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Lo smartphone al volante è il nuovo alcol: a Roma è caccia agli automobilisti distratti

Oggi basta una notifica, un messaggio su WhatsApp o una storia su Instagram per rischiare di restare senza patente. Letteralmente. In un’Italia dove lo smartphone è diventato un prolungamento della mano, il nuovo Codice della Strada ha tracciato una linea netta: chi guida e usa il cellulare verrà fermato, multato e sospeso. Subito.
Nella Capitale, gli effetti della stretta si sono già abbattuti con forza: 530 patenti ritirate nei primi due mesi del 2025, con un balzo del 77% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Un dato che, secondo fonti della Polizia Locale, è destinato a crescere ancora.
Dal messaggio alla sospensione: come funziona oggi
Prima bastava una multa, magari da pagare entro cinque giorni con lo sconto. Oggi invece chi viene beccato al telefono mentre guida si vede ritirare la patente immediatamente, sul posto. Entro due settimane, la Prefettura formalizza la sospensione: minimo 15 giorni, ma si può arrivare a molto di più se il conducente ha pochi punti sulla patente o se l’infrazione è aggravata da un incidente.
E la Capitale, con il suo traffico caotico e i suoi 3 milioni di abitanti motorizzati, è diventata terreno fertile per la nuova stagione repressiva.
“Mini-sospensioni” e maxi stangate: Roma sotto la lente
Tra le novità più temute, le cosiddette “mini-sospensioni”: provvedimenti rapidi che colpiscono chi ha meno di 20 punti sul documento. Si parte da 7 giorni per chi ha tra 19 e 10 punti, e si sale a 15 giorni per chi scende sotto quella soglia. E in caso di incidente, i tempi si raddoppiano: 14 o 30 giorni senza possibilità di appello.
Il paradosso? Solo il 2,5% dei patentati italiani si trova in quella fascia di rischio. Ma proprio per questo, la sanzione è fulminea e simbolica: dare un segnale chiaro a chi guida distratto, prima che causi danni.
L’effetto sui comportamenti: paura o consapevolezza?
“Lo smartphone è il nuovo alcol alla guida”, racconta un ufficiale della Polizia Stradale che presidia ogni giorno le arterie della Capitale. “Quando vediamo un’auto che ondeggia, ormai il sospetto non è più solo la guida in stato d’ebbrezza. Spesso c’è qualcuno con la testa china sullo schermo”.
Ma la domanda resta: le nuove regole stanno davvero cambiando le abitudini degli automobilisti o stanno solo alimentando la paura di essere puniti?
Secondo gli esperti di sicurezza stradale, servono entrambe le cose. “La repressione ha senso se accompagnata da campagne di sensibilizzazione”, spiega un funzionario del Ministero delle Infrastrutture. “Oggi ci sono troppi conducenti convinti che dare un’occhiata al telefono al semaforo non sia pericoloso. Ma basta un attimo di distrazione per travolgere un pedone o tamponare una moto”.
Roma laboratorio nazionale
Le strade della Capitale stanno diventando un laboratorio per la nuova cultura della guida. Con il boom delle sospensioni, i comandi di Polizia Locale si trovano a gestire numeri mai visti. Ma anche i cittadini iniziano ad accorgersi che qualcosa è cambiato davvero: non solo per chi guida con il telefono, ma anche per chi passa col rosso, fa sorpassi vietati o non rispetta le precedenze.
Il Codice della Strada versione 2025 non lascia margini: è il comportamento che conta, non la scusa. E il tempo delle distrazioni è finito.
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