Roma, l’arte ferita: le auto parcheggiate nel chiostro è solo uno degli sfregi

La mancanza di cura verso Roma è qualcosa che non ha spiegazione, ma ha due sicuri colpevoli: i cittadini e gli amministratori

Auto parcheggiata nel chiostro della Basilica di Santa Maria sopra Minerva di Roma

Il caso delle auto parcheggiate all’interno del chiostro della Basilica di Santa Maria sopra Minerva, che risale al XIII secolo, è solo uno dei tanti sfregi perpetrati ai danni dei tesori della città eterna.

Opere d’arte lasciate all’indifferenza di chi le tradisce

Roma è la città con il patrimonio storico-artistico più ricco al mondo in termini quantitativi (per numero di beni) e per varietà di tipologie ed epoche storiche, con la più alta concentrazione al mondo di beni archeologici, storici, architettonici e archivistici.

Alcuni, più spesso singolarmente, ben conservati. Altri, lasciati spesso in un crescente stato di abbandono e di un diffuso degrado. La mancanza di cura di uno scrigno di meraviglie come quello della caput mundi è qualcosa che non ha spiegazione, ma ha due colpevoli: i cittadini e gli amministratori. La totale assenza di rispetto dei primi è un fatto ormai purtroppo consolidato che colpisce non solo il patrimonio artistico, ma a tutti i livelli. Così come è, ahimè, consolidata la latitanza e la non curanza dei secondi.

Responsabili sono i cittadini e gli amministratori

La mancanza di una adeguata educazione civica, dell’assoluto disprezzo per le regole, il mancato controllo e la mancata sanzione sono solo alcune delle ragioni che contribuiscono al degrado della città.

E così troviamo panni stesi al Colle Oppio come sfondo per panorami mozzafiato sulle antiche vestigia della città, immondizia fronte-Colosseo, accampamenti abusivi a ridosso delle Mura Aureliane con rifiuti gettati ovunque.

Stessa cosa davanti a musei importanti come le terme di Diocleziano, scritte vandaliche che deturpano muri e palazzi a Trastevere o le banchine del Tevere, perfino le indicazioni turistiche nel centro storico devastate da scritte vandaliche, adesivi e in molti casi in uno stato di consunzione da far paura, fino ad arrivare al parcheggio di auto in un chiostro medievale.

Chiostro Santa Maria Sopra Minerva di Roma

Il degrado di Roma parte dal decoro urbano

Quello che stupisce è il quasi totale disinteresse che accomuna, senza distinzione di colore politico, amministrazioni presenti e passate. Come se questo del degrado di luoghi che tutto il mondo ci invidia fosse uno dei tanti problemi di Roma e neanche uno dei più pressanti. Ma lo è.

Roma è arte, è storia, è pura meraviglia. E questa meraviglia andrebbe curata, preservata e offerta al mondo come fosse il più prezioso dei gioielli. Così come si fa in tutto il pianeta, spesso con patrimoni neanche lontanamente paragonabili a quello della nostra città. Ma noi siamo campioni del disprezzo e feriamo la millenaria bellezza con comportamenti che, cosa non da poco, vengono inevitabilmente immortalati dai turisti per poi fare il giro del mondo ed esporci al ridicolo, al pubblico ludibrio, alla condanna.

Ma neanche questo serve a scuotere le coscienze. E non servono neanche le segnalazioni disperate di quei cittadini che amano la loro città, si vergognano di ciò che è drammaticamente sotto gli occhi di tutti e si chiedono giustamente per quale motivo la responsabilità del controllo della città sia di loro appannaggio e non di chi è pagato per amministrare, spesso totalmente e colpevolmente ignaro di fatti e situazioni.

A Roma siamo campioni del disprezzo

Bisogna dare atto all’attuale amministrazione di uno sforzo nell’invertire la rotta di un fenomeno, quello del degrado, che pare abbia scelto la capitale d’Italia per esprimersi ai massimi livelli. Si tratta di un timido segnale, di un tentativo embrionale ancora insufficiente, ma pur sempre una attenzione che in passato è mancata del tutto.

Se i cittadini si “accodassero” a questo sforzo, forse potremmo pensare a un nuovo inizio. Ma la strada è lunga e passa per la sensibilizzazione della coscienza civica nelle scuole e nelle famiglie, nella presenza massiccia delle istituzioni sul territorio, garanti inflessibili del decoro, nell’applicazione di sanzioni esemplari come deterrente per comportamenti sprezzanti delle regole e “carburante” per il rispetto verso la “res publica”.

Solo così, con fermezza e azioni a tutto campo, a tutti i livelli, potremo, chissà, un giorno assistere alla rinascita della città più bella e, oggi, più ferita del mondo. E non dover mai più vedere un chiostro medievale ridotto a garage.