Olio evo al supermercato, assurdo: prezzo minimo da 3,90 a 10 euro

L’olio d’oliva italiano è praticamente introvabile e dove c’è il costo raggiunge anche i 15 euro al litro. Un raddoppio del 100%

L’olio d’oliva italiano è praticamente introvabile e dove c’è il costo raggiunge anche i 15 euro al litro. Un raddoppio del 100% rispetto ai 7 di media degli scorsi anni. Per avere un prodotto di qualità si rischia di sborsare anche 20 euro e il prezzo è destinato a salire ancora.

Olio introvabile, molte le truffe

Con una produzione di olio in calo vertiginoso rispetto agli anni precedenti, complice la situazione globale e il clima impazzito, per i consumatori si prospetta un 2024 difficilissimo nella spesa per l’olio d’oliva.

Lo scorso 23 novembre, in occasione della giornata mondiale dell’olivo il direttore generale del Consorzio Ovicolo Italiano, Nicola Noia, ha rilasciato dichiarato. Questa dell’olio è una «giornata di fondamentale importanza. L’ulivo non solo produce olio e olive, ma anche bellezza e patrimonio storico paesaggistico. Rappresenta ciò che per il nostro paese è fondamentale, l’Italia senza ulivi non è la stessa cosa. Tutelarne la coltivazione significa supportare la nostra grande opportunità economica che è il turismo».

Tutelarne la coltivazione anche per salvaguardare i prezzi, perché negli ultimi anni le avversità del cambiamento climatico, dalla siccità agli agenti patogeni, stanno generando pesanti ripercussioni nelle tasche dei consumatori.

Già lo scorso agosto la Borsa Merci Telematica Italiana registrava per il comparto oleario un’importante ascesa dei prezzi, soprattutto sulla piazza di rilevazione di Bari. Dati che avevano messo in allerta il mercato e la distribuzione, in un momento in cui campagna olearia e raccolta non erano ancora iniziate. La tensione sui mercati si infervorava con le proiezioni, sia in Italia che dall’estero con particolare riferimento alla Spagna e alla grave siccità che stava colpendo, non per il primo anno, le colture intensive.

Altroconsumo: prezzi medi alle stelle

Secondo Altroconsumo, a inizio 2023 il prezzo medio dell’olio extravergine di oliva si attestava a 5,62 €/litro ed è aumentato del 30% in agosto, raggiungendo i 7,21 euro; una crescita che si percepisce ancora più evidente confrontano i prezzi con la media di agosto dell’anno precedente con un rincaro del 42%. E la situazione non accenna a migliorare anzi.

L’Olio europeo non versa in condizioni migliori, per una bottiglia in arrivo dalla Spagna si pagano almeno 7 euro, un euro in meno rispetto a quello di casa nostra per un olio di bassa qualità. Ma il DOP? Si spende fino 15,50 euro per l’olio evo DOP Garda.

Nicola Noia commenta: «In un’annata come questa, dove il prezzo si è alzato per le congiunture mondiali, dobbiamo fare ancora più attenzioni a scegliere l’olio e non direzionare gli acquisti verso prodotti similari, ma completamente diversi».

Sulle pagine de la Repubblica del 23 novembre scorso si legge: «Lo scenario che abbiamo di fronte è, anche per la prossima campagna, estremamente complicato – aveva anticipato pochi giorni fa Anna Cane, presidente del gruppo olio d’oliva di Assitol, l’Associazione Italiana dell’Industria Olearia – La riduzione delle quantità di olio e l’aumento delle quotazioni, all’interno di uno scenario di inflazione e incertezza economica, fanno temere che i consumatori si allontanino da questo prodotto. In realtà l’olio evo è stato vittima da tempo delle vendite sottocosto, finora è stato pagato troppo poco. Per anni la filiera ha lavorato ai limiti della sostenibilità economica e ha visto i suoi margini compressi verso il basso. Non possiamo continuare a trattarlo come commodity. Al contrario questo è il momento adatto per marcare la sua differenza rispetto ad altri grassi e condimenti».

Dichiarazioni inappuntabili se non fosse che c’è da fare i conti per arrivare alla fine del mese.