Uovo fatto di pelle in fondo al mare? Non potete immaginare cosa sia

Una sfera dorata posata sul fondo dell’oceano al largo dell’Alaska, avrebbe scatenato il dibattito nella comunità scientifica. Ma di cosa si tratta?

Un uomo davanti il pc con espressione stupita

Un batiscafo manovrato senza equipaggio scopre a 3 mila metri in fondo al mare qualcosa che potrebbe essere un uovo, no una spugna, no un residuo organico, boh: mistero! La stampa ci ricama su un thriller.

Un uovo dorato di pelle umana in fondo al mare?

Una sfera dorata posata sul fondo dell’oceano al largo dell’Alaska, avrebbe scatenato il dibattito nella comunità scientifica, secondo The Guardian, perché non si capisce cosa sia in realtà e come mai si trovi lì. L’avrebbe scoperto un sottomarino telecomandato del genere ROV, quelli che vanno a grandi profondità, ma senza equipaggio. Secondo gli scienziati del National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) degli Stati Uniti d’America, potrebbe trattarsi di un uovo schiuso o di una spugna marina.

Un uovo dorato in fondo all’Oceano?!

Un uovo? Se un uovo scende tanto in basso fino a 2 miglia ovvero 3,2 Km, vuol dire che è pieno, altrimenti galleggerebbe, o no? Così ci hanno spiegato i nonni. La famosa prova dell’uovo fresco che scende o dell’uovo andato a male, contenente aria, che resta in superficie.

Ma questo presunto uovo ha un buco. Anche abbastanza visibile a occhio nudo. Allora gli scienziati americani hanno fatto due ipotesi ma le avremmo fatte anche noi senza essere laureati ad Harvard. Qualcosa o qualcuno ne è uscito, è questo è molto inquietante. O qualcosa o qualcuno ha cercato di entrare, e questo pure mi inquieta ma meno.

Se c’è riuscito è ancora lì dentro, altrimenti è stato solo un tentativo. Secondo The Guardian l’uovo o presunto tale è stato recuperato dal sottomarino e tratto in laboratorio per le dovute analisi. Una delle prime dichiarazioni rilasciate dal Noaa è che si tratta di qualcosa di lucido che sembra fatto con tessuto cutaneo! Pelle? Lucida e dorata?

C’è materia per un inizio di un film di fantascienza. Uno di quelli in cui gli astronauti, scesi su un pianeta sconosciuto, visitano una grotta e la scoprono piena di uova, dalle quale poi esce Alien o qualcosa del genere.

La scoperta del secolo oppure una fake news?

Scusate se prendo la cosa un po’ a ridere, non è per gli scienziati, loro fanno bene a indagare per carità, ma è per The Guardian, cui si sono accodati altri media, che hanno preso ha ricamarci su la parte di mistero.

Siamo talmente disabituati alla critica che tutto ci sembra possibile, anche che un uovo d’oro con un buco possa trovarsi a 3mila metri nell’Oceano Pacifico. Oddio, posso essere smentito e scoprire che ci troviamo di fronte alla più sensazionale scoperta del secolo.

Nel caso farò ammenda per averla presa sottogamba. Comunque qualcosa di poco chiaro ci deve essere, almeno nella prosa dei giornalisti, se si è ancora incerti se si tratti di un uovo o di una spugna, voglio dire. Due oggetti non proprio simili.

La questione della pelle poi lascia interdetti. Un uovo di pelle dorata? Voi capite bene che la cosa ha poco fondamento detta in questi termini, a meno che non ci si sia sbagliati nella valutazione a distanza fatta in fondo all’Oceano, per giunta. Il braccio telecomandato del batiscafo avrebbe “solleticato” l’uovo e una volta assicuratisi che non stesse racchiudendo nulla di pericoloso, è stato “aspirato” delicatamente per essere testato in laboratorio.  Giusto. Però ora se ci fosse un pericolo ce lo siamo portati in casa.

Sembra un film di fantascienza

Nella sceneggiatura dell’ipotetico thriller fantascientifico succede proprio questo. La donna con lo scafandro chiede di lasciare perdere. Uno pensa, lei è donna, e difende la vita. Vede un uovo e pensa che ci dovrà essere una gallina da qualche parte o un pesce.  

Ci sono pesci ovovivipari, che trattengono le uova fecondate all’interno del corpo allo scopo di proteggere i piccoli. Come il cavalluccio marino ma anche lo squalo che mette al mondo i suoi figli già formati. Altri invece disperdono le uova in mare, per esempio i pesci ovipari: le acciughe, i tonni, i salmoni, che risalgono il fiume per depositarle.

Questo potrebbe essere di qualche rettile o di un animale oviparo. Poi c’è sempre un lui, uno scienziato antipatico, che vuole assolutamente portare via quell’uovo. È una esigenza della scienza.

Scoprire a cosa appartenga quella cosa, perché brilli così e perché sia di tessuto umano… no, no, assolutamente è da portare in laboratorio! Non c’è discussione. Anzi si scoprirà poi, o forse anche a questo punto, che la missione del batiscafo, voluta dalla Nasa o dalla Cia o dalla Spectre, in effetti era rivolta proprio a recuperare il presunto uovo, e non a passeggiare per i fondali oceanici fingendo di cercare alghe per la cosmesi. Qui lo spettatore già si rende conto che ci stiamo cacciando in un grosso guaio. Ma è proprio quello che vuole lo sceneggiatore.

Speriamo che non decida di uscire proprio adesso

L’immersione, ora sto raccontando la realtà delle cose,  fa parte della spedizione Seascape Alaska 5, che proseguirà fino al 15 settembre e può essere seguita in live streaming mentre esplora il Golfo dell’Alaska fino a una profondità di quattro miglia.

La scoperta risale al 30 agosto e il team di scienziati s’è messo a fare congetture sull’oggetto, proprio come mi sono immaginato prima, nell’inizio del film di fantascienza. Di più, uno di loro a proposito del buco ha aggiunto: ”Spero solo che qualcosa non decida di uscire”. “È come l’inizio di un film horror.

Ha aggiunto un suo collega come riporta anche il Miami Herald. Quel riflesso dorato che si vede nelle foto scattate all’oggetto in fondo al mare, potrebbe derivare dalle luci del batiscafo. La foto scattata in laboratorio, senza il filtro dell’acqua marina, dà invece un colore giallo-marrone. Sta a vedere che invece di un uovo hanno pescato un residuo fecale e ora si vergognano a dire la verità!

Tra le prime ipotesi quella di una spugna

Qualche anno fa, un batiscafo come quello citato sopra, mentre scandagliava i fondali dell’Oceano nell’artico, più precisamente dove si trovano le montagne sottomarine denominate Langseth Ridge, avevano rinvenuto trace di spugne che camminano.

Non si sapeva che le spugne avessero questa capacità e quindi fu una scoperta di una certa rilevanza scientifica, certificata anche dalla biologa marina Teresa Morganti, di uno dei vari Istituti Max Planck che operano in Germania.

Una scoperta tuttavia che a noi comuni mortali non ci ha certamente cambiato la vita, pur se sapere che la nostra spugna, con cui facciamo la doccia tutti i giorni, potrebbe lasciarci all’improvviso. Si lo sappiamo, le nostre spugne, anche quando siano naturali, non sono più vive e non credo che possano tornare in vita facilmente.

Allora si scrisse che i ricercatori avevano da sempre considerato le spugne di mare come creature dotate di una mobilità limitata e comunque dopo attenti studi ne dedussero che non sono esattamente famose per la loro velocità e destrezza.

Ma nel loro muoversi “despacito” possono lasciare tracce di “spicole di spugna”, ossia frammenti simili a spine. Ma quello che è ancor più sorprendente è che questi residui possono servire come cibo per altre spugne.

Ovvero le spugne non solo si muovono ma sono anche cannibali! Ora, che l’oggetto ritrovato, accostato a un uovo, possa invece essere un residuo di spugna è nell’ordine delle cose possibili. La forma potrebbe essere una casualità e tutto sommato ci solleverebbe non poco sapere che è esattamente così. Che invece di una casa per Alien ci siamo imbattuti in un pezzo avanzato, rilasciato, di spugna che cammina.