconosciuto. © Google Arts & Culture via Wikimedia Commons

La parte restante del ragionamento, invece, è assolutamente condivisibile. Solo che il-Verde-Bonelli ignora che i dati e le evidenze da lui invocati indicano che il climate change di origine antropica non è che una congettura indimostrata. E che, come abbiamo più volte argomentato, l’azione dell’uomo incide al massimo per il 5-10% su quello che è semplicemente il sistema più complesso presente sulla Terra. Il quale, come ha magistralmente illustrato il professor Antonino Zichichi, per il 90-95% dipende da fenomeni naturali legati al Sole, all’orbita e all’asse terrestre e al vulcanismo.

Antonino Zichichi
Antonino Zichichi (© Gabriella Clare Marino via Wikimedia Commons)

Aveva ragione Capezzone

Va da sé che, come ogni totalitarismo, anche quello eco-catastrofista è intollerante verso il dissenso. E, se non riesce a imporre un pensiero green unico attraverso la propaganda, si serve di metodi più orwelliani.

George Orwell
George Orwell (1903-1950). © BBC via Wikimedia Commons

Non a caso, un paio di mesi fa aveva imbavagliato, per interposto Fondo Monetario Internazionale, addirittura un Premio Nobel come John Clauser. Che potrebbe anche non essere la vittima più illustre della censura verde, perché aveva senz’altro ragione il neo-direttore editoriale di Libero Daniele Capezzone. Gli ambientalisti sono pericolosi: soprattutto per le fondamentali libertà di pensiero, opinione ed espressione.