La Ragione era Carnale di Mariagloria Fontana:”Una scrittura rapsodica”

Mariagloria Fontana è una di quelle autrici che finiscono nascoste dietro la furia interpretativa dei suoi personaggi

Di recente, a Bologna Mariagloria Fontana. giornalista e autrice del romanzo La Ragione era Carnale, Curcio editore,  è stata insignita del Premio Scrittori con Gusto 2018 dall'Accademia Res Aulica di Bologna assieme ai colleghi scrittori Marco Buticchi e Andrea De Alberti .

Di seguito la bella ed esaustiva motivazione del premio a La Ragione era Carnale, scritta dalla Presidente dell'Accademia Res Aulica Franca Fiocchi. 
 

Che cosa significa intimità, e come è possibile sfondare quella barriera che sempre ci difende, ma allo stesso tempo irrimediabilmente ci separa dagli altri, per fare in modo che con una persona, almeno una, sia possibile diventare noi anziché rimanere io e te, anzi io e io.

C’è da riempire una distanza e come si faccia ad essere davvero vicini, proprio perché si rimane abbastanza distanti, ce lo rivela Maria Gloria Fontana, in questo suo libro bellissimo di scrittura cristallina e verità nascoste.

Una storia, un incontro virtuale sul social “my space” dove nessuna parola è persa, nessuna virgola è inutile.

Un’ incredibile dichiarazione d’amore legata insieme da interessi e passioni, dove la protagonista non si fa scrupoli ad iniziare un viaggio interiore ed esistenziale.

Entrambi custodi della loro assenza, non permettono alle miserie del quotidiano d’intasare la loro ispirazione, ma non consentono nemmeno alla vocazione di riconoscere quel fondamentale importante richiamo chiamato desiderio.

Una vita sconosciuta da dipanare e ricostruire attraverso una fitta corrispondenza, per realizzare un equilibrio magico, emozionante, ma anche destabilizzante, tra vita immaginata e vita vissuta.

Mariagloria Fontana è una di quelle autrici che finiscono nascoste dietro la furia interpretativa dei suoi personaggi, la sua scrittura rapsodica e sussultante si muove nella tradizione modernista, ma ciò che davvero la caratterizza è il suo cuore, quel battito che come una martellante musica di fondo, porta la tessitura delle sue parole ad uno sconvolto paesaggio interiore.

Col suo seduttivo divenire, senza l’obbligo di riconoscersi in una trama,  trasporta le parole dentro intrecci e riferimenti riconoscibili nella realtà di oggi, accostandoli alle regole della commedia umana.

Amore, desiderio, tradimento, tutto per lei è un dramma sacro e profano, una rappresentazione dei ruoli, la messa in scena indagatrice di una crescita,  l’evoluzione dell’essenza.

Nella sua opera ci sono espliciti riferimenti alla solitudine e velate malinconie, nel senso che ognuno è strappato a se stesso, un lacerante esilio dal valore profetico.

La sua sintassi narrativa si allontana da quella zona dove le cose hanno una forma fissa, dove tutto ha un nome solido e immutabile.

In ciò che lei scrive c’è soprattutto quello che non si può dire, ma a puntellare la sua prosa è la narrazione costellata di rimandi cinematografici e musicali.

Lei lavora nei territori dell’anima in ciò che è insormontabile e segreto.

Carnalità, la visione consiste nel cogliere il simbolo delle cose nelle cose stesse.

Virtuale e reale, come un’ostia consacrata, splendente nel suo rituale, offre alla protagonista la possibilità di un’inusitata estetica comunione.

Ecco l’immondo, ciò che non si può accostare, altro non è che l’origine, forse quel luogo irraggiungibile che è il cuore.

Insomma per leggere bene l’autrice bisogna rinunciare almeno parzialmente al bagaglio delle regole interpretative, affidandosi all’ascolto, una voce femminile come una sorta di canto, un’improvvisazione come quella del jazz, un assolo dalle continue variazioni.

Un libro d’amore, un romanzo intonato fin dall’inizio, un voglio catturare il presente, il presente mi sfugge, l’attimo svanisce, l’attimo sono io sempre nell’adesso voglio tornare all’ignoto di me stessa.

Alla base della concezione di questo grande libro, c’è l’idea che per capire dove sta andando la nostra storia personale, la si debba andare a snidare in quella di tante altre persone, che senza che ce ne accorgessimo hanno partecipato alla costruzione del nostro destino di modo che, raccontando le loro vite, alla fine come in una sorta di mosaico venga a comporsi e a svelarsi così a noi stessi la nostra.

Una ricerca esuberante e scomposta dell’amore di un amami, ricambia il mio amore, allora significa anche prendimi come sono.

Le nostre vite sono vaghe tracce d’esistenza, isolati attimi in lontananza, lembi di memoria.

Il risultato del romanzo è stupefacente, una sinfonia di voci reali e immaginarie, una storia suggestiva fatta di momenti di grande atmosfera che ci regala una struggente confessione sull’irreparabilità degli errori.

Io puntai lo sguardo nel vuoto e rimpiansi che quella fosse la mia vita.

Perché in fondo la ragione era carnale.

 

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