Pupo, straordinario al Brancaccio, canta “Su di noi, la nostra storia”

Lo spettacolo di Pupo come lui stesso ammette è uno spettacolo diverso, una sorta di incontro mentalmente intimo con il proprio pubblico

Pupo, Marco Vittiglio

Pupo, Marco Vittiglio

Pupo non avrebbe potuto trovare un titolo più adatto di questo, per il suo spettacolo in tour del 2024. Quello al quale abbiamo assistito al teatro Brancaccio di Roma, gremito in ogni ordine di posti è stato molto più di uno spettacolo musicale, un vero e proprio viaggio emozionale e introspettivo dell’artista. Unico nel suscitare un vero e proprio tsunami di emozioni che attraversano il percorso che va dalla mente al cuore passando per l’anima.

L’artista toscano dal multiforme ingegno che più rappresenta la canzone e la musica italiana da più di quarant’anni in tutto il mondo, riesce durante il suo spettacolo nel non facile compito di far sorridere e commuovere e anche a far riflettere gli spettatori riuscendo a trasmettere tutte le emozioni che egli stesso ha vissuto durante le proprie vicissitudini di vita.

Pupo, unico nel suo genere non rinnega nulla del suo passato, sia le scelte sentimentali che professionali. Durante lo spettacolo, è riuscito a far vivere momenti speciali in cui il pubblico si è potuto riconoscere, come quando ha parlato di accudire genitori ormai non più giovani che improvvisamente diventano figli mentre i figli necessariamente si trasformano in genitori.

E l’emozione aumenta specialmente quando il maestro inizia a intonare i brani dedicati al papà e alla mamma. Non mancano nemmeno i momenti nei quali l’artista ironizza su se stesso, su ciò che ha fatto e su quanto ha dilapidato, spiegando alla perfezione quello che spesso neanche i più grandi psicoterapeuti riescono a spiegare. Ci riferiamo alla dipendenza da gioco.

Pupo spiega chiaramente che mentre per tutte le altre dipendenze c’è sempre qualcosa di esterno che ne caratterizza la schiavitù, la dipendenza dal gioco è qualcosa di molto più difficile da vincere perché è radicata all’interno di chi ne subisce le conseguenze e che non c’è un nemico esterno da sconfiggere, bensì occorre sconfiggere se stessi. Una vera lezione di vita assistere allo spettacolo di Pupo è come ritrovarsi catapultati improvvisamente sulle montagne russe per vivere un susseguirsi di emozionanti e ravvicinate sensazioni che in ogni momento assumono un aspetto diverso.

Qualora ce ne fosse stata la necessità, Pupo dimostra ancora una volta che oltre ad essere un cantante e musicista con i controfiocchi è anche un impeccabile showman, uno straordinario intrattenitore, un esperto di comunicazione, un autore e regista di livello e ancora di più una grande persona, vera e trasparente, singolare nel mondo dello spettacolo.

Pupo è un artista magnetico, al punto da riuscire ad attrarre nei suoi spettacoli, fan provenienti da tutta Europa e noi al teatro Brancaccio di Roma ne siamo stati testimoni. La band e le coriste sono di livello eccellente, al pari di tutto lo staff organizzativo e di questo l’artista ne va giustamente fiero. Tutti i suoi collaboratori hanno scelto di condividere con lui i propri percorsi professionali da diversi lustri, e in un mondo dove artisticamente ci si unisce e ci si divide in 5 minuti, l’unione professionale di Pupo con i suoi ragazzi possiamo definirla più che rara, unica.

Consigliamo a tutti di vivere l’esperienza di assistere a “Su di noi, la nostra storia“, si canta si balla e ci si diverte. Lo spettacolo di Pupo come lui stesso ammette è uno spettacolo diverso, una sorta di incontro mentalmente intimo con il proprio pubblico, di sicuro se ne esce soddisfatti artisticamente perché si riassaporano gli antichi momenti musicali che hanno accompagnato il percorso di vita di molti, ma soprattutto se ne esce sorprendentemente arricchiti dentro.

Complimenti a Pupo per ciò che artisticamente ci fa vivere. Soprattutto grazie a te, caro Enzo Ghinazzi, per tutte le emozioni che ogni volta ci regali.