Post Roma-Juventus: “tigna” e un pizzico di fortuna

Il gol di Mancini riporta la Roma in zona Champions ed estromette forse definitivamente i bianconeri dalle speranze di rimonta

Gianluca Mancini e Christopher Lloyd Smalling della AS Roma

Gianluca Mancini e Christopher Lloyd Smalling

Roma-Juventus, conclusasi con la vittoria di misura dei giallorossi, rimette in piena lotta al quarto posto la squadra di Mourinho, rimediando parzialmente all’inopinata sconfitta di martedì scorso a Cremona. Andiamo a vedere quali sono gli elementi più rilevanti.    

“Tigna”, difesa e indipendenza da Dybala

Il cosiddetto “massimo risultato col minimo sforzo”: questa è la tipica definizione di una partita vinta 1-0. In Roma-Juventus il concetto è quasi calzante, anche e soprattutto considerati i due tecnici. Per Mourinho è il decimo clean sheet in campionato al termine di una battaglia non indifferente con Allegri. Lo sforzo dunque c’è stato, soprattutto difensivo, con momenti di sofferenza. Ma la crescita dei giallorossi è tangibile, anche rispetto a 14 mesi fa, quando ad inizio gennaio 2022, proprio in Roma-Juventus i giallorossi in vantaggio per 3-1, con un suicido sportivo persero 4-3 cominciando ad allontanarsi in maniera definitiva dal treno del quarto posto.

Stavolta la squadra è stata unita prima e dopo il gol di Mancini, lasciando pochi varchi ai bianconeri che sono sì stati pericolosi, ma con iniziative personali o palle inattive. Una “tigna” tipica delle notti europee di Mou da un anno a questa parte: una solidità difensiva e mentale che ha portato alla quinta vittoria consecutiva casalinga in Serie A senza subire gol. Tutto ciò anche quando si stenta a creare e quando Paulo Dybala è al servizio della squadra (troppo sacrificato come prima punta) oppure appannato (come spesso gli capita nell’ultimo periodo). Rispetto alla prima parte di stagione sembra venir meno la “Dybala-dipendenza”.

Pizzico di fortuna

Tuttavia l’altra faccia della medaglia è rappresentata da una partita che, guardando il computo delle occasioni da rete, la Juventus non meritava di perdere, anzi. La Roma si è difesa bene ed ha bloccato in parte i migliori interpreti juventini, Di Maria su tutti, ma le palle gol create, seppur su circostanze estemporanee, sono state pericolosissime. I tre legni colpiti dai bianconeri sono stati importanti: il colpo di testa di Rabiot deviato di piede da Rui Patricio sul palo, quello esterno su punizione di Cuadrado, il proprio montante colpito da Mancini sugli sviluppi da corner. In più il volo del portiere portoghese su tiro da fuori di Di Maria e la palla capitata all’ultimo secondo sui piedi di Danilo che calcia troppo lentamente da posizione favorevole.

Nel complesso ci si è messa quindi anche un po’ di buona sorte e gli episodi hanno girato a favore. Non per niente il gol decisivo è arrivato su un tiro dai 25 metri di Mancini, che non è del tutto una specialità della casa. Un tentativo piuttosto estemporaneo che è bastato a far girare il match. Bisogna rimarcare anche questo oltre ai meriti della squadra di Mourinho.

Le concorrenti cominciano a sfoltirsi

Un Roma-Juventus che, al netto dell’analisi fatta per quello che è stato in campo, ha prodotto effetti non indifferenti sulla classifica, anche alla luce dei risultati delle squadre avversarie. La notevole vittoria della Lazio a Napoli, la sconfitta del Milan a Firenze e il pareggio interno dell’Atalanta hanno movimentato la corsa ai posti da Champions League. Con questo scontro diretto probabilmente la Roma ha estromesso i bianconeri da ogni possibilità di rimonta, ripiombando a -12 (ovviamente in attesa dei ricorso), che cominciano ad essere davvero troppi quando mancano 13 partite alla fine. Inoltre il periodo negativo dell’Atalanta (solo 4 punti nelle ultime 5) ha relegato al squadra di Gasperini a 5 lunghezze da Roma e Milan, che condividono attualmente il quarto posto. Un margine non irrecuperabile ma non minimo: insomma, le pretendenti ai primi quattro posti cominciano a diminuire.