Segni:Presentato il libro di Magnosi sull’occupazione di fabbrica del 50

In molti hanno partecipato alla presentazione del testo “Sembravamo tanti quel giorno…”. Una cronistoria attenta e puntuale di quella che è stata la settimana dal 22 al 25 marzo del 1950 a Colleferro

Ieri pomeriggio gremitissima biblioteca a Segni. L’occasione era quella della presentazione dell’opera prima di Sandro Magnosi, residente a Colleferro, nato a Gavignano. In molti hanno partecipato alla presentazione del testo edito da Atlantide Editore "Sembravamo tanti quel giorno…". Una cronistoria attenta e puntuale di quella che è stata la settimana dal 22 al 25 marzo del 1950 a Colleferro, quella che reduci, figli, nipoti di operai ricordano come la prima occupazione della BPD, nella quale in quel momento lavoravano migliaia di persone. La BPD ha vissuto momenti migliori, prima di quella data. Nel 1948 vi lavoravano 7000 persone.

Parodi è stato davvero un capitano dell’industria che ha voluto bene ai suoi lavoratori e ha voluto sempre il suo bene, questi sono i racconti di chi ha vissuto la Colleferro di quegli anni. Ma la morte di Parodi è arrivata troppo presto e in maniera improvvisa. Il posto libero di amministratore della fabbrica è passato al genero, il duca Serra di Cassano, il quale, sempre secondo il racconto di chi ha vissuto quegli anni ed è stato parte attiva dell’occupazione di fabbrica, non ha seguito l’impronta del suocero, tutt’altro. Nel testo di Magnosi, però, si sono analizzate le vicende di quella settimana, contestualizzate nel periodo storico. Il periodo post ’48 in cui la DC ha preso il potere al governo centrale, in cui le donne hanno avuto diritto al voto e scendevano in piazza insieme agli uomini.

Colleferro e la sua fabbrica, la città nata attorno alla fabbrica, questi i racconti che leggiamo nelle pagine di Magnosi, testimonianza, articoli di giornale, testi. Un viaggio nel passato che è molto attuale e presente, nel nostro territorio, come nel resto del Paese. Presenti, insieme all’autore, il sindaco di Segni, Maria Assunta Boccardelli, l’assessore alla cultura, Cesare Rinaldi, il giornalista Piero Capozi, l’editore Dario Petti e Luigi Sposi, già amministratore segnino. Tanta partecipazione attiva, domande, ricordi, tutto questo è stata la presentazione di. Nel libro si ricorda anche Biagio Della Rosa, tra gli occupanti di fabbrica che furono licenziati, diventato sindaco nel 1952 e alla guida della città per 16 anni.

Ci piace ricordare che dietro a questa persona ce n’è stata un’altra. Un’altra figura importante per quegli anni. “Stavo lavorando al forno della mia famiglia e sapevo che la riunione in sezione era andata avanti per tutta la notte, quando vidi una figura venire verso la serranda che subito riconobbi come Biagio (Della Rosa ndr). Mi chiese se io fossi libero in quella giornata di domenica. Domandai il perché di questa richiesta ed lui mi rispose che voleva andare a Roma in Federazione perché ‘questi’ hanno deciso che mi fanno sindaco. Io allora preparai due caffè bollenti e dissi a Biagio che nel giorno di domenica non avremmo trovato nessuno in Federazione, ormai era deciso che il sindaco sarebbe stato lui, la Federazione lo avrebbe saputo il giorno dopo”.

Questo un racconto diretto, prima della sua morte, di Emidio Pignalberi, classe 1915, capo dei guardiani della BPD, parte attiva nell’occupazione di fabbrica, al quale toccò la stessa sorte di Biagio Dell Rosa e di molti altri. In comune con Della Rosa c’era la loro amicizia e la loro fede politica nel PSI. Pignalberi era il segretario della locale sezione. In questo modo inizia l’amministrazione di Biagio Della Rosa nella quale Emidio Pignalberi fu poi chiamato a svolgere il ruolo di vice sindaco.

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