Roma. Infermiere carica scooter su ambulanza, 5 anni dopo la sospensione, viene promosso caposala

Un’ambulanza dovrebbe essere sempre pronta per soccorrere e salvare vite umane non veicoli a motore

Infermiere che carica un motorino in ambulanza

Infermiere che carica un motorino in ambulanza

Caricò uno scooter su un’ambulanza del 118, come fosse un normale carro attrezzi che presta soccorso a un veicolo in difficoltà. L’azione fu fotografata da un passante e successivamente l’immagine fu postata sui Social media, diventando in breve tempo virale.

Infermiere che carica un motorino in ambulanza
Infermiere che carica un motorino in ambulanza

Così l’infermiere in borghese che, con l’aiuto di un ragazzo, caricò il motorino sulla vettura dell’Ares (Azienda regionale emergenza sanitaria) fece indignare il popolo del web e l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato chiese subito provvedimenti immediati. L’operatore sanitario fu individuato e sospeso dal servizio. Sulla vicenda venne presentato anche un esposto alla Procura della Repubblica.

Prima del Covid, quando i mezzi di soccorso erano già in crisi

Il disdicevole episodio avvenne a Roma nell’estate del 2017, quando il Covid ancora doveva iniziare a diffondersi, ma il sistema dell’emergenza sanitaria del Lazio già manifestava importanti criticità: pochi mezzi di soccorso e lunghe code di pazienti in barella, sulle carrozzine e lungo i corridoi. Barelle che sostituiscono i posti letto mancanti, ma poi mancano per le necessità urgenti del Pronto Soccorso.

L’infermiere responsabile dell’inopportuno “soccorso” allo scooter intanto non solo è tornato al suo posto di lavoro, alla postazione di Cinecittà, ma è stato addirittura promosso.

Promosso niente di meno a caposala coordinatore

Infatti il suo nome è apparso nella graduatoria degli ammessi al bando per sostenere il colloquio orale per il “conferimento di incarichi di secondo livello”, e successivamente è stato designato come vincitore con possibilità di opzione del luogo di destinazione. E la scelta è ricaduta proprio sul suo distaccamento di piazza Cinecittà.

Finita in prescrizione come niente fosse la spiacevole parentesi di cinque anni fa – riporta il quotidiano “Il Messaggero” – l’infermiere responsabile dell’inappropriato carico è stato selezionato per ricoprire l’incarico di caposala coordinatore, “con analoga funzione anche per le postazioni della Romanina e della Prenestina, con responsabilità di ruolo su almeno altri cinquanta colleghi”, scrive “Il Messaggero”. L’evenienza che il soggetto promosso debba valutare i comportamenti di altri colleghi sta destando più di una perplessità tra gli operatori sanitari.

Come è potuta accadere una cosa del genere, dopo il fattaccio del 2017?

L’Ares, Azienda regionale emergenza sanitaria del 118, ha risposto: “Il dipendente è stato sanzionato disciplinarmente all’epoca dei fatti e assolto in sede penale dalle accuse mosse”. In aggiunta a ciò avrebbe mostrato “negli ultimi anni un comportamento irreprensibile”. Inoltre, nulla poteva impedirgli la partecipazione al bando, “la normativa, ai fini della selezione – conclude l’azienda – prevede che il dipendente non debba aver ricevuto sanzioni disciplinari nei due anni precedenti”.

Tutto regolare, quindi, secondo la legge scritta. Un’ultima, forse esplicativa, nota: un dipendente ormai prossimo alla pensione si addossò la responsabilità di essere alla guida dell’ambulanza, il quale trascorse gli ultimi mesi di servizio sospeso dal lavoro. E il figlio del dipendente recentemente sarebbe stato assunto…