Omicidio Marino, l’assassino:”Volevo difendere mia figlia”

La convivente avrebbe raccontato ai genitori di subire maltrattamenti dalla vittima, originario di Zagarolo

  Emergono ulteriori particolari sull'omicidio del 27enne Marco Monaco da parte del suocero Enrico Muntoni, avvenuto a Marino il 30 aprile. L' Ansa riferisce che la coppia, che gestiva una pizzeria a San Cesareo, chiamata Jukebox e abitava a Zagarolo, dove era conosciuto con il soprannome di Er Pagnottella da tempo viveva un periodo di crisi: tensioni, discussioni, spintoni e ogni tanto degli schiaffi.

Dopo l'ultimo litigio, la donne, una 26enne, è andata via sbattendo la porta per andare a casa dei suoi genitori a Marino, dove aveva già portato il loro figlio di 20 mesi. Da tempo i genitori chiedevano alla figlia di denunciare il compagno. La 26enne si era confidata con i genitori: "Mi maltratta – diceva – a volte volano degli schiaffi, mi dà degli spintoni e mi scaraventa sul letto, ho paura". Dopo qualche ora lui l'ha raggiunta a casa dei suoi. Alla porta ha aperto la madre della ragazza, che ha tentato di allontanare il 27enne con un ombrello: ne è nata una zuffa, con un parapiglia tra la madre della fidanzata e la stessa ragazza.

Nella casa c'erano anche la sorella della giovane con un altro bimbo di tre anni. Momenti di tensione che hanno portato all' esasperazione del padre di lei: un operatore ecologico di 54 anni che aveva il porto d'armi per il Poligono e la caccia.  L'uomo è andato nella sua camera, ha preso due pistole. Poi ne ha poggiata una sul pavimento ed ha impugnato l'altra.

E' tornato sull'uscio della porta ed ha esploso il proiettile senza esitazione, colpendo al petto il giovane, il quale gli avrebbe urlato:"Spara se hai il coraggio!". La vittima è morta sul colpo. Il suo corpo in terra nel sangue, proprio all' entrata di quella casa dove era andato per "riprendersi" la sua compagna. Poi il 54enne, preso dal panico, ha cercato di nascondere le pistole in garage prima di allontanarsi ed essere rintracciato dai carabinieri nei pressi dello stadio di Marino.

 "Volevo solo difendere mia figlia", si è giustificato l'uomo davanti ai carabinieri del Nucleo Operativo di Castel Gandolfo e della Compagnia di Marino, che lo hanno fermato. Ora si trova nel carcere di Velletri per il reato di omicidio volontario aggravat

Lascia un commento