Pontinia, maltrattamenti in allevamento: sequestrate 117 bufale

I bovini erano in una stalla senza acqua, tra i loro liquami e con mangimi contaminati. La denuncia al titolare a seguito del blitz dei Nas

Mucche, bovini in stalla

I bovini erano in una stalla senza acqua, tra i loro liquami e con mangimi contaminati. La denuncia al titolare a seguito del blitz dei Nas.

Siamo a Pontinia, provincia di Latina, in un allevamento di bufale di circa 117 esemplari tra adulti e vitellini. Un controllo mirato che riguarda una più ampia indagine sulle aziende agricole o di allevamento del territorio. Latina, infatti, è una delle province con un maggior concentrazione di allevamenti bufalini. Una filiera che porta ai caseifici la produzione della mozzarella di bufala ormai estremamente rinomata nel territorio.

L’attività si trova nelle campagne di Pontinia ed è stata posta sotto sequestro da sabato scorso, quando il nucleo investigativo dei carabinieri del Nas hanno effettuato un sopralluogo.

Nel corso dell’ispezione i carabinieri, accompagnati dal personale della asl e da esperti veterinari, hanno accertato che gli animali erano allevati e mantenuti in condizioni non compatibili con le caratteristiche etologiche.

Stipati in una stalla senza acqua e piena di liquami con mangimi a loro disposizione che sono risultati contaminati. La contaminazione è avvenuta sia per insetti che infestavano l’ambiente che a causa dei liquami presenti.

Una condizione ritenuta rischiosa anche per la produzione di latte destinato a diversi caseifici della zona.

«Gli animali, trai i quali anche molti vitellini tenuti legati, sono affetti da varie problematiche a livello sanitario». Spiegano sul Messaggero di oggi i carabinieri del Nas «la mancanza dei requisiti minimi di gestione era palese. Con evidente sofferenza per il bestiame e compromissione della salute degli animali».

A poca distanza sono state rinvenute delle carcasse di vitellini che non erano ancora state smaltite mentre poco più in là, una discarica abusiva di rifiuti speciali e pericolosi campeggiava.

Inoltre lo scarico dei liquami dell’allevamento pare sia fluito in un canale attiguo alla struttura.

Animali maltrattati, sigilli all’allevamento

Per tutti questi motivi l’azienda e gli animali al suo interno sono ora sequestrati mentre la titolare dovrà rispondere a varie denunce per reati che vanno dal maltrattamento di animali a scarico non autorizzato delle acque reflue. Tutti i bovini sono però ora stati riaffidati alla titolare stessa con l’ammonimento di rispettare le precise prescrizioni delle forze dell’ordine.

Al momento l’azienda risulta chiusa.