Omicidio Willy, Avv. Pica, difensore dei fratelli Bianchi: “Una sentenza che fa paura”

Intervista all’avv. Pica: “la gente ha rilasciato commenti esultanti sui social. Mi domando: chi li ha scritti ha seguito il processo? “

Fratelli Bianchi condannati all'ergastolo

Fratelli Bianchi condannati in primo grado all'ergastolo

Il caso dei Fratelli Bianchi, condannati all’ergastolo nel processo di primo grado per la morte di Willy Monteiro Duarte, ripete, negli eterni corsi e ricorsi della Storia, quanto già visto ai tempi di Gesù e Barabba. La massima condanna per rispondere soprattutto al furor di popolo e per dare sfogo a quell’additamento al pubblico ludibrio che già Dante, nella Firenze del tempo che fu, chiamava “matta bestialitade”. In sintesi questo è il clima che, secondo l’avvocato difensore dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Massimiliano Pica, ha prodotto una sentenza che rappresenta “Un aborto giuridico”.

Massimiliano Pica, avvocato difensore dei fratelli Bianchi

Respinge il peso della sentenza, ergastolo assegnato in primo grado ai due giovani di Artena, l’avvocato Pica. Responsabilità, le loro, non debitamente dimostrate, che affermerebbe ipso facto il principio di una spettacolarizzazione del rito, con gravi ripercussioni per etica e libertà dei cittadini. Specie se a far traballare l’accusa è la certezza della prova, come nel caso di specie.

Lo abbiamo intervistato.

Così l’avvocato Massimiliano Pica, difensore dei due imputati, raggiunto telefonicamente questa mattina: “Come ho già ribadito ieri, per me è stata una sentenza mediatica, e lo ribadirò all’infinito perché abbiamo dimostrato che Gabriele non ha assolutamente toccato il ragazzo e Marco ha dichiarato di averlo preso nella parte sinistra dov’era già presente una lesione”.

E prosegue:Io sinceramente resto abbastanza perplesso perché il medico legale della Procura, quand’è stato sentito in udienza in aula, ha dichiarato che il colpo mortale che ha portato al decesso di Willy, oltre quello al collo, è stato un colpo posteriore diretto. Quindi davvero non capisco come fanno anche tutti i testimoni, a parlare del famoso calcio frontale, se non ci sono neanche le risultanze mediche. Un fatto, questo, che mi lascia realmente allibito e altrettanto spaventato. Perché, a questo punto, mi dico che questa è una sentenza che fa paura”.

E così conclude:Nella mia arringa finale ho chiesto ai magistrati di fare una sentenza con la testa, non di pancia. Purtroppo così non è stato. Adesso dovremo attendere novanta giorni per il deposito del dispositivo comprensivo di motivazioni, e poi ancora altri quarantacinque per il ricorso alla Corte d’Appello nei confronti di cui sono assolutamente fiducioso”.

Ancora un’amara, ma profonda e reale considerazione: “Resto altresì sgomento per gli applausi in aula. Ma che cosa c’è da applaudire? Due ragazzi che hanno preso l’ergastolo? Due ragazzi che io ho sempre dichiarato sin dall’inizio che non sono colpevoli? La gente ha rilasciato commenti esultanti sui social. Mi domando: chi li ha scritti ha seguito il processo? Ha sentito le testimonianze in aula? Ha letto gli atti processuali? No. Come pare, sono tutti soddisfatti di questa sentenza che, sinceramente, per me è un aborto giuridico. Sono proprio curioso di leggere le motivazioni che hanno condotto i giudici a esprimersi così”.

Maurizio Scandurra