Sant’Angelo di Roccalvecce: borgo delle fiabe dove tornare bambini

Sant’Angelo di Roccalvecce e Roccalvecce, in provincia di Viterbo, sono una meta ideale per il weekend della famiglia

Sant'Angelo di Roccalvecce

Sant’Angelo di Roccalvecce e Roccalvecce, in provincia di Viterbo, sono una meta ideale per il weekend della famiglia. Il primo è ricco di ben 38 tra graffiti e murales dedicati alle fiabe. L’altro ospita un Castello e un Parco inseriti tra le dimore storiche del Lazio.

Il borgo delle fiabe

Nel viaggio che abbiamo intrapreso tra i misteri dei borghi del Lazio, questa volta ci tocca una realtà da fiaba. Lo chiamano il borgo delle fiabe, Sant’Angelo di Roccalvecce, in provincia di Viterbo e capirete perché tra pochissimo.

Si tratta di un paesino che, dalla fine del 2016 è stato arricchito da una serie di murales fantastici, che possono certamente piacere ai più piccoli perché ricordano molti personaggi delle storie che amano. Ma anche gli adulti possono apprezzare, per quella parte infantile che pure ognuno si porta sempre dietro. Specie quando ha con sé dei figli ed ha piacere nel condurli in luoghi che possano far passare una giornata lieta, tra tante cose brutte che attraversano le nostre vite.

I murales: da Pinocchio a Biancaneve

A Sant’Angelo di Roccalvecce Gianluca Chiovelli ha fondato un’associazione culturale per dare un volto fiabesco al borgo in cui vive. Un’idea carina, che dimostra buon fiuto e capacità promozionale.

Da Alice nel Paese delle Meraviglie, con il Cappellaio Matto, Bianconiglio, Regina di Cuori e Stregatto ad Hansel e Gretel. La Bella addormentana nel Bosco, Alì Babà e i Quaranta ladroni e poi Pinocchio, Biancaneve, La Bella e la Bestia.

C’è la raffigurazione del Libro della giungla e quella de La spada nella roccia, oltre a un murales dedicato a Don Chisciotte; sono 38 disseminati in tutto il paese. I temi dei dipinti, in dimensioni notevoli, si trovano coloratissimi sui muri delle case, camminando nelle stradine del borgo. In più, sono state aggiunte altre opere artistiche come bassorilievi, mosaici e sculture che ricordano sempre il mondo dei piccoli e della fantasia.

Itinerari a tema con i borghi vicini

Dal paese poi partono interessanti itinerari che lo collegano ai borghi limitrofi, come ad esempio il “Sentiero dei Castelli delle Fiabe” che unisce Sant’Angelo, Roccalvecce o il Cammino Medioevale tra Roccalvecce e Celleno. Roccalvecce è l’altro borgo sul quale ci soffermeremo.

Questo paese di Sant’Angelo sembrava destinato all’anonimato ma con la realizzazione del museo artistico all’aperto, ha ripreso vita. Molte attività hanno ri-aperto, vari negozi e servizi sono tornati grazie all’aumentato flusso di visitatori. Tra questi anche l’unico ristorante del borgo, in tema con le favole: l’Hostaria Mastro Ciliegia.

Innanzi tutto come ci si arriva? Sant’Angelo di Roccalvecce è a un’ora e mezza di auto da Roma. Ai confini con l’Umbria tra Bolsena e Attigliano, l’uscita sull’ Autostrada del Sole.

Si prende l’A1 in direzione Firenze e si prosegue fino all’uscita Attigliano. Quindi si seguono le indicazioni per Bomarzo/Civitella D’ Agliano. La provinciale Bomarzese e poi lungo varie altre strade provinciali (SP 132, SP 5) la Stradale Monte Secco fino a raggiungere Sant’Angelo di Roccalvecce e lo stesso Roccalvecce.

Nel tempo si sono alternate famiglie nobili come i Costaguti

Siamo nella Valle dei Calanchi. Roccalvecce ha una struttura medievale come tutti i borghi della provincia viterbese e vi si respira bellezza e romanticismo. Adagiato su una rupe di tufo, circondato da fossati e boscaglie, il paesino custodisce delle vere perle artistiche e architettoniche.

Le sue origini sono piuttosto antiche: da insediamento etrusco divenne poi un “castrum romano”. Dal 1200 in poi passò sotto il controllo di diverse famiglie nobili dello Stato Pontificio. La più importante fu quella di un tal Ponzio, condottiero legato alla famiglia Monaldeschi di Bagnorea (l’attuale Bagnoregio). Dopo un secolo passò alla potente famiglia viterbese dei Gatti.

A fine XV secolo fu di proprietà in parte dei Colonna e in parte dei Chigi. I Colonna vendettero la loro proprietà ad Alberto Baglioni i cui figli, impossibilitati a mantenerlo economicamente, lo cedettero a Prospero Costaguti nel 1642. Un altro membro della famiglia, Giovanni Giorgio, acquistò l’altra parte del castello nel 1685 e da allora la famiglia tenne sia il borgo sia il castello.

Una Rocca Helvetica a guardia del Papato

L’etimologia del nome non è certa e per questo esistono, tra mito e leggenda, due differenti versioni. La prima è direttamente legata al Medioevo quando l’area prendeva il nome di Rocca del Veccio, dal nome del condottiero che l’aveva costruita.

Allora era solo una torre di avvistamento con un corpo di guardia. L’altra possibile vicenda si lega, invece, al 1400, quando la fortezza entrò a far parte del patrimonio di San Pietro del Papato. Sorgeva al confine tra Stato Pontificio e Repubblica di Siena e fu luogo di stazionamento per le guardie svizzere, da cui il nome di Rocca Helvetica e da questo quindi Roccalvecce. 

Il Palazzo Castello Costaguti e il Parco della Vignaccia

La struttura dei borghi medievali è sempre costituita da un castello nel punto più alto della collina e attorno una serie di case abitate dal popolo dei contadini e dei servitori del signore. Infatti anche qui non puoi sbagliare. Le casette di tufo sono i primi elementi che colpiscono il visitatore.

Il Castello ha un proprietario che è il marchese Giovangiorgio Afan de Rivera. Per motivi che si possono comprendere, facendo buon viso a cattivo gioco, il Castello è una sorta di B&B che offre al turista bellezza, natura e gastronomia.

Questo, lo sappiamo è il petrolio dell’Italia, anche se in molti ancora non lo hanno ben compreso.  L’unica industria che non si può delocalizzare e che piace al mondo intero. Se i servizi e le infrastrutture fossero da paese del primo mondo questo business crescerebbe in maniera esponenziale. Se invece vogliamo andare avanti in maniera improvvisata, tra pastoie burocratiche e mazzette, allora finirà anche questo.

I primi documenti ufficiali che menzionano il Palazzo risalgono al 1199, anno in cui il nobile Rinaldo del Veccio trovò la morte in questo luogo, durante una battaglia che coinvolse Romani e Viterbesi. Il Castello, formato da tre piani, conserva gli arredamenti dell’epoca e altre opere d’arte tra cui affreschi dell’Ottocento, soffitti a cassettoni e stucchi.

Alla base del centro abitato si estende il parco, incluso nelle proprietà del castello, chiamato “La Vignaccia”. Si tratta di un magnifico giardino all’italiana del Settecento, dove sono presenti varie specie di piante anche di una certa rilevanza botanica.

Da borgo sconosciuto a meta del turismo domenicale

Oltre al castello che si affaccia su Piazza Umberto I, troviamo anche la chiesa dedicata a San Paolo Apostolo e all’entrata del paese, posta a nord est, un’altra piccola e graziosa chiesetta di San Rocco.

Per il resto è un borgo tranquillo che offre scorci pittoreschi sui boschi circostanti, tra le casette medievali. Roccalvecce è uno dei paesi del Lazio poco conosciuti ma che pian piano sta diventando una meta sempre più ricercata dai turisti appassionati di medioevo, storia e architettura.

La suggestione offerta dalla Tuscia, inoltre, rende questo centro storico dell’Alto Lazio un vero gioiello. La Pro Loco di Roccalvecce in collaborazione con il laboratorio teatrale Al S. Genesio e il Castello Costaguti mettono in scena, in alcune occasioni, spettacoli teatrali ispirati sempre al mondo delle fiabe.

Dove mangiare a Sant’Angelo e a Roccalvecce

Nell’unico ristorante del borgo di Sant’Angelo, l‘Hostaria Mastro Ciliegia, piatti tipici del territorio, dai lombrichelli ai funghi porcini e salsiccia alle tagliatelle al ragù di cinghiale, fino alla tagliata, al coniglio porchettato e per finire dolci fatti in casa, dalla crostata al tiramisù.

Nei dintorni di Sant’Angelo, si trova il ristorante San Rocco – vino e cucina tipica (a Celleno), il Ristorante pizzeria Mediterranea (sempre a Celleno) e per gli amanti dei dolci, c’è il panificio Fratelli Oddo (a Graffignano).

Se si vuole sostare a Sant’Angelo o nei dintorni per esplorare meglio il borgo viterbese e le bellezze che lo circondano, in zona sono presenti vari hotel e b&b, tra questi il “Castello Costaguti“, la “Dimora turistica de piazza” e il “Wanderlust – Sant’Angelo il paese delle fiabe“, tutti a Roccalvecce.

*Immagini dalla pagina Facebook “Visit Lazio”