La “girasolina” Rossana si racconta…

Alla ricerca del sole…nonostante tutto!

Oggi abbiamo incontrato Rossana una girasolina così carina e aggraziata che raccontate dalla sua voce anche le cose più dolorose lo sembrano di meno. Rossana ha una figlia che diversi anni fa si è ammalata e ci ha raccontato cosa si prova a stare dall'altra parte, perché è sempre molto difficile affrontare la malattia ma quando si tratta dei propri figli è devastante. Rossana ci racconta che quando ha saputo che sua figlia si doveva operare ha sentito che il sangue le si gelava nelle vene, e quella sensazione di gelo l'ha accompagnata per moltissimo tempo.

E' stata sempre vicina a sua figlia, ha cercato di aiutarla in tutti i modi, ma non ha mai voluto soffermarsi a pensare che la malattia fosse proprio “quella”, l'ha affrontata con positività, con molta fede ma non ha mai avuto il coraggio di chiamarla con il suo vero nome. La sensazione di gelo che l'ha pervasa l'ha aiutata a non percepire troppo dolore, troppa paura, si perché la paura di perderla sarebbe stata ingestibile ed essere un pò “congelati” aiuta.

Però anche se ibernati la paura e il dolore da qualche parte alloggiano e Rossana anche se tutto era stato superato, ha cominciato ad avere sbalzi di umore, momenti tristissimi apparentemente senza un motivo e soltanto occuparsi di moltissime cose la faceva stare meglio. Le sue sorelle più volte hanno provato a spingerla ad aprirsi ma lei non lo faceva, non per volontà ma il ghiaccio era davvero tanto spesso. Pian piano il ghiaccio si scioglieva e lasciava emergere quelle sensazioni di disagio inspiegabili e sempre più frequenti.

Rossana voleva stare vicino a sua figlia, voleva sostenerla e solo chiamare la malattia per nome l'avrebbe destabilizzata, così come parlarne con lei in altri termini e mostrarle tutta la sua fragilità. Ora dopo tanto tempo, qualcosa si sta scongelando, comprende gli sbalzi d'umore e per la prima volta usa il vero nome per raccontare della malattia. Questa piccola apertura è arrivata grazie agli incontri organizzati nella sede dell'Associazione con la psicologa Dott.sa Cristina Pecorari, uno spazio nel quale ha potuto esplorare meglio le sue emozioni e che le ha permesso di sentirsi veramente inserita nell'ambito associativo. 

Rossana frequenta l'Associazione da circa un anno su invito della nostra Presidente e della nostra amica Concetta, inviti più volte rifiutati perché non riusciva ad immaginare come avrebbe potuto apportare il suo contributo. Ha iniziato a prenderne parte senza troppa convinzione, fino a che ha scoperto che è bastato “portare” se stessa, e soprattutto che dall'Associazione si può avere tanto senza chiedere nulla. infatti oggi Rossana per parlare delle socie usa un termine molto familiare, “sorelle”.

Rossana oggi si rende conto che insieme alla figlia ha condiviso l'aspetto pratico dell'accaduto ma non ha potuto permettersi di condividere con lei sensazioni e timori. Inconsapevolmente ha tenuto tutto dentro per proteggerla, per non appesantirla anche delle sue paure, probabilmente anche la ragazza ha agito allo stesso modo. Le sue preghiere sono state ascoltate e i medici hanno fatto la loro parte, perciò sua figlia sta bene e man mano che il gelo si scioglie si sente sempre più pronta a riconoscere le sue fragilità.

Maria Luisa Piacentini
Foto Pantaphoto Bruno Pantaloni

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