Senigallia, perde il lavoro in casa di riposo perché “è nera”

“Mandatela via, non ci piace, è nera” avrebbero detto i pazienti. E la cooperativa li ha accontentati

La casa di riposo. Ovvero un posto dove gli anziani, nella fase finale della propria vita terrena, si lasciano “ospitare” per non gravare troppo sulle proprie famiglie, sui propri figli e per essere aiutati da mani empatiche e competenti a svolgere le sempre più complicate e stancanti attività quotidiane.

“Aiutati”, già… Perché in quelle strutture, come l’Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia, c’è del personale che aiuta i “nonni” a mangiare, a bere, a deambulare e a avere cura della propria persona. Li pulisce quando sono sporchi. Gli sta vicino quando sono depressi. Li soccorre se non si sentono bene.

Sembra però che in questa struttura marchigiana non siano competenza, umanità e professionalità le caratteristiche fondamentali per la selezione del personale, bensì il colore della pelle. Avete capito bene: come raccontato da Il Corriere Adriatico, una aspirante operatrice socio sanitaria sarebbe stata allontanata dal posto di lavoro dopo le lamentele da parte di alcuni simpatici ospiti della casa di riposo, del tipo: “Mandatela via, non ci piace, è nera!”.

Per tale assurdo motivo la donna, Fatima Sy, 40enne di origine senegalese, madre di due bimbi, si sarebbe perciò vista sfuggire la stipula del contratto di lavoro con la Cooperativa Progetto solidarietà, i cui responsabili hanno ritenuto giusto non lasciarla in un ambiente non del tutto benevolo per provare “a inserirla in un'altra realtà meno ostile”.

Perché nel 2018, in Italia, ci sono ancora delle “realtà ostili” in cui è buona norma non mostrare un colore della pelle diverso.

LEGGI ANCHE:

Farnesina, Italia in prima fila nella lotta contro il razzismo

L'Italia è un paese razzista? Ci sono 5 casi di razzismo al giorno

Lascia un commento