Rifiuti Roma, discarica Civitavecchia in chiusura: aumento scarti fuori regione?

Tra le ipotesi quella per cui Ama possa trasferire fuori regione un quantitativo superiore di rifiuti rispetto a quello considerato fino a oggi

Discarica di Civitavecchia

La discarica di Civitavecchia chiuderà il 15 settembre, data per cui è previsto che sia colma. Per quella data bisognerà trovare uno sbocco alternativo ai rifiuti della Capitale.

Verso la chiusura della discarica di Civitavecchia

A oggi la discarica di Albano Laziale, riaperta con ordinanza urgente della sindaca di Città metropolitana, Virginia Raggi, che potrà operare per un massimo di 180 giorni, sta accogliendo circa 300 tonnellate al giorno a fronte delle 1.100 previste. Questo perché nel sito di Albano Laziale sono ammessi soltanto scarti trattati da Tmb.

In vista di una possibile emergenza a settembre, con la chiusura del sito di Civitavecchia, ieri, si sono ritrovati davanti al prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, la sindaca Raggi, l’assessore ai rifiuti di Albano Laziale, Maurizio Sementilli, rappresentanti della Regione Lazio, di Ama e della Ecoambiente, titolare del sito di Albano Laziale.

Ipotesi aumento dei rifiuti trasferiti fuori regione

Dal confronto sulla necessità di trovare soluzioni alternative allo sbocco di Civitavecchia sono emerse diverse ipotesi. Tra di esse ci sarebbe quella per cui Ama possa trasferire fuori regione un quantitativo superiore di rifiuti rispetto a quello considerato fino a oggi.

Per quanto riguarda invece gli scarti da trattare in Tmb le destinazioni sono quelle già previste da gare precedenti svolte da Ama: la Toscana e la Campania, esattamente Napoli.

Come già denunciato dall’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, infatti, in una lettera al prefetto mancano all’appello 500 tonnellate settimanali da trasferire in impianti Tmb della Toscana e 450 tonnellate settimanali destinate ai Tmb di una società napoletana. Questi accordi, a oggi bloccati per diversi impedimenti degli impianti riceventi, dovrebbero sbloccarsi a settembre.

Tensioni intorno ai siti sensibili per lo smaltimento

Nel corso della riunione in videoconferenza tra il prefetto Piantedosi, i rappresentanti del territorio e le aziende interessate, tra cui gli esponenti di Ecomabiente, è inoltre emerso che la società che gestisce l’impianto di Albano Laziale, avrebbe sottolineato l’intensificarsi di controlli di ogni genere tanto da ostacolare le attività. E che oggi non si è conferito proprio per irregolarità che durante i controlli sono emerse sul personale.

A queste doglianze il prefetto ha ovviamente risposto sostenendo il suo pieno appoggio ai controlli istituzionali, da qualsiasi ente provengano. Egli si è mostrato più preoccupato per il muro in blocchi di cemento che qualcuno, prima che facesse giorno, ha eretto sulla strada che porta alla discarica sbarrando la strada ai camion. Ostacolo che è stato prontamente rimosso. Infine nel corso del tavolo è stata espressa dalla prefettura massima attenzione alle istanze delle autorità locali.

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