Omicidio Colleferro, madre di Willy: “non smetto di attendere una parola sincera dai responsabili”

Per la prima volta la madre di Willy racconta il suo figliolo da bambino, gli studi, il suo sogno

Willy Monteiro Duarte

Willy Monteiro Duarte (Da Pagina Facebook "Il Sorriso di Willy")

E’ un omicidio che ha sconvolto l’Italia intera, quello consumato la notte del 6 settembre 2020 nella cittadina di Colleferro, in provincia di Roma. Un ragazzo di appena 21 anni fu brutalmente ucciso a calci e pugni, dopo essere intervenuto in difesa di un amico in difficoltà che stava litigando con alcuni ragazzi della zona, conoscenti dei Fratelli Bianchi.

Mamma Lucia racconta i sogni di Willy

Per la prima volta, parla la mamma di Willy Monteiro, la vittima, il ragazzo ucciso a botte tre anni fa a Colleferro. In un’intervista a Walter Veltroni per il settimanale “Oggi”, in edicola domani, 27 luglio 2023, Lucia Monteiro racconta il suo Willy da bambino, i suoi studi, i suoi desideri: “Ha completato l’alberghiero, ha lavorato e voleva mettere da parte un po’ di soldi per andare all’estero. Il sogno della sua vita era diventare uno chef famoso”.

Quella tragica notte di settembre

Poi affronta quella tragica notte del settembre 2020: “A mezzanotte e mezza Willy è venuto da me e mi ha dato, come faceva tutte le sere nonostante avesse 21 anni, il bacio della buonanotte. Io ero sempre in pensiero, quando stava fuori, come tutti i genitori. La domenica mattina alle sette e mezza mi sono accorta che il divano letto non era stato aperto”.

E ancora: “I carabinieri non avevano il coraggio di dirmi la verità, mi hanno fatto capire che dovevamo andare all’ospedale… Loro mi hanno solo aggiunto, ma capisco il loro disagio e imbarazzo, che c’era stata una lite. A un certo punto ci hanno portato in una stanza e lì abbiamo saputo che Willy non c’era più. Poi ce l’hanno fatto vedere, nella camera mortuaria”.

Andare avanti per Willy

Alla domanda su come si possa superare una tale ingiustizia dice: “Certe volte, quando mi afferra la disperazione totale, me la prendo un po’ con Gesù. Ma dopo la disperazione viene il tempo di andare avanti. Per Willy, per sua sorella Milena, per mio marito e poi per me stessa. E per andare avanti chiedo a Gesù la forza necessaria. Ma la trovo anche nel pensiero che altri possono stare peggio di me, possono aver perso un figlio e sentirsi soli e abbandonati, soli e disperati.

Sui Fratelli Bianchi

Io non sono sola, ho vicina la mia famiglia, gli abitanti di questo paese, gli amici di Willy. Ho sentito il calore della solidarietà”. E sui fratelli Bianchi, per i quali di recente è stata diminuita la pena, e gli altri complici dice: “Non sono capace di odiare, anche chi mi ha fatto più del male. Ma dalla parte dei responsabili, non ho visto pentimento.

Le scuse le hanno fatte per loro stessi. Dopo tre anni non hanno ancora trovato una parola sincera, non hanno fatto un gesto. Io non smetto di attenderlo. Non ho desiderio di vendetta, non auguro del male a nessuno, mai. Spero anzi che la morte di Willy li aiuti a cambiare“. (Com/Red/ Dire)